Cerca sosia su Instagram e la uccide per simulare la sua morte: Germania sotto shock

sosia instagram

È agghiacciante la vicenda della ragazza tedesca che ha cercato su Instagram una sosia, allo scopo di ucciderla per poi inscenare la sua finta morte. Il tutto, per uscire da una situazione familiare indesiderata.

Il delitto risale all’estate del 2022, ma solo in questi giorni la Procura ha reso noti nuovi e sconvolgenti dettagli, che giovedì e venerdì scorso hanno portato alla convalida del fermo di due persone ora accusate di omicidio. Si tratta di Shahraban K., una tedesca di origine irachena di 23 anni, e di un suo coetaneo e conoscente, il kosovaro Sheqir K.. Intanto, l’opinione pubblica tedesca è sotto shock per quello che la stampa chiama “Doppelgänger-Mord”, “l’omicidio della sosia”. Per capire, dobbiamo fare un passo indietro.


coltello

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L'”omicidio della sosia”: la vittima è stata adescata su Instagram

All’inizio di agosto del 2022 Shahraban K., un’estetista di Ingolstadt, città della Baviera, ha contattato su Instagram Khadidja O., 23 anni, beauty blogger di origine algerina residente a Heilbronn, nel Baden-Württemberg. Le due ragazze avevano caratteristiche fisiche simili: capelli lunghi e castani, carnagione scura, labbra carnose e tratti somatici assimilabili.

Shahraban K. avrebbe attirato Khadidja O. utilizzando come esca la falsa promessa di un pacco di cosmetici, secondo quanto rivelato dalla Suddeutsche Zeitung. Ha quindi organizzato un incontro per il 16 agosto del 2022 ed è andata a prenderla a casa guidando fino al Baden-Württemberg, accompagnata dal conoscente e coetaneo Sheqir K..

 

Durante il viaggio di ritorno, i due hanno raggiunto una zona boschiva tra Heilbronn e Ingolstadt. Qui, dopo aver fatto uscire la vittima dall’auto con un pretesto, l’hanno aggredita con inusitata ferocia. La ragazza è stata colpita da oltre 50 coltellate e il suo viso è stato sfigurato.

L’assurdo movente del delitto

Il presunto movente del delitto spiega la scelta di rendere il volto irriconoscibile: far passare Khadidja O. per la stessa Shahraban K., allo scopo di aiutare l’autrice dell’omicidio a “sparire” e quindi ad allontanarsi dalla sua famiglia, con cui avrebbe dei problemi.

auto sulla folla ragazzine

In seguito, i due hanno sistemato il corpo della vittima all’interno dell’auto e hanno parcheggiato il veicolo davanti al condominio di Shequir K., dov’è stato ritrovato la sera del 16 agosto. Quando hanno visto la ragazza coperta di sangue all’interno dell’auto normalmente guidata dalla figlia, i genitori di Shahraban K. hanno chiamato un’ambulanza, convinti che si trattasse proprio di lei. Anche la polizia è caduta nell’equivoco e solo il giorno dopo, con l’esame autoptico e del dna, la supposizione si è rivelata infondata.

Il portavoce della polizia, Andreas Aichele, ha dichiarato che si è trattato di un caso eccezionale, che ha portato gli investigatori a lavorare al massimo delle loro capacità. “Non capita tutti i giorni un caso come questo, soprattutto con un colpo di scena così spettacolare. Il giorno in cui abbiamo trovato il corpo, non ci aspettavamo che la situazione prendesse una piega simile!” ha commentato Aichele.

sosia

L’accusata aveva valutato diverse potenziali sosia, prima di scegliere Khadidja O.

Il pubblico ministero Veronika Grieser ha dichiarato al tabloid BILD che l’accusata aveva preso contatto con diverse donne simile a lei, via Instagram, utilizzando una serie di account falsi, prima di scegliere quella “giusta”. Grieser ha inoltre confermato ufficialmente quanto già anticipato dalla stampa sul presunto il movente. Shahraban K. avrebbe infatti cercato una “sosia” per inscenare la sua morte, allo scopo di sparire dalla circolazione e in questo modo sottrarsi a una serie di non meglio precisate “dispute familiari”. L’arma del delitto non è stata ancora trovata, ma gli investigatori parlano di “prove schiaccianti”.

Il portavoce della polizia Aichele ha infine dichiarato che è “probabile” che i due, che non sarebbero una coppia, avessero in programma di fuggire, dopo l’omicidio. Continuano intanto le indagini e gli accusati non hanno finora commentato le accuse per cui rischiano l’ergastolo.

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