Fra le capitali europee, Berlino gode di una fama particolare. Chi ne parla usa diversi aggettivi: “vivace”, “stimolante”, “affascinante”, perfino “povera ma sexy”, ma molto difficilmente “bella”. Sono in pochi a considerare Berlino una città “bella” nel senso in cui lo sono capitali come Parigi o Roma, per esempio. Questo perché le “città d’arte” sono percepite come luoghi nei quali si può anche solo camminare col naso in su e contemplare l’architettura, beandosi del fatto di trovarsi alla presenza di edifici e monumenti plurisecolari. Tutto questo tende a essere difficile, in una città che è stata rasa al suolo meno di un secolo fa e la cui architettura è certamente meno armonica di quella di altre capitali europee. Per questo, si tende a ritenere che a rendere Berlino affascinante siano soprattutto la vivacità culturale e lo stile di vita. Eppure, a ben guardare, questa metropoli è un palcoscenico dove storia e modernità si incontrano, creando un tessuto urbano unico e affascinante. Della stessa opinione è anche l’UNESCO che ha riconosciuto il valore inestimabile di alcune parti della città, indicando tre principali siti e diverse località specifiche come patrimonio dell’umanità
I siti patrimonio dell’umanità a Berlino e dintorni, riconosciuti dall’UNESCO
Nello specifico, a essere riconosciuti come patrimonio mondiale, sono i capolavori architettonici del modernismo berlinese, l’Isola dei Musei, e i Palazzi e Parchi di Potsdam e Berlino. Ognuno di questi luoghi rappresenta un capitolo unico nella narrazione della città e della regione circostante e riflette le diverse epoche e gli stili che hanno plasmato il volto di Berlino come la conosciamo oggi.
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Il Modernismo
Il patrimonio architettonico del modernismo berlinese, consiste di un insieme di sei complessi abitativi, registrati come sito UNESCO nel 2008, che incarnano l’innovazione e l’ideale di progresso che caratterizzavano l’epoca in cui furono costruiti, tra il 1913 e il 1934. Questi edifici sono un emblema della funzione sociale dell’architettura di questa città, o almeno degli sforzi che, in diversi momenti, sono stati fatti per valorizzare tale funzione, offrendo una risposta alle necessità abitative di un periodo di rapida crescita urbana. Il loro stile caratteristico – e per l’epoca rivoluzionario – che rompeva con la tradizione per abbracciare la funzionalità e l’accessibilità, è stato riconosciuto dall’UNESCO, per il suo influsso su sviluppi successivi nell’architettura e l’urbanistica.
Gli edifici in questione sono stati anche riconosciuti come esempi eccezionali di tipologie di edifici o insiemi architettonici. Bruno Taut, Martin Wagner e Walter Gropius, architetti di spicco del movimento modernista, hanno plasmato il volto di Berlino attraverso queste opere architettoniche, contribuendo in maniera significativa alla sua identità culturale. Le loro visioni architettoniche hanno influenzato non solo la Germania ma anche il panorama architettonico internazionale, lasciando un’eredità che continua a ispirare architetti e urbanisti in tutto il mondo.
L’Isola dei Musei
La Museumsinsel, ovvero l’Isola dei Musei, è un complesso unico al mondo, situato nel cuore della città, sul fiume Sprea. Sin dal 1999, questo insieme di cinque musei è riconosciuto come patrimonio dell’umanità. Questo luogo, cuore pulsante della cultura e dell’architettura berlinese, è stato insignito del titolo dall’UNESCO per il suo significativo influsso sullo sviluppo dell’architettura museale, ma anche per il suo valore come un insieme architettonico, che illustra fasi significative della storia umana.
L’Isola dei Musei deve il suo fascino e la sua importanza a numerosi architetti prussiani di rilievo, tra cui il celeberrimo Karl Friedrich Schinkel, ma anche Friedrich August Stüler, Johann Heinrich Strack, Alfred Messel e Ludwig Hoffmann. Le loro opere, ancora oggi, costituiscono una tappa obbligatoria per chiunque visiti la città e soprattutto i suoi edifici più antichi. Oggi, dopo quasi un secolo di ricostruzione, le opere di questi architetti rappresentano un’occasione preziosa di compiere un viaggio attraverso secoli di storia dell’arte e della cultura, in una città che ha dovuto e saputo reinventarsi. I musei, a prescindere dal valore architettonico degli edifici, ospitano inoltre collezioni inestimabili, che attirano milioni di visitatori ogni anno.
I palazzi e i parchi di Potsdam e Berlino: patrimonio dell’UNESCO diffuso sul territorio
Infine, i Palazzi e Parchi di Potsdam e Berlino, riconosciuti come patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 1990, sono un esempio di valore artistico e culturale diffuso. Questi luoghi, che sono dislocati su una superficie piuttosto vasta, fra Berlino e la capitale del Brandeburgo, sono stati dichiarati patrimonio dell’umanità dall’UNESCO poiché rappresentano uno dei picchi del genio creativo umano nel campo dell’architettura monumentale, nonché per il significativo influsso che hanno esercitato sullo sviluppo di questo ambito nei secoli successivi, così come nell’ambito dell’architettura paesaggistica e della pianificazione cittadina.
Queste opere si devono principalmente al lavoro di artisti, architetti e giardinieri paesaggisti di grande talento, come Peter Joseph Lenné, Knobelsdorff e il già citato Schinkel. I palazzi, con i loro interni sontuosi e i parchi meticolosamente progettati, riflettono l’apice dell’arte paesaggistica e architettonica europea, con influenze che vanno dal barocco al classicismo, fino al romanticismo del XIX secolo.
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