Donatello: le meraviglie del Rinascimento
Contributo e fotografie a cura di Stefano Comi (Sito ufficiale, Pagina Facebook)
Impressioni da “Donatello a Berlino” – Chissà cosa fa scattare la molla che invoglia signorotti e condottieri che dopo aver investito il loro patrimonio in armate, castelli e cortigiane, decidono di chiamare a palazzo artigiani e artisti famosi per ornare le pareti delle stanze, altrimenti grigie e fredde, con arazzi, affreschi e quadri che pagheranno quanto una compagnia mercenaria di lancieri svizzeri. Forse il desiderio di fare concorrenza al clero onnipresente, fiero della propria cultura e conoscenza dentro le cattedrali sfacciatamente ricche di immagini maestose e gloriose a rappresentare i motivi ricorrenti di pietà, passione e misericordia, statue che raccontano la vita di santi, miracoli straordinari, resurrezioni gloriose che tanto rispetto suscitano fra la popolazione dei fedeli.
Sta di fatto che, con il Rinascimento italiano, si scatenò una vera e propria caccia all’artista a colpi di appalti e offerte che tennero occupato ogni personaggio che sapesse tenere in mano un pennello, picchiare uno scalpello o fondere con bravura impavidi destrieri e cavalieri intrepidi alla maniera degli antichi romani, modelli di un passato epico ed eroico. Ovvio che l’avvio di questo fenomeno sia avvenuto nelle chiese, nelle abbazie, nei conventi che godevano non solo del tesoro apparentemente inesauribile delle offerte dei fedeli, ma anche dei motivi allegorici infiniti che la narrativa vetero- e neotestamentaria dispensa.
Donatello: da Firenze al mondo
Donatello, nato a Firenze alla fine del XIV secolo e impiegato come garzone nella bottega di Lorenzo Ghiberti dopo un’adolescenza vivace documentata dagli atti giudiziari che testimoniano la partecipazione a una rissa, è forse uno degli interpreti più emblematici di questo periodo. Incaricato di ultimare due piccole statue di profeti per il duomo di Firenze, attirò immediatamente l’attenzione del suo datore di lavoro e dei committenti per la sua bravura e l’originalità del suo lavoro.
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Superato l’apprendistato realizzò, sempre per il Duomo, il David che lo rese famoso negli ambienti dell’arte, della politica e della chiesa del tempo. Infatti, in questa sua rappresentazione dell’eroe biblico, David impugna una spada con la quale ha reciso la testa di Goliath, che ora giace ai suoi piedi; un’idea poi ripresa più volte anche nella pittura, come ad esempio dal Pollaiolo.
La rappresentazione, in un periodo di cambiamenti e sconvolgimenti epocali, viene interpretata come il trionfo dell’idea repubblicana su quella assoluta della monarchia. Gli incarichi si moltiplicano, Donatello stupisce ancora con le sue formelle di materiali vari scolpite con una nuova tecnica di “rilievo schiacciato” che, nonostante la loro bassa plasticità, mostrano una grande profondità spaziale riuscendo a rappresentare emozioni figurative fin qui sconosciute.
Per far fronte ai numerosi impegni apre una bottega in collaborazione con Michelozzo e avvalendosi della cooperazione di altri artisti. La sua tecnica viene copiata da scultori e pittori, la sua fama oltrepassa presto i confini di Firenze. A Padova realizza un grande crocefisso di bronzo per la Basilica di Sant’Antonio e, con i suoi collaboratori, una serie di bassorilievi di bronzo e marmo e una statua equestre per il condottiero veneziano Erasmo di Narni, detto Gattamelata.
Il ritorno a Firenze
Tornato a Firenze viene assunto da Cosimo de’ Medici per realizzare numerose opere, fra le quali una scultura bronzea di Giuditta e Oloferne, anche questa interpretata come trionfo delle idee repubblicane e, dopo la cacciata dei Medici da Firenze, esposta sulla piazza della Signoria. Riesce ancora a realizzare alcuni bassorilievi di bronzo per la chiesa di San Lorenzo, ma, ormai invecchiato e stanco, lascia molte delle sue ultime opere incompiute, dando loro involontariamente un tocco di modernità.
Donatello muore a Firenze il 13 dicembre 1466 e viene sepolto nella cripta di San Lorenzo nelle immediate vicinanze del suo patrono Cosimo de’ Medici. La sua arte è considerata un giro di boa che ispirerà tutto il Rinascimento italiano. Con circa 90 opere fra le quali un Giovanni Battista che ha fatto scuola, spiritelli, amorini e alcune grandi opere che non hanno mai lasciato l’Italia prima d’ora, si apre la mostra nella Gemäldegalerie: il panorama di un’epoca. La mostra sarà aperta fino a gennaio.
Come arrivare alla Gemäldegalerie: Bus 200.
In automobile: digitare sul navigatore Matthäikirchplatz, 10785 Berlin. Parcheggi a pagamento sulla Tiergartenstraße à 3,00€/h.
Caffè all’interno del museo a prezzi medio-alti.
Buona visita.
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