In aprile, la BVG, azienda del trasporto pubblico berlinese, intende riaprire le porte anteriori sui mezzi, che era stata chiusa per ragioni precauzionali all’inizio del primo lockdown, e cioè a marzo del 2020. Immediata la reazione degli esponenti della categoria, che si oppone a gran voce.
I rappresentanti del personale della BVG e l’Unione dei Sindacati del settore dei servizi (Ver.Di) hanno chiesto che questo proposito non venga attuato in una lettera aperta indirizzata al sindaco di Berlino, Michael Müller, e ai membri del Senato.
I sindacati: “Qui si gioca con la nostra salute!”
“Ci rifiutiamo di aprire l’ingresso anteriore dei mezzi per ragioni di protezione della salute e per combattere una pandemia e chiediamo a tutte le parti coinvolte di fermare immediatamente questa misura” si legge nella lettera, così come si legge “Useremo tutti i mezzi a nostra disposizione per attirare l’attenzione sul fatto che qui si gioca con la salute dei nostri colleghi in modo negligente”.
La decisione della BVG arriva proprio durante l’impennata dei contagi che sta caratterizzando la terza ondata di Coronavirus. “Per più di un anno, la BVG ha cercato di proteggere i suoi dipendenti come meglio poteva. Ora vuole allentare la protezione e aprire di nuovo le porte anteriori ai passeggeri, anche se l’incidenza del virus sta aumentando e le varianti aumentano il rischio di contagio… non ha senso!” ha dichiarato un membro del personale, citato dal quotidiano tedesco Berliner Zeitung.
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Perché la BVG vuole riaprire le porte anteriori
Dal primo picco pandemico, avvenuto a metà marzo 2020, è stato stabilito il divieto di acquistare biglietti direttamente sugli autobus della BVG. Questo ha causato all’azienda di trasporti perdite crescenti. Per questo si pensava di ripristinare appena possibile l’apertura delle porte anteriori, originariamente si pensava al 22 marzo, poi si è parlato del 29, ma in seguito alle pressioni dei sindacati sul Senato la data è stata nuovamente annullata.
In un’intervista alla Berliner Zeitung, Eva Kreienkamp, la nuova presidente del consiglio direttivo della BVG, ha parlato ora di metà aprile. Kreienkamp ha anche menzionato un progetto pilota, in cui verrà testato su tutta la rete il pagamento senza contatto, con possibilità di acquistare i biglietti su tutti gli autobus con il Bancomat o carte di credito, nonché, in seguito, anche con un’apposita prepagata della BVG. Una soluzione temporanea che, a detta di Kreienkamp, potrebbe anche diventare permanente. Nell’intervista, la presidente ha anche sottolineato che nelle cabine di guida degli autobus sono stati installati vetri protettivi, per evitare che gli autisti si infettino.
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I vetri protettivi non bastano e le mascherine adatte non ci sono
Gli autori della lettera aperta, tuttavia, contestano anche questo punto, citando una lettera del 9 marzo dell’associazione di categoria in cui si afferma esplicitamente che “I vetri installati non offrono una protezione sufficiente dal Coronavirus e che la distanza minima di 1,5 metri non è mantenuta”.
Un altro problema è quello delle mascherine, perché il personale dichiara di non avere ottenuto le FFP2, che da mercoledì sono invece diventate obbligatorie per i passeggeri. E considerando che gli autisti sono a bordo molto più a lungo e a volte devono lasciare il posto di guida, per esempio per aiutare persone in sedia a rotelle a salire, il problema non è do lieve entità. Non sono dotati di FFP2 neanche gli istruttori, durante le guide di formazione dei nuovi autisti.
(Fonte, Berliner Zeitung)