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Nächste Station > Cesaria Evora

[© Sophoco on flickr / CC BY-ND 2.0]
Sophoco on flickr / CC BY-ND 2.0]
di effeerre*

Ho sentito Cesaria Evora la prima volta in un appartamento sulla Greifswalder Straße, da amici. Erano due ragazzi tedeschi, con la loro bicicletta e la loro altezza atletica, il loro pane nero e formaggio. Era inverno quando ho sentito Capo Verde arrivare a Berlino, e Matthias suonava la chitarra.
C’è un qualcosa che lega l’Africa occidentale, la costa sudamericana alla Germania, sarà la distanza e la differenza di latitudine che rende il contatto con il sud del mondo così telefonato, come una nostalgia di cartoline, di segnali attesi che arrivano sporchi, simili al legno, al fumo, ai grani di caffè. Non c’entrano le colonie, che pure si stendevano in Tanganica, in Camerun, in Nuova Guinea. C’è un legame di diversità, una tensione tra poli diversi. Ed è Cesaria Evora dietro una finestra mentre fuori è notte (e pare che tutto si cancelli), o le scuole di tango nelle ballhaus e gli strumenti musicali a percussione portati dall’America Latina, l’Europa colta e la vibrazione tropicale, l’organetto bavarese sperduto e ritrovato nella pampa argentina. La fascinazione di Wenders per Lisbona. La giungla di Fitzcarraldo. Berlino città magnetica ai confini di un’Europa sintonizzata su messaggi radio notturni, captati da antenne industriali, funkstation che riportano l’eco di altri mondi.

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Nächste Station è una raffinata collezione di appunti sparsi e di testi nati casualmente nei café, sulle metropolitane, mentre si aspetta un dürum döner, sesamsoße, ohne rotkohl e altri generi di attese berlinesi.

È pubblicata (ir)regolamente su il Mitte ogni 3/4 giorni.

efferre, al secolo Filippo Rosso, è nato e cresciuto a Roma. Il suo sito è www.filipporosso.net

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