Sciopero degli infermieri: perché in tutta la Germania i professionisti della salute scendono in piazza

sciopero degli infermieri

Lo sciopero dei lavoratori della salute prosegue ormai da settimane in Germania, con il personale dei principali policlinici, in diverse città, che sempre più spesso esce dalle corsie per affollare le piazze – sempre rispettando le misure di sicurezza anti-contagio. Molti hanno visto con dubbio o con sospetto le proteste, organizzate prevalentemente dal sindacato Ver.di, ritenendo che sia irresponsabile, da parte dei professionisti del settore sanitario, abbandonare i propri pazienti proprio in un momento che tutti sono d’accordo nel definire di crisi, di emergenza drammatica e addirittura senza precedenti. Jens Scholz, presidente dell’associazione degli ospedali universitari, ha addirittura accusato gli aderenti allo sciopero di dare priorità ai propri guadagni rispetto alla salute dei pazienti e ha definito il loro sciopero un esempio di “scarsa lungimiranza e nessuna compassione per i pazienti”. Ma cosa motiva davvero lo sciopero degli infermieri?

A questa situazione complessa ha dedicato un lungo approfondimento, di recente, il quotidiano Die Zeit, che ha intervistato alcuni dei rappresentanti dei gruppi scesi in piazza, per indagare sulle pecche che hanno portato un sistema i cui limiti sono stati esposti drammaticamente da questi due anni di pandemia.

Lo sciopero degli infermieri coinvolge tutta la Germania

Da Bonn a Jena a Berlino, sono molte le città che hanno visto manifestazioni di questo genere. Le rivendicazioni più pressanti riguardano la mancanza di personale e le condizioni di lavoro. Chiamati a occuparsi di numerosi pazienti in situazioni spesso di emergenza, che richiederebbero anche la possibilità di confortare i pazienti, di operare in modo da salvaguardare i loro diritti e la loro dignità, gli infermieri e gli operatori sanitari spesso non hanno il tempo sufficiente da dedicare a ogni caso e sono costretti a scegliere a cosa dare priorità. Questo, sostengono, abbassa il livello dell’assistenza che sono in grado di fornire a livelli inaccettabili.


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Che cosa chiedono i professionisti della salute?

Non si tratta solo di un aumento degli stipendi – urgentemente necessario, per una professione dalla quale in molti fuggono, proprio per il dislivello fra trattamento economico e condizioni di lavoro – e di un adeguamento del personale alle necessità, ma di rimettere in discussione il sistema. Alcuni dei cartelli sono piuttosto espliciti: “Era già uno schifo prima del Corona”, recitano alcune scritte, che usano a dire il vero espressioni più colorite per esprimere lo stesso messaggio. La situazione di emergenza ha portato alla luce le pecche di un sistema che gestisce la sanità in modo aziendalista, subordinando la salute dei pazienti al profitto e all’efficienza economica. Per questo gli infermieri in sciopero non accettano le critiche di chi li accusa di disinteressarsi dei pazienti proprio nel momento del bisogno. Il problema, sostengono, è proprio che il sistema attuale impedirebbe loro di prendersi cura dei pazienti nel modo adeguato. E se Ver.di chiede un aumento di 300 Euro mensili, ci sono anche altri aspetti che preoccupano gli scioperanti.


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Il profitto prima della salute: quello che non funziona nel sistema sanitario, secondo gli infermieri

Già prima del Covid, sostengono alcuni degli infermieri intervistati da Die Zeit, era invalsa l’abitudine di dare priorità, nel delineare il programma degli interventi da svolgere nel corso di una giornata, a quelli che le assicurazioni pagano meglio, piuttosto che alla reale necessità dei pazienti. Per questo, al netto delle urgenze, un intervento per il quale una differenza di qualche ora può influenzare la difficoltà della procedura o il decorso post-operatorio, rischia di essere effettuato a fine giornata, anziché all’inizio, per dare la precedenza a trattamenti più redditizi. Lo stesso vale per l’assistenza ai pazienti che hanno subito operazioni. “Se la gente vedesse quanto tempo i pazienti giacciono con le piaghe da decubito, nessuno si lascerebbe operare” ha dichiarato a Die Zeit uno degli infermieri intervistati.

sciopero degli infermieri

Certo, al momento gli interventi non indispensabili sono comunque sospesi quasi ovunque, ma, sottolineano alcuni infermieri, il Covid è semplicemente stato il detonatore che ha portato all’attenzione dell’opinione pubblica la crisi del personale ospedaliero e delle terapie intensive. A chi lavora nel settore, tuttavia, il problema era già noto da tempo, così come il sovraffollamento dei pazienti rispetto al numero degli infermieri. Molti di loro, infatti, trovano le nuove assunzioni addirittura prioritarie rispetto agli aumenti. D’altra parte l’emorragia di infermieri nell’ultimo anno è alla base della riduzione dei posti di terapia intensiva, che viene citata fra i parametri chiave per definire il collasso del sistema sanitario tedesco.


coalizione di governo

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Il nuovo governo ha promesso incrementi degli stipendi e agevolazioni fiscali per le professioni sanitarie, ma non è ancora chiaro in che modo queste misure si rifletteranno sul numero degli infermieri attivi negli ospedali tedeschi né su eventuali nuove assunzioni.

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