A febbraio avevano effettuato una rapina in quattro, vestiti da netturbini, di fronte a una banca sita nella famosa via dello shopping di Berlino, il Kurfürstendamm, detto Ku’damm.
Dopo aver assaltato un furgone portavalori e rubato i 600.000 euro che trasportava, si erano dileguati. Giovedì inizia il processo contro l’unico sospettato che la procura sia riuscita a far arrestare. Gli altri tre, restano ancora senza volto e senza nome.
Vestiti da netturbini assaltano un furgone portavalori
La dinamica della rapina è stata ricostruita da video postati in rete da alcuni passanti, divenuti immediatamente testimoni del reato. La mattina del 19 febbraio, i rapinatori hanno infatti colpito indossando divise arancioni da netturbino, delle maschere e dei berretti di stoffa.
L’accusato e un complice avrebbero minacciato le guardie che accompagnavano il furgone con pistole a salve e le avrebbero quindi disarmate. L’accusa sostiene che l’imputato abbia anche spruzzato contro le guardie del gas irritante, mentre i suoi complici trafugavano, dalla porta laterale del furgone, casse di denaro con cui riempivano un sacco. Il sacco veniva quindi trascinato e caricato con difficoltà nel bagagliaio di una station wagon, in seguito trovata bruciata.
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Dietro la rapina, un clan familiare esperto in furti spettacolari
L’accusato ha 31 anni e appartiene a un clan berlinese di origine araba che si è reso protagonista di altre note imprese rocambolesche, che hanno fatto guadagnare al gruppo le prime pagine dei giornali.
Sono stati loro, infatti, a rubare la moneta più grande del mondo, presso il Bode Museum di Berlino, e sempre loro a realizzare il furto da un miliardo di euro dei gioielli di Dresda, definito dalla Bild il più clamoroso della storia del dopoguerra. Nell’estate del 2018, hanno subito il sequestro di 77 appartamenti e case, che la procura considera pagate con il denaro proveniente da una rapina in banca a Berlino-Mariendorf. E in una di queste ville formalmente sequestrate, sono stati sempre loro, infine, a subire l’incursione della polizia, mentre si svolgeva una festa di matrimonio.
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L’imputato ha numerosi precedenti
Il 31enne è stato catturato a marzo e da allora è in carcere. È accusato di rapina aggravata e lesioni personali pericolose. Dopo l’arresto la polizia aveva dichiarato di aver individuato il colpevole in base a “indizi decisivi”.
Il sospetto ha peraltro numerosi precedenti penali e due settimane prima della rapina, il 3 febbraio, un tribunale lo aveva condannato a un anno di carcere senza condizionale per corse automobilistiche illegali e interferenza pericolosa con il traffico. Pena che avrebbe dovuto scontare in seguito.
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