L’ala estremista ha fortemente influito sull’esito del congresso di AfD ha tenuto a Dresda il 10 e 11 aprile, in vista delle elezioni politiche di settembre. Nonostante diverse questioni importanti siano state rimandate, inclusa la scelta dei due candidati di punta al Bundestag, le decisioni già prese stanno già creando diverse discussioni.
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Ed è nella città di Dresda, dove Afd è molto forte e dov’è nato il movimento di ultradestra xenofobo e anti-islamico Pegida, che hanno preso forma i nuovi punti del programma elettorale di Afd. 570 delegati si sono radunati in presenza, nonostante i rischi causati dalla pandemia, anche per dare un segnale preciso sulle politiche del governo relative a restrizioni e distanziamento sociale.
Il programma elettorale è stato adottato all’unanimità alla fine del congresso. Ma vediamo quali sono i suoi punti fondamentali e i principali argomenti dibattuti, che hanno determinato un’ulteriore svolta a destra rispetto alle precedenti posizioni del partito.
Afd vuole la “Dexit”, l’uscita della Germania dall’Europa
Già nella giornata di sabato, dopo un dibattito piuttosto acceso, la netta maggioranza dei delegati si è espressa a favore dell’uscita della Germania dall’UE, la cosiddetta “Dexit”. Il programma elettorale ora dice: “Consideriamo necessario un ritiro della Germania dall’Unione Europea e la creazione di una nuova comunità europea, economica e di interessi”.
Con questo proclama, la destra del partito, rappresentata da Björn Höcke, ha prevalso contro la direzione di Afd, rappresentata dal leader ed eurodeputato Jörg Meuthen, nonché dal presidente onorario Alexander Gauland. E su Meuthen Höcke ha infierito con la stampa, dichiarando: “Ho già detto chiaramente che ai miei occhi lui non possiede la profonda consapevolezza politico-storico-filosofica per guidare questo partito. Può far parte dell’orchestra, ma non da primo violino”.
Limitazione dell’immigrazione, anche se qualificata
La maggioranza dei delegati si è espressa inoltre nella direzione di una severa limitazione dell’immigrazione, anche in caso di lavoratori qualificati. Per corroborare questa tesi, è stato proposto in questo senso il cosiddetto “modello giapponese”. Si è negata sul piano fattuale anche la “carenza di lavoratori qualificati” che verrebbe invocata per giustificare nuovi flussi migratori ma in realtà non corrisponderebbe alla realtà. Questa presunta carenza, infatti, non sarebbe altro che un’invenzione, legata a una “narrazione costruita dall’industria, dalle associazioni commerciali e da altri gruppi di pressione”.
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No ai ricongiungimenti familiari
Nel suo programma, Afd ha chiesto quindi di escludere “qualsiasi ricongiungimento familiare per i rifugiati“. Una mozione, questa, promossa soprattutto dall’ala estremista di Björn Höcke. La figura di Höcke, leader del partito in Turingia, è molto controversa. Il suo gruppo storico, Der Fluegel (l’Ala), si è infatti sciolto nel 2020 perché classificato come fazione di estrema destra dalla Verfassungsschutz, l’Ufficio per la protezione della Costituzione.
Ma anche sull’intero partito pesa un’accusa altrettanto grave, vista la decisione dello stesso Ufficio per la protezione della Costituzione di mettere Afd sotto osservazione federale come “caso sospetto”, viste le derive dell’ala estremista che ne hanno inevitabilmente segnato il percorso politico. Su questa decisione dovrà pronunciarsi il Tribunale di Colonia e la situazione resta tesa.
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Barriere fisiche e nessun immigrato dal “background incompatibile”
L’ala estremista richiede anche il ritorno di controlli alle frontiere e l’introduzione di barriere fisiche come le recinzioni di confine. Nel programma elettorale si stabilisce inoltre che l’accoglienza umanitaria debba essere concessa solo a persona selezionate dal Bundestag. È stato inoltre precisato che, allo scopo di accogliere un potenziale rifugiato, un criterio importante sia che la persona esaminata abbia un “background culturale e religioso compatibile con il sistema di valori della società tedesca“.
L’ala estremista incontra delle resistenze: contestate alcune richieste
Alcune particolari richieste dell’ala destra sono state contrastate. Un delegato ha ricordato in particolare che AfD è un partito familista e che ostacolare i ricongiungimenti familiari potrebbe attirare verso il partito accuse di disumanità. È stato inoltre fatto notare come non sia legalmente possibile escludere qualsiasi ricongiungimento familiare per i rifugiati. A questo Björn Höcke ha risposto sottolineando di muoversi in una sfera politica, e non giuridica, e di voler inviare un messaggio chiaro agli elettori.
Mascherine e politiche legate al Coronavirus
Afd respinge totalmente la politica delle mascherine obbligatorie promossa dal governo federale e da quelli dei singoli Land. I delegati hanno infatti deciso a maggioranza di includere nel programma elettorale la frase “Rifiutiamo l’obbligo di indossare la mascherina“. La giustificazione dichiarata è che l’obbligo di indossare le mascherine si baserebbe, secondo Afd, “Su numeri non significativi”.
Armi in pubblico: mozione respinta
Respinta invece una mozione per rendere più facile portare con sé una pistola in pubblico. Il deputato del Bundestag Götz Frömming ha precisato nel corso del dibattito che se questa richiesta fosse finita nel programma elettorale, avrebbe sortito come unico effetto “che la gente dirà che AfD vuole armarsi”.