Dopo il “vaffa” di Melnyk, SpaceX di Elon Musk vuole smettere di fornire internet satellitare all’Ucraina

ex militari elon musk
Elon Musk, NASA/Bill Ingalls, Public domain, via Wikimedia Commons

Chi ha letto del breve e poco edificante scambio fra l’ambasciatore ucraino uscente in Germania Andrij Melnyk e il miliardario sudafricano Elon Musk, nel quale Musk tentava di risolvere la guerra con un sondaggio su Twitter e Melnyk lo mandava a quel paese, potrebbe aver liquidato la cosa come una notizia di costume. Due personalità note per gli eccessi e le dichiarazioni a sproposito hanno utilizzato un social che ben si presta agli eccessi e alle dichiarazioni a sproposito, per prodursi in dichiarazioni eccessive. A sproposito. Ma questi bisticci da jet set, era lecito pensare, non possono in alcun modo influenzare l’andamento della guerra, quella vera, quella condotta sul territorio ucraino da forze che hanno ben altri interessi che non l’orgoglio individuale. Tutto questo potrebbe essere vero, se Musk non fosse il proprietario di SpaceX, l’impresa che garantisce il funzionamento del servizio internet satellitare Starlink, che al momento è utilizzato dall’Ucraina e ha un ruolo critico anche nella gestione del conflitto.

Nelle aree in cui non c’è più accesso alla telefonia mobile e a internet a causa della distruzione delle infrastrutture, Starlink ha garantito, finora, la possibilità di mantenere aperti i canali di comunicazione sia per i civili che per l’esercito ucraino.

Musk motiva la sua decisione con le dichiarazioni di Melnyk

SpaceX, ora, vuole tagliare i finanziamenti a Starlink e Musk, per fugare ogni dubbio, ha giustificato la decisione con le “raccomandazioni” ricevute da Melnyk. E dal momento che Melnyk gli ha raccomandato di andare al diavolo, Musk lo fa e si porta via il pallone. Resta da stabilire solo l’entità del “pallone” in gioco: SpaceX potrebbe, per esempio, tagliare i fondi a Starlink ma lasciare in piedi il servizio, così da permettere ad altri finanziatori di intervenire, mantenendo attivo il collegamento che permette all’Ucraina, per esempio, di effettuare ricognizioni nelle zone di guerra utilizzando la tecnologia satellitare. Oppure potrebbe tagliare completamente il servizio, ponendo l’Ucraina in una situazione di svantaggio critico rispetto alla Russia.


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In una lettera inviata giovedì al Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti e citata dalla CNN, SpaceX ha motivato la fine dei finanziamenti limitandosi a dichiarare: “Non siamo in grado di donare ulteriori apparecchiature di ricezione all’Ucraina o di finanziare a tempo indeterminato i terminali esistenti”.

SpaceX chiede al Pentagono di finanziare Starlink

Stando a quanto riportato dalla CNN, SpaceX avrebbe chiesto al Pentagono di intervenire per finanziare Starlink, propendendo quindi per un taglio dei fondi (con la possibilità di un contratto miliardario con il Ministero della Difesa americano), piuttosto che per una cessazione del servizio tout court. Nello specifico, SpaceX avrebbe individuato i costi di Starlink in 120 milioni di Dollari entro la fine dell’anno e fino a 400 milioni di Dollari per ulteriori 12 mesi.

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