Bikini Berlin: un tempio dello shopping e un simbolo dell’ovest

Foto di Stefano Comi
Contributo e fotografie a cura di Stefano Comi (Sito ufficiale, Pagina Facebook)

Forse uno dei simboli più iconici della Berlino-ovest durante la divisione della città, il Bikini Berlin è sicuramente oggi un centro commerciale diverso da ogni altro, senza la presenza soffocante e ripetitiva dei grandi marchi. Costruito nel 1957 come “Zentrum am Zoo”, da Paul Schwebes e Hans Schoszberger due architetti con una visione urbanistica futurista, decisamente dirompente rispetto al concetto monumentale e simmetrico del passato regime, dovette superare per la sua realizzazione non poche barriere e resistenze, anche perché nella commissione urbanistica del Senato lavoravano ancora alcuni collaboratori di Albert Speer, l’architetto di Hitler.

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La nascita del Bikini Berlin

Finanziato con i fondi del Piano Marshall e da un privato, attirò immediatamente l’attenzione per le originali soluzioni architettoniche e per l’uso ibrido dei suoi spazi. Infatti, mentre sul piano della strada, introdotti da un generoso porticato, si affacciavano negozi e ristoranti, i piani superiori furono destinati alla produzione di capi d’abbigliamento femminile. Dalla lingerie all’alta moda, fino alla fine degli anni ’60 del secolo scorso 700 macchine da cucire, distribuite in ben 60 ditte, producevano pronti per la vendita che avveniva in luogo, capi d’abbigliamento che nulla avevano da invidiare a quelli prodotti nel resto della Germania o in Europa.

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Fra il secondo e i piani superiori, gli architetti collocarono il parcheggio con la facciata aperta sia sulla Budapester Straße che sul retro lungo tutti i duecento metri dell’edificio, dividendolo così in due parti: due i piani inferiori e tre quelli sopra il parcheggio. Pane per i denti dei berlinesi amanti del sarcasmo dissacrante e avvezzi ad affibbiare nomignoli ad ogni edificio caratteristico della città. Fin dai primi giorni, il “Zentrum am Zoo” venne così ribattezzato “Bikini” o “Bikini Haus”, con riferimento sia alla struttura architettonica che alla presenza dei laboratori di abbigliamento.

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Un tempio dello shopping

Fino alla caduta del muro, il Bikini Berlin è stata una meta obbligatoria per lo shopping del fine settimana e una calamita nel periodo natalizio. Da un capo dell’edificio, apriva la lunga serie di negozi una celebre casa d’aste, frequentatissima da acquirenti e curiosi che calcavano il naso sulle ampie vetrine sotto il portico. Seguiva una libreria di una associazione di beneficenza, con i libri più inverosimili distribuiti su lunghi tavoli di legno.

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I negozi di abbigliamento al pian terreno sono stati per anni il paradiso di popolazioni di ragazzi punk, dark, rock, beat, gothic, funk e, a seguire, un ampio negozio di articoli e capi d’abbigliamento orientali per chi, in quegli anni, tornava da esperienze mistiche in terre lontane. Sotto i portici apriva le porte anche un ristorante cinese, frequentato dall’eccellenza dello spettacolo, del cinema, del cabaret e, per finire, un Biergarten bavarese offriva, oltre alle birre nei tipici boccali serviti da cameriere in Dirndl, le specialità culinarie regionali.

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Un’anima ribelle

Annessa al Bikini, la sala cinematografica dello Zoo Palast è stata sede fino al 1999 della rassegna cinematografica “Berlinale”, fonte di polemiche e di scandali per le premiazioni di film estremamente politicizzati come “Stammheim”, o per la proiezione di tutta la serie dei film di Russ Meyer. Condannato all’oblio dopo la caduta del muro, tutto il complesso è stato acquistato da una società bavarese che lo ha completamente ristrutturato mantenendo però il carattere di località diversa, originale e un po’ ribelle.

Foto di Stefano Comi

Un luogo da vivere anche oggi

L’architettura con tutta la struttura a vista, la Hall aperta su tre piani, una grande vetrata aperta direttamente sullo Zoo, 7.000 metri quadrati di terrazza in parte piantumata e liberamente accessibile, anche questa affacciata sullo Zoo e in parte sull’Europa Center, quasi a contatto con la Gedächtniskirche e i nuovi grattaceli adiacenti, assieme agli oltre 50.000 metri quadrati di superficie commerciale, l’annesso Hotel 25h che, forse unico in tutta la città, vanta sei categorie di tariffe per 149 stanze, la presenza dei numerosi negozi di abbigliamento con assortimento dal metal all’alta moda, boutique, gallerie d’arte, 20 moduli di legno per esposizioni temporanee di artigiani e start-up, un ristorante con dodici cucine diverse, lounge, mostre estemporanee e, ciliegina sulla torta, aver sostituito il nome da “Zentrum am Zoo” direttamente a “Bikini Berlin” in omaggio allo spirito berlinese, fanno ancora oggi di questa località una meta amata da berlinesi e turisti, sia per un acquisto fuori dagli schemi, sia per un caffè in terrazza senza fretta.

Foto di Stefano Comi

Come arrivare al Bikini Berlin: Tutti i mezzi che arrivano allo Zoo.
In automobile: per il parcheggio sotterraneo digitare: Budapester Straße 38-10787 Berlin. Ca. 2,50€/h

Buona passeggiata