A Berlino ha aperto il primo bar virtuale, con musica dal vivo e drink a domicilio

bar virtuale

Il lockdown è stato un duro colpo per Berlino. Una città che ha fatto dell’aggregazione e della vita notturna i pilastri della sua identità non può che soffrire profondamente per la chiusura di bar, kneipe e locali notturni. Ed è pur vero che si può bere una birra a casa guardando una serie tv o, se si sceglie di non rispettare le regole, concedersi un picnic domenicale in un parco affollato, ma non è la stessa cosa. Per questo il proprietario di un bar di Kreuzberg ha scelto di aprire il primo vero bar virtuale, ricreando online l’esperienza di una tipica serata berlinese.


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I drink, naturalmente, si possono ordinare a domicilio, ma con ogni preordine si ha diritto al proprio posto all’interno del bar, dove si potrà godere di musica dal vivo, chiacchierare con il barista e guardarlo preparare un cocktail, darsi appuntamento al tavolo per una chiacchierata con gli amici o socializzare con gli altri avventori. Il tutto, ovviamente, avviene in un ambiente virtuale, al quale si può accedere con il proprio computer, utilizzando webcam e microfono per interagire con gli altri utenti, spostandosi con il proprio avatar virtuale all’interno delle diverse stanze, come in un videogioco. I clienti del bar virtuale non sono solo Berlinesi: c’è anche chi si unisce da altre parti del mondo, ovviamente senza ordinare da bere, solo per la curiosità di provare questa strana, nuova esperienza virtuale.

I cocktail vengono consegnati in bottigliette da 200 ml e costano un po’ di più di quanto ci si aspetterebbe in un bar di Kreuzberg, ma ciò che il cliente realmente acquista è l’esperienza della socialità, oltre al piacere di prendere parte a un’iniziativa indubbiamente originale.


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L’idea del proprietario Dominik Galander era quella di offrire ai propri clienti un’esperienza che ricordasse l’atmosfera di una serata al bar, ma anche di permettere ai propri dipendenti di continuare a lavorare. Il barista di questo bar virtuale, infatti, è forse l’unico in tutta Berlino a passare ancora i suoi fine settimana a miscelare cocktail dietro al bancone.