All’Ephraim-Palais arriva “Boem!” La mostra dedicata al poeta rivoluzionario Paul van Ostaijen

Contenuto promosso dalla Stiftung Stadtmuseum. Il museo Ephraim-Palais © Stadtmuseum Berlin, Foto Fiona Hirschmann
Contenuto promosso dalla Stiftung Stadtmuseum. Il museo Ephraim-Palais © Stadtmuseum Berlin, Foto Fiona Hirschmann

Se vi trovate a passeggiare per le vie di Nikolaiviertel, splendido e inconfondibile angolo di passato nel moderno centro di Berlino, potreste capitare davanti all’Ephraim-Palais. Questo splendido museo che fa parte della fondazione dei musei civici berlinesi ospita mostre che esplorano diversi aspetti della storia e della cultura di questa città. Completamente ricostruito nel 1987 per il 750° anniversario di Berlino, l’Ephraim Palais è stato oggetto di un ulteriore restauro negli ultimi due anni, per riaprire i battenti lo scorso settembre, con la splendida mostra “Aufbrüche. Abbrüche. Umbrüche” sull’arte a Berlino Est tra il 1985 e il 1995, della quale abbiamo già parlato.

La storia dell’Ephraim-Palais

La storia di questo museo è la quintessenza di tutto ciò che è berlinese: frammentata, turbolenta, estrema ed emblematica di una capacità di resistere agli sconvolgimenti circostanti, ripartendo ogni volta dalle proprie fondamenta. Un tempo, in questo luogo, sorgeva la più antica farmacia di Berlino. Lo stabile fu acquistato nel 1762 dal costruttore ebreo e gioielliere di corte di Federico II, Veitel Heine Ephraim, il quale incaricò il capomastro Friedrich Wilhelm Diterichs di collegare l’edificio a un altro, sempre di sua proprietà e situato all’angolo della strada. I due palazzi furono quindi trasformati in un unico, magnifico edificio d’angolo in stile rococò che presto venne considerato il più bello di Berlino.

Dopo il 1892, l’Ephraim Palais passò di mano più volte, ceduto dagli eredi del costruttore, e fu prima ampliato e poi, nel 1936, demolito per permettere lavori di ammodernamento del traffico fluviale. Il comune si era però impegnato a ricostruirlo, quindi la facciata non fu distrutta, bensì smontata e conservata in pezzi in un magazzino nel quartiere di Wedding.

Un particolare della facciata originale © Stadtmuseum Berlin, Foto Fiona Hirschmann
Un particolare della facciata originale © Stadtmuseum Berlin, Foto Fiona Hirschmann

Come è facile immaginare, i piani di ricostruzione furono completamente ribaltati dalla guerra e dalle successive sorti di Berlino: il sito originale si trovava all’est, la facciata scomposta, invece, all’ovest. Per un periodo, la Germania Ovest pensò di ricostruire l’Ephraim-Palais a Kreuzberg, ma il progetto naufragò e si convenne di ricostruirlo al suo posto per l’anniversario della città, portando quindi le parti preservate della facciata nella parte orientale, dove finalmente il palazzo fu ricostruito, poco lontano dalla sua posizione originale, e divenne quel tempio della cultura che è rimasto fino ai giorni nostri.

Boem!

Paul van Ostaijen © Sammlung der Stadt Antwerpen, Letterenhuis
Paul van Ostaijen © Sammlung der Stadt Antwerpen, Letterenhuis

Arriviamo dunque al presente: il 14 ottobre è stata inaugurata all’Ephraim Palais la mostra “Boem!” dedicata all’esperienza berlinese del poeta belga/fiammingo Paul van Ostaijen, che visse nella capitale tedesca dall’ottobre 1918 al maggio 1921, ovvero negli anni caldi del primo dopoguerra, arrivando in Germania per sfuggire a una condanna al carcere ricevuta nel suo Paese per aver manifestato contro il cardinale Désiré-Joseph Mercier.

