Il Botswana vuole mandare 20.000 elefanti in Germania

elefanti in Germania

Cosa fai se ti regalano 20.000 elefanti? O, in termini leggermente più seri, dove mai si potrebbero mettere 20.000 elefanti in Germania? Il problema sembrerebbe doverselo porre la Ministra dell’Ambiente Steffi Lemke (Verdi), dopo che la proposta di questo regalo intenzionalmente provocatorio è arrivata dal presidente del Botswana Mokgweetsi Masisi.

Il presidente del Botswana: “posizioni tedesche razziste e neocoloniali”

Masisi ha dichiarato infatti di voler mandare alla Germania un branco di pachidermi in “regalo”, per protesta contro le politiche ambientali tedesche a livello internazionale, che il leader africano percepisce come ingerenti nelle politiche del Botswana, non allineate alle necessità del Paese e anche venate di tendenze razziste e neocoloniali.

Risposta alle critiche di Lemke sul turismo venatorio e l’abbattimento degli elefanti

A infastidire il presidente Masisi, in particolare, sarebbero state le critiche mosse da Lemke riguardo alla tolleranza del Botswana per il turismo venatorio, che permette a ricchi cacciatori europei tornare in patria con souvenir come le zanne di elefante. Inoltre, Lemke ha anche criticato la caccia interna all’elefante in Botswana. Già da diversi anni, in Europa è richiesta una licenza per importare i souvenir della caccia all’elefante ed è previsto che l’obbligo di tale autorizzazione venga esteso, nel prossimo futuro, anche ai trofei di altre specie, come coccodrilli, zebre e giraffe, allo scopo di prevenire il bracconaggio delle specie a rischio.

Il governo del Botswana, tuttavia, ha un punto di vista diverso sulla questione. Non solo, secondo Masisi, il turismo venatorio rappresenta una importante fonte di reddito per la nazione, ma l’abbattimento degli elefanti, sia da parte dei turisti che della popolazione locale, serve anche a mantenere sotto controllo la popolazione di pachidermi, che, negli anni, è cresciuta fino a diventare eccessiva e potenzialmente problematica per le comunità locali, che spesso subiscono danni alle colture e rischi per la sicurezza a causa della vicinanza con gli elefanti.

Inoltre, mentre il 40% della superficie del Botswana è già riservato ai parchi nazionali, nei Paesi industrializzati come la Germania questa percentuale è una frazione minima. Molti Paesi africani non sono quindi disposti a garantire una maggiore conservazione della natura.

Il contesto: gli accordi di Montreal sulla protezione del clima

Questa considerazione va inserita nel quadro degli accordi di Montreal del dicembre 2022, che hanno segnato la volontà dei sottoscrittori, a livello internazionale, riservare il 30% del territorio mondiale alla conservazione della natura e delle specie. Tuttavia, i Paesi in via di sviluppo vedono sempre più questa decisione come una forma di paternalismo neocoloniale, che sottintende come la percentuale di territorio riservato, che quindi non può essere impiegato per l’industrializzazione e lo sviluppo economico, sia individuata sproporzionatamente in quei Paesi che invece avrebbero bisogno di svilupparsi economicamente e che gravi invece molto meno proprio sui Paesi maggiormente responsabili del cambiamento climatico.

Questa insoddisfazione è diventata recentemente virale, in un’intervista in cui il presidente della Guyana Irfaan Ali ha risposto in modo molto seccato al giornalista della BBC Stephen Sackur, che criticava le politiche estrattive del Paese africano, sottolineando l’ipocrisia delle politiche ambientaliste dei Paesi industrializzati occidentali.

Tornando al Botswana, la trovata del presidente Masisi, che lo stesso ha spiegato in una dichiarazione al tabloid Bild, è semplice: se la Ministra tedesca ha tanto a cuore la tutela dei pachidermi, il suo Paese invierà 20.000 elefanti in Germania, perché il governo tedesco possa proteggerli come meglio crede. “Non accetteremo un rifiuto”, ha dichiarato Masisi.

La proposta, inevitabilmente, ha alimentato il già acceso dibattito tra coloro che si oppongono a ogni costo alla caccia di specie a rischio e i sostenