I migranti italiani in Germania sono centinaia di migliaia, fra i gruppi più numerosi. Come è iniziata la lunga storia della migrazione italiana verso il territorio tedesco? Continua la collaborazione tra il Mitte e una scuola superiore italiana, il Liceo A. Rosmini di Rovereto, in provincia di Trento.
La classe che partecipa è la 4 BLN del Liceo linguistico. Coordinatrice del progetto è Maria Concetta Malerba, docente di tedesco. Questo contributo è a cura di Alessia Chiesa.
Lo sviluppo economico sul territorio tedesco è da sempre legato all’immigrazione. Nel corso dei secoli, l’afflusso costante di mano d’opera straniera ha grandemente influenzato la crescita e la cultura locali. Le prime migrazioni avvennero nel tardo Medioevo e videro protagonisti soprattutto commercianti, a cui si aggiunsero poi, nel periodo Rinascimentale, ingegneri, banchieri e architetti. Le più importanti migrazioni avvennero però tra la fine del diciannovesimo secolo e l’inizio del ventesimo. Il gruppo degli Italiani fu quello più numeroso.
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Nei primi anni del 1900 si arrivò a contarne 300.000 – prevalentemente lavoratori stagionali, provenienti dalla Liguria e dal Veneto. Subito dopo, nel 1914, a causa dello scoppio della prima guerra mondiale, la popolazione italiana presente sul territorio tedesco subì una forte diminuzione che si prolungò fino a dopo la fine del conflitto.
La migrazione italiana riprese negli anni ’30, con la salita al potere del nazismo. Questa però non fu una migrazione volontaria ma un arruolamento forzato di lavoratori italiani, per soddisfare la necessità di reperire manodopera a basso prezzo per le fabbriche tedesche. Successivamente, dagli anni ’50 fino alla fine degli anni ’70, si verificò un ulteriore boom di flussi migratori.
Si contarono oltre 4 milioni di italiani che entrarono nella Germania Federale, anche se altrettanti furono i rimpatri dovuti ai rigidi criteri selettivi della legge sull’immigrazione e delle regole per i Gastarbeiter. Più tardi, a partire dalla seconda metà del secolo e fino al 2008, i flussi migratori diminuirono ancora, per poi risalire vertiginosamente fino al 2016. Attualmente la Germania si trova al secondo posto tra gli stati con la maggior presenza di migranti italiani.
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I nostri connazionali si stabilirono soprattutto nelle grandi città industrializzate, dato che i settori di maggior impiego della manodopera italiana erano l’edilizia e l’industria. Monaco di Baviera, Colonia, Stoccarda, Francoforte e Wolfsburg furono alcune delle mete preferite dagli Italiani. Attualmente, tra i centri più abitati c’è Wolfsburg, mentre per quanto riguarda i Länder, la maggiore concentrazione di migranti italiani è presente nel Baden-Württemberg, in Vestfalia, in Renania e in Baviera.
Anche le regioni di provenienza dei flussi migratori dall’Italia sono cambiate nel corso degli anni. Alle regioni del nord infatti, si sono aggiunte la Campania, la Calabria, la Sicilia e altre regioni del sud Italia.
Dei “nuovi” migranti sappiamo che sono perlopiù giovani. Negli anni 2012 e 2015, per esempio, circa la metà degli Italiani che sono andati a vivere in Germania avevano fra i 18 e i 30 anni. Non ci sono ancora previsioni per quanto riguarda la futura migrazione italiana in Germania: per fare qualche ipotesi occorrerà monitorare attentamente sia il mercato del lavoro tedesco che quello Italiano nel prossimo futuro.