Germania, erba contaminata. Uno spacciatore rivela: “È green crack, ho visto gente devastata”

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Erba acquistata a basso costo e trattata con cannabinoidi sintetici che producono ingenti danni per la salute e inducono gravi dipendenze. Ne ha parlato recentemente a Vice Germany uno spacciatore tedesco, che ha spiegato al giornalista Tim Geyer le dinamiche inquietanti che si celano dietro il suo traffico di droghe leggere, che a quanto pare troppo leggere non sono.

Il whistleblower di Vice viene chiamato Banks, nome ovviamente falso, e in un documentario di 15 minuti, che alleghiamo, rivela dettagli sulla sua attività. Banks vuole mollare l’attività e spiega a Geyer che una delle ragioni è che il commercio di erba è “molto più sporco di quanto pensi la gente”.


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Banks acquista stupefacenti da un fornitore olandese e li vende agli spacciatori di una piccola città della Germania centrale, guadagnando decine di migliaia di euro ogni mese. La definisce una “buona città”, giovane e piena di giovani e questo significa che i potenziali consumatori sono molti. Le comunicazioni avvengono tramite un sistema di comunicazione criptata su rete mobile. Solo il sistema costa 600 euro ogni sei mesi, mentre il telefono tra 1000 e 1300 euro.

Il giornalista si reca con Banks nel bunker in cui è stipata la merce per la consegna. La struttura è affittata sotto un altro nome, il nome di una persona senza precedenti penali e che per questo riceve una parte del profitto. Nella stanza ci sono sei o sette chili di prodotto, che normalmente viene smaltito in una settimana.

Ma quali sono le rivelazioni di Banks e quali sono i motivi che lo hanno portato a dichiarare di voler smettere?

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L’erba che viene spacciata è contaminata e pericolosa

“Stiamo diventando tutti tossici chimici senza saperlo” dice Banks. Aggiunge quindi che l’erba che viene venduta in Germania sotto il nome di Haze sarebbe per il 90% tagliata con cannabinoidi sintetici provenienti dalla Cina. A detta di Banks questi additivi, chiamati JWH o AB-Chiminaca, vengono spruzzati per “dopare” erba con un tasso relativamente basso di THC o CBD acquistata a basso costo, per lo più dall’Albania.

Questo creerebbe nel consumatore una dipendenza che l’erba “tradizionale” non produce neanche in minima parte. Banks chiama il risultato di questa contaminazione green crack e dichiara che i clienti che acquistano la nuova sostanza si trasformano in modo impressionante. “Ho visto gente dalla vita rovinata e succede molto spesso” aggiunge. Parla di persone che hanno assunto comportamenti psicotici o che comunque hanno perso il controllo delle loro vite.

Tutti diventano dipendenti” aggiunge un altro spacciatore, che incontra Banks per una consegna, anche lui, ovviamente, con il volto coperto. “Ne diventi dipendente come dalla cocaina o dallo speed“, aggiunge. La consegna, a cui Tim Geyer assiste, produce un incasso di 4000 euro e un profitto di 690. Banks dichiara di farne, ogni giorno, tra le tre e le dieci, massimo dodici.

Ala domanda del giornalista su cosa possa fare la politica al riguardo, Banks non ha dubbi: “L’unica soluzione è la legalizzazione”, dice.

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La criminalità

La vendita di cannabis è uno degli affari più redditizi della criminalità organizzata. E questo produce un livello di violenza difficilmente immaginabile.

Quando si parla di pericolosità del traffico di sostanze stupefacenti, infatti, il pensiero va quasi sempre alla cocaina, all’eroina o alle droghe sintetiche e quasi mai alla cannabis. Eppure non è così. “Quando acquisti cannabis, non la stai acquistando dal simpatico hippy che se la coltiva in casa e te la vende all’angolo“, precisa Banks.

Quasi ogni consumatore infatti acquista cannabis da organizzazioni criminali che combattono per il dominio e l’espansione sul territorio e questo ha un costo sociale altissimo.  “So di persone che sono state sequestrate, picchiate, torturate” aggiunge Banks e a questo proposito presenta un video che mostra una colluttazione, che dichiara essere avvenuta per un presunto accaparramento di clienti.

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Anche la polizia ha confermato a Vice che il problema dell’erba “contaminata” sta diventando socialmente enorme, al punto da portare a “ferimenti, psicosi e persino morte”.

Questo è un dato di fatto, difficile da negare. Se le cosiddette droghe leggere e droghe pesanti sono infatti diverse tra loro e hanno un diverso impatto sull’organismo di chi le assume, sul piano del mercato degli stupefacenti sono esattamente la stessa cosa.
A meno che non si parli dell’icona retrò dello spacciatore hippy con le piantine in casa, chi spaccia erba rende conto ai signori del “narco-capitalismo“, che fa guadagnare a un pesce piccolo 210.000 euro al mese. E chi la compra, supporta economicamente organizzazioni criminali senza scrupoli.

Se la cannabis viene inoltre alterata come dice Banks, producendo più danni, più dipendenza e più degenerazioni comportamentali, comincia a venire meno anche la differenza tra erba e altre sostanze, sul piano della nocività e della pericolosità sociale.

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Lo status

C’è molto su cui riflettere e discutere, per esempio su quanto dice Banks a proposito dello status che la sua professione gli conferisce e che è visto come un obiettivo da molti giovanissimi. “Una volta i bambini sognavano di diventare calciatori oppure piloti o cose del genere” dice Banks, “Adesso l’ambizione è avere una Mercedes, un pacco di soldi e spacciare”.

Ma chi sono e dove vivono questi bambini? Forse nei complessi di edilizia popolare, come quello in cui avviene la consegna documentata da Vice e dove le persone che transitano non hanno reazioni di fronte a quello che per loro è palesemente un fatto normale.

Come sarebbe se questi bambini avessero la possibilità di crescere in un contesto in cui diventare potenti spacciando non fosse l’unica possibilità di ascesa e magari neanche una possibilità? Che strada percorrerebbero se potessero esprimere e nutrire i loro talenti in un contesto stimolante e sicuro, in cui non ci si picchia per un cliente rubato e non si sequestra la gente nelle cantine? Quanto fascino avrebbe la narrativa del criminale di successo, se tanti consumatori non la corroborassero mantenendo la domanda altissima e acquistando sostanze tagliate al 90% per massimizzare profitti sempre più alti?

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