Schloss Dammsmühle: istantanee di storia tedesca, fra sfarzo e graffiti
Contributo e fotografie a cura di Stefano Comi (Sito ufficiale, Pagina Facebook)
Difficile scrivere una storia esaustiva del castello di Dammsmühle, un po’ perché le notizie al riguardo sono poche, un po’ perché negli anni proprietari e uso si sono succeduti con una frequenza tale da richiedere, solo per questo, una narrativa fitta di nomi e date tanto da rendere assolutamente noioso il racconto. Le prime notizie risalgono al quattordicesimo/ quindicesimo secolo quando i monaci cistercensi del monastero di Lehnin costruiscono qui uno dei tanti mulini che permetteranno lo sviluppo di una prima economia ordinata e strutturata della quale i religiosi si faranno carico.
L’oasi del sovrano, fra i monasteri
Se Lehnin è la casa madre dell’ordine, i monasteri di Chorin, Zinna e Himmelpfort faranno da corollario incrementando la bonifica dei terreni, l’agricoltura, l’allevamento di ovini e bovini, lo sfruttamento dei sedimenti di calcare, la distillazione della birra, la cottura dei mattoni e, dulcis in fundo, l’attività di decine di mulini. Curiosamente, dopo aver donato vasti territori agli ordini religiosi e approfittato della loro opera per la bonifica a costo zero, con la riforma protestante beni e ricchezze vengono sequestrati, i monaci esautorati da qualsiasi funzione, edifici e angoli del paesaggio ora prosperi saranno utilizzati da conti e duchi per costruire ville e residenze esclusive.
È il caso di Dammsmühle, dove Friedrich Wilhelm I di Brandeburgo della famiglia degli Hohenzollern, si fa costruire un casino di caccia. La villa, con i suoi 28 ettari di parco, lontano dagli impegni politici e militari, si presta al riposo fra lunghe passeggiate, battute di caccia, la pesca sul lago. Devono essere stati questi gli elementi che convincono il fabbricante e fornitore dell’esercito prussiano Peter Friedrich Damm ad acquistare la proprietà ormai in disuso nel 1755.
I fasti del ‘700 alla miseria della guerra
Mette mano alla costruzione esistente che diventa un palazzo a due piani e, nel rispetto della moda rococò dell’epoca, al piano superiore si trova anche un teatro. La regina Elisabeth Christine, moglie di Friedrich II – il Grande, verrà spesso a Dammsmühle mentre il marito si trastulla a Sanssouci offrendo concerti ai quali partecipa come flautista.
Estinta la famiglia Damm e senza eredi, il palazzo viene messo all’asta per essere aggiudicato al tenente colonnello Adolph Wollank. Il militare fa venire da Berlino gli architetti Gustav Erdmann und Ernst Spindler, il palazzo viene ristrutturato in stile neobarocco, innalzato di un piano, munito di una torre, sull’isola artificiale di fronte all’ingresso d’onore viene costruita una pomposa sala da ballo.
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Alla sua morte, il fratello Otto gestirà la proprietà alla quale darà il nome ufficiale di Dammsmühle a ricordo del primo proprietario. A questo punto inizia il carosello dei passaggi di proprietà difficile da seguire. Il primo acquirente nel 1919 è l’uomo d’affari Hermann Zirkel che mette a disposizione la località a una produzione cinematografica. Dieci anni più tardi sarà Harry Goodwin Hart, direttore del colosso Uniliver ad entrarne in possesso ma, a causa delle sue origini ebraiche, lascerà con la moglie la Germania.
La proprietà finirà quindi sotto la diretta amministrazione del Reichsführer delle SS, Heinrich Himmler; venticinque condannati ai lavori forzati del campo di concentramento Sachsenhausen verranno trasferiti qui per svolgere lavori di manutenzione. Nel 1945 è l’Armata Rossa ad occupare il palazzo. Nel parco vengono eretti alcune palazzine che serviranno da ospedale militare, mentre l’edificio storico diventerà il circolo ufficiali.
Dammsmühle negli anni della DDR, l’abbandono e i graffiti
Passato nel 1951 sotto l’amministrazione della ex-DDR, si utilizza il territorio come campo scuola per l’associazione giovanile dei pionieri e il palazzo come Guest House. È in questa funzione che nell’estate del 1983, qui hanno avuto luogo le trattative segrete per un prestito miliardario fra il ministro bavarese della CSU F.J. Strauss (+ 1988) e funzionari del Ministero per la sicurezza dello Stato (Stasi.) della DDR.
Dopo la caduta del muro passa di nuovo in mani private e da allora si susseguono continui cambi di proprietà, accompagnati a singhiozzo dei timidi lavori di restauro. Le palazzine di costruzione sovietica e della ex-DDR, saccheggiate e vandalizzate, sono diventate suggestivi Lost Places dove generazioni di graffitari si sono dati la mano nella mano per dare vita alla loro creatività grafica. L’accesso al parco è libero, il palazzo storico è transennato e custodito.
Come arrivare a Schloss Dammsmühle:
Digitare sul navigatore: Schloss Dammsmühle, Schloßstraße, 16348 Wandlitz; Buona passeggiata
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