Heiko Maas: riaprire cinema e ristoranti per i vaccinati

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Sandro Halank, Wikimedia Commons, CC-BY-SA 3.0, CC BY-SA 3.0 , via Wikimedia Commons

Il ministro degli esteri Heiko Maas (SPD) si è espresso in netto contrasto con quanto affermato fino a questo momento dal governo federale tedesco, in merito a una possibile differenza di trattamento per chi ha già ricevuto il vaccino contro il Covid-19.

Il ministro ha infatti ipotizzato un rilassamento delle misure di sicurezza a beneficio di chi è già immune, con la possibilità di riaprire cinema e ristoranti solo per questa fascia della popolazione. Primo fra i suoi colleghi a sostenere apertamente questa ipotesi, Maas ha dichiarato che, in assenza di rischio di infezione, decade il diritto del governo a limitare i diritti fondamentali dei cittadini.


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Tali misure servirebbero non solo a restituire un senso di normalità e libertà ai cittadini già vaccinati, ma anche – se non soprattutto – a offrire agli esercenti la possibilità di riprendere a lavorare, in presenza di un pubblico finalmente autorizzato a frequentare luoghi pubblici come ristoranti e cinema.

Maas si rifiuta inoltre di parlare di “privilegi vaccinali”, sostenendo che quello che è in discussione non è il conferimento di un privilegio, ma la restituzione di una serie di diritti fondamentali, che sono stati sospesi per via di una situazione straordinariamente grave.
Inoltre, il fatto di riservare l’accesso ai luoghi pubblici a chi è già vaccinato permetterebbe, sempre secondo il ministro Maas, di evitare il rischio, non ancora confermato né definitivamente smentito dalle fonti scientifiche ufficiali, che anche chi ha ricevuto il vaccino possa essere un eventuale fonte di contagio per altri, pur non potendo contrarre la malattia.

Le critiche: riaprire cinema e ristoranti per chi si vaccina è ingiusto e pericoloso

Fra i molti politici contrari a questi allentamenti selettivi delle misure di sicurezza ci sono il ministro della sanità Jens Spahn (CDU) e quello dell’interno Horst Seehofer (CSU). Le motivazioni addotte sono principalmente di due ordini.
Da un lato l’argomento, particolarmente caro a Spahn, della solidarietà sociale. Molti, sostiene infatti il ministro, sarebbero più che felici di vaccinarsi immediatamente, ma accettano di buon grado di dare la precedenza alle categorie più a rischio, come anziani e operatori sanitari. È giusto penalizzare chi non ha la possibilità di vaccinarsi, pur desiderando farlo?
C’è poi chi teme che le riaperture porterebbero in generale un maggior traffico di persone e maggiori assembramenti nelle città e che questo, in assenza di prove definitive del fatto che i vaccinati non siano contagiosi, possa portare comunque alla diffusione in Germania delle varianti inglese e sudafricana del virus.

Critiche di costituzionalità

Le preoccupazioni di Maas sulla restrizione dei diritti non sono solo di ordine teorico e morale. Il ministro degli esteri, che in passato ha ricoperto anche la carica di ministro della giustizia, mette in guardia in un’intervista al Bild contro la possibilità che chi ha già ricevuto il vaccino possa fare causa allo stato per il ripristino delle proprie libertà fondamentali e che tali processi finiscano necessariamente con la vittoria dei singoli cittadini, in assenza di motivazioni reali per continuare a limitarne i diritti previsti dalla costituzione.