Mercier era un importante rappresentante del patriottismo belga e si era ripetutamente espresso contro il riconoscimento della lingua olandese nelle Fiandre come uguale a quella francese. Nella regione belga delle Fiandre, che comprende la città natale di van Ostaijen, Anversa, si parlava principalmente olandese, ma tutte le cariche importanti erano ricoperte dall’élite francofona dell’epoca.

A Berlino van Ostaijen fu testimone degli eventi rivoluzionari e incontrò numerosi artisti espressionisti, lasciandosi influenzare da questa corrente, così come dal dadaismo e dal surrealismo. Il suo volume di poesie “Bezette Stad” (“Città occupata”), scritto proprio a Berlino, ma ispirato all’assedio di Anversa da parte dei tedeschi durante la Prima Guerra Mondiale, portò una vera e propria rivoluzione non solo nel mondo della poesia, ma anche in quello della tipografia, segnando un momento di svolta nella letteratura europea dei tempi moderni. Oggi è considerato uno dei poeti più importanti del panorama culturale fiammingo.

Manoscritto di Bezette Stad © Sammlung der Flämischen Gemeinschaft, Letterenhuis
Manoscritto di Bezette Stad © Sammlung der Flämischen Gemeinschaft, Letterenhuis

A Berlino, il poeta si inserì presto nell’ambiente vibrante delle avanguardie artistiche e culturali, frequentando i pittori George Grosz ed Erich Heckel, l’editore e gallerista Herwarth Walden, i letterati Theodor Däubler, Else Lasker-Schüler, Walter Mehring e Salomo Friedlaender. Diventa amico dei pittori Lyonel Feininger, Arnold Topp, Georg Muche, Heinrich Campendonk e Fritz Stuckenberg.

Nelle sue opere, von Ostaijen racconta la rivoluzione – nella ferma convinzione che questa possa essere guidata dall’arte – parlando della Grande Guerra, dello sconvolgimento dell’ordine sociale borghese, della sua visione di un’Europa socialista di nazioni indipendenti, ma anche della solitudine e della paura che caratterizzarono quegli anni. Il ritorno in Belgio nel 1921 dipese da diversi fattori: da un lato la delusione per la mancata rivoluzione in Germania e per un’arte che von Ostaijen giudicava troppo poco radicale, dall’altro la fine della sua relazione con Emma Clements, dalla quale dipendeva anche per il sostentamento.


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La sua fama, chiaramente, è esplosa soprattutto in Belgio e Olanda, mentre nel resto d’Europa, compresa la Germania, il potere dirompente della sua arte è relativamente poco conosciuto. La mostra Boem! (spelling fiammingo di “Boom!”) punta a riaprire il suo dialogo interrotto con il pubblico berlinese. Fra le altre cose, sono esposti alcuni dei suoi manoscritti, il ritratto “Gli Amanti”, di Fritz Stuckenberg, che ritrasse insieme Paul van Ostaijen ed Emma Clements, oltre a fotografie, dipinti, acquerelli, grafiche, testi e animazioni audio-video, che raccontano l’esilio berlinese e il rapporto del poeta con la città.

Fritz Stuckenberg, Gli amanti © Landesmuseum für Kunst und Kulturgeschichte Oldenburg
Fritz Stuckenberg, Gli amanti © Landesmuseum für Kunst und Kulturgeschichte Oldenburg

La mostra è suddivisa in tre parti: nella prima si assiste all’evoluzione artistica e politica di van Ostaijen dopo il suo soggiorno ad Anversa, nonché ai suoi incontri e allo sviluppo delle sue ambizioni artistiche. Nella seconda, corredata di manoscritti originali, vengono presentate le tre principali opere letterarie che van Ostaijen compose a Berlino (la già citata “Bezette Stad”, la raccolta di poesie “De Feesten van Angst en Pijn” , ovvero “Le feste della paura e del dolore”, ispirata alla precarietà della vita moderna, e “De Bankroet Jazz”, ovvero “Il jazz del fallimento”, che è una sceneggiatura per un film muto. In questa sezione è visibile il manoscritto originale di “Bezette Stad”, che si riteneva perduto fino al 2021. In entrambi i volumi di poesia, van Ostaijen sperimenta con il linguaggio e con la forma delle parole e delle lettere. In ultima analisi, ha creato una poesia spezzata per un mondo spezzato – in modo non dissimile da alcuni esperimenti della poesia futurista che potranno suonare familiari al pubblico italiano, ma che in van Ostaijen devono più al movimento dadaista e alla fascinazione per i tagli cinematografici. Influenzato dai movimenti di innovazione artistica del suo tempo, sviluppò anche una forma di poesia tipograficamente completamente nuova, la tipografia ritmica.

Nella terza e ultima sezione, la mostra punta a stabilire un legame con il presente con opere artistiche contemporanee. Ispirati da van Ostaijen, gli artisti di lingua olandese e tedesca le cui opere compongono questa sezione della mostra, hanno cercato risposte alle crisi contemporanee, in particolare alla pandemia, nel progetto “Besmette Stad” (“Città infestata”). Una selezione delle loro opere è stata inserita nella mostra. Il progetto è stato organizzato dall’organizzazione culturale fiammingo-olandese deBuren e dalla Società Paul van Ostaijen.

Hanaa El Degham, Maqām, 2022 © Hanaa El Degham, Foto Alexander Rentsch
Hanaa El Degham, Maqām, 2022 © Hanaa El Degham, Foto Alexander Rentsch

La mostra all’Ephraim Palais è frutto della collaborazione tra la Stiftung Stadtmuseum Berlin, il Letterenhuis Antwerpen, il governo fiammingo e l’organizzazione culturale fiammingo-olandese Vlaams-Nederlands Huis deBuren. Si tratta di un adattamento e di un complemento della mostra esposta al Letterenhuis Antwerpen nell’estate del 2021, Boem Paukeslag. Bezette Stad 100! La mostra è stata accompagnata da Matthijs de Ridder, autore e biografo di Paul van Ostaijen.

Visite guidate ed eventi

11 novembre + 9dicembre | 15.30

BOEM! Paul van Ostaijen in parole e suoni

Visita guidata dai curatori seguita da un concerto ispirato alla mostra all’interno della Nikolaikirche

Ingresso / ridotto: 10,- Euro / ridotto 6,- Euro
max. 15 partecipanti
Punto di incontro: Museo Ephraim-Palais (Salone, piano terra)

22 ottobre + 19 novembre + 26 novembre + 10 dicembre | 11.00

BOEM! Paul van Ostajien a Berlino

Visita guidata
Ingresso / ridotto: 10,- Euro / ridotto 6,- Euro

6 novembre | 11.00 – 17.00

Offerta per famiglie in occasione della domenica dei musei: “Bäng!” Tutti possono scrivere poesie!

In questo workshop ispirato dalla mostra, tutti sono invitati a scrivere brevi poesie e ad affiggerle su cartoline. Le poesie possono essere scritte utilizzando tecniche casuali e il metodo della scrittura automatica. Utilizzando caratteri, linee e spazi diversi, ogni testo diventa una piccola opera d’arte. Con l’aiuto di una guida, si creano collage con triangoli di carta colorata e ritagli di giornale. L’ispirazione è fornita da un dipinto cubista futurista di Fritz Stuckenberg.

Ingresso libero

23 novembre | 18:00

Paul van Ostaijen oggi

Conversazione con l’artista Hanaa el Degham e Matthijs de Ridder
Una conferenza sul poeta fiammingo e sul suo significato per il presente.

Ingresso / ridotto: 3,- Euro / ridotto 2,- Euro max. 27 partecipanti

7 dicembre | 18:00

“ON PAPER” – La Berlino degli anni Venti dal punto di vista di Paul van Ostaijen.

Andreas Teltow, responsabile della collezione di arti grafiche, e i suoi colleghi presenteranno una selezione di opere grafiche in gran parte sconosciute della collezione dello Stadtmuseum di Berlino.

Ingresso / ridotto: 3,- Euro / ridotto 2,- Euro
Ulteriori informazioni: (030) 24 002 – 162 | [email protected]

La prevendita dei biglietti avviene tramite la biglietteria. I biglietti sono disponibili sia online che in loco.

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