Troppi fascisti nelle forze dell’ordine: insegnante della scuola di polizia licenziata per un tweet

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Bahar Aslan, insegnante presso una scuola secondaria di Gelsenkirchen, nel Nord Reno-Westfalia, e docente part time presso la scuola di polizia locale, ha perso quest’ultimo lavoro a causa di un tweet sulle infiltrazioni di estrema destra all’interno delle forze di polizia. La sua affermazione ha scatenato una discussione accesa sui social media e ha portato alla sua espulsione dall’accademia, presso la quale insegnava “Competenza interculturale” ai futuri agenti.

Il tweet sulla “feccia bruna” nelle forze di polizia

Il tweet incriminato è stato pubblicato sabato scorso: “Ora ho le palpitazioni quando io o i miei amici veniamo fermati dalla polizia, perché tutta la feccia bruna delle autorità di sicurezza ci spaventa. Questa non è solo la mia realtà, ma quella di molte persone in questo Paese.” L’uso dell’espressione “feccia bruna” ha sollevato polemiche e ha portato all’interruzione del suo incarico di insegnante presso l’accademia di polizia. La parola “Braun” (marrone o bruno), in questo contesto, è sinonimo di “fascista/nazista”. Il riferimento è alle “camicie brune” del regime nazionalsocialista tedesco, che erano l’equivalente delle “camicie nere” del regime fascista italiano.

L’accademia di polizia ha ritenuto che le dichiarazioni di Aslan fossero inaccettabili e ha deciso di non prorogare il suo incarico di insegnante. Anche il sindacato di polizia e il rappresentante per la CDU agli Interni del Nord Reno-Westfalia Christos Katzidis hanno espresso la loro disapprovazione e hanno richiesto un’indagine disciplinare.

Il ministero dell’istruzione del Land ha annunciato di aver avviato un’inchiesta sull’incidente e ha confermato che potrebbero esserci conseguenze legali per Aslan. Ciò potrebbe comportare anche la perdita del suo incarico di insegnante presso la scuola secondaria di Gelsenkirchen.

Le reazioni sui social media: fra supporto e critiche

Bahar Aslan, per contro, ha criticato il fatto che nessuno si sia rivolto a lei per un colloquio prima di prendere la decisione di licenziarla. Ha dichiarato di essere disposta a parlare con i responsabili dell’accademia e del ministero degli Interni. Tuttavia, ha ammesso che il linguaggio utilizzato nel suo tweet potesse essere criticato e si è scusata con gli agenti di polizia che svolgono il proprio lavoro con coscienza e che si sono sentiti attaccati dal suo tweet.


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La reazione sui social media è stata polarizzata. Alcuni hanno sostenuto Aslan e hanno difeso il suo diritto alla libertà di espressione, sottolineando la presenza di razzismo all’interno delle forze di polizia e criticando il fatto che una voce di denuncia di questo grave fenomeno venga silenziata. Altri, invece, hanno criticato le generalizzazioni fatte dalla docente e l’hanno accusata di supportare l’estremismo di sinistra. Quest’ultima accusa ha a che fare con un vecchio tweet, nel quale Aslan esprimeva l’intenzione di abbonarsi alla rivista antifascista “Der rechte Rand”.

Anche voci autorevoli hanno preso parte alla discussione. La presentatrice della ZDF Dunya Halalil, per esempio, ha espresso solidarietà con Aslan via Twitter: “Se una docente critica il razzismo/l’estremismo di destra all’interno della polizia, allora viene cacciata perché…?”

La comunità turca in Germania ha preso posizione a favore di Aslan, condannando il suo licenziamento e sostenendo che la sua voce rappresenta le preoccupazioni di molte persone che vivono in Germania. Il presidente federale Gökay Sofuoglu ha dichiarato che chi licenzia una docente che mette in evidenza il razzismo all’interno della polizia contribuisce al problema del razzismo nel Paese.

La controversia continua a far discutere e ad alimentare dibattiti sul razzismo e la libertà di espressione. Mentre Aslan ha espresso gratitudine per il sostegno ricevuto dalla comunità e ha ricevuto offerte di lavoro da altre istituzioni accademiche, il suo futuro come docente rimane incerto.

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