Sahra Wagenknecht: la controversa esponente della Linke che piace all’estrema destra

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Sahra Wagenknecht Foto: EPA-EFE/OMER MESSINGER

Sahra Wagenknecht è da tempo una delle figure più controverse all’interno di Die Linke, al punto da far ritenere sempre più probabile una sua uscita dal partito. Fin qui nulla di strano: per quanto il fenomeno sia meno frequente che in Italia, anche in Germania capita che nomi di spicco dei partiti storici escano dalle proprie formazioni d’origine o vengano espulsi, per sopravvenute differenze di vedute rispetto alla linea ufficiale del partito su questioni fondamentali. Questo caso, tuttavia, è particolare: da diverse settimane, infatti, si parla della possibilità che Wagenknecht fondi un proprio partito e del fatto che questa scelta possa rivelarsi per lei vincente.

Le mille controversie di Sahra Wagenknecht, dalla vicinanza ai Querdenker agli attacchi ai Verdi

Sahra Wagenknecht rappresenta quella corrente di Die Linke che, come è avvenuto per molte sinistre occidentali, si è staccata sempre più dal centro del proprio partito, cavalcando l’onda di temi specifici come le misure anti-pandemiche o le posizioni sulla guerra in Ucraina, per convergere con diversi gruppi, non di rado provenienti dall’estrema destra. Da questo coacervo è stato composto, per la sua gran parte, il movimento noto in Germania come “Querdenker”, che ha fatto parlare di sé per l’aggregazione di negazionisti del Covid, anti-vaccinisti e sostenitori di teorie del complotto e per le numerose manifestazioni. Wagenknecht è stata parte di un’esigua minoranza all’interno della politica tedesca che si è opposta alla campagna vaccinale, paventando la “dittatura sanitaria”.


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Più di recente, ha accusato il governo tedesco di aver “avviato una guerra economica”, ha definito i Verdi “il partito più pericoloso del Bundestag” e ha affermato che le sanzioni contro la Russia danneggiano più la Germania che non il Paese contro il quale sono dirette.

La candidata ideale per Compact. Arriva la benedizione dell’estrema destra?

A coronare definitivamente lo status di “personaggio controverso”, tuttavia, è arrivato questa settimana l’endorsement di Compact, testata notoriamente vicina all’estrema destra e che si presenta come “Magazine per la sovranità”, il quale ha dedicato a Sahra Wagenknecht una copertina con il titolo “La migliore cancelliera – una candidata per la sinistra e per la destra”. Si tratta dunque dell’incarnazione di una specie di minotauro rosso-bruno, che realizza il tanto teorizzato incontro dei due estremi, che a forza di allontanarsi dal centro si sono incontrati dal lato opposto a quello di partenza? Sembra essere di questa opinione il Ministro della Sanità Karl Lauterbach (SPD), che ha retwittato la copertina commentando “Nessuna persona di buon senso vorrebbe un partito del genere. Pieno di astio nei confronti degli stranieri, fedele a Putin e ignorante in materia di cambiamenti climatici.”

Secondo il sondaggio di Civey, un eventuale partito guidato da Wagenknecht avrebbe moltissimo successo all’Est

Eppure, secondo un sondaggio di Civey per Der Spiegel, un eventuale partito fondato da Wagenknecht potrebbe essere sorprendentemente popolare, soprattutto nei Länder dell’Est. Il 49% degli intervistati residenti all’Est, infatti, si è detto disponibile a votare per un partito fondato da Wagenknecht, contro il 24% dell’Ovest. A livello federale, il 20% degli intervistati ha risposto che potrebbe “sicuramente” immaginare di votare per tale ipotetico nuovo partito, mentre il 10% ha risposto che un voto in tal senso è “probabile”. La percentuale più alta di successo si riscontra fra gli elettori dell’AfD (68%) e fra quelli di Die Linke (67%). Per fino un quarto degli elettori dell’Unione (sempre fra gli intervistati da Civey) potrebbe immaginarsi di votare per il nuovo partito di Sahra Wagenknecht. La percentuale più bassa, il 7%, si registra fra gli elettori dei Verdi.

Non è ancora chiaro se la “migliore cancelliera” secondo Compact abbia effettivamente intenzione di formare un proprio partito e, per il momento, non ci sono indicazioni certe in tal senso, ma è ipotizzabile che eventuali considerazioni in merito da parte della diretta interessata e del suo entourage possano essere influenzate dal sondaggio di Civey e dal dibattito che ne è seguito.

Die Linke in crisi: il fenomeno Wagenknecht è una conseguenza, più che una causa

Nel frattempo, Wagenknecht continua a far discutere i colleghi di partito, molti dei quali attribuiscono la debacle di Die Linke alle ultime elezioni proprio alle sue dichiarazioni controverse, arrivando ad accusarla di non essere più interessata alle sorti del partito, ma solo alla sua visibilità personale e alla vendita dei suoi libri, se non addirittura di voler apertamente sabotare e distruggere il partito dall’interno.

D’altra parte, Die Linke deve fare i conti con la difficoltà di mantenere una linea politica definita su alcune questioni cruciali, come dimostrato dagli episodi verificatisi nel Brandeburgo, quando esponenti di Die Linke hanno manifestato insieme ad AfD e Querdenker contro la guerra e la crisi energetica, attirando le critiche del leader locale Sebastian Walter. In tal senso, un fenomeno controverso come la crescente visibilità di Wagenknecht appare più un sintomo della disgregazione del partito che non la causa della sua debolezza elettorale.


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La crisi di identità del partito, evidentemente, è un fenomeno che si estende ben oltre la singola figura di qualunque parlamentare, Sahra Wagenknecht si trova semplicemente nella posizione ideale per raccogliere i dividendi politici di una crisi già in corso.

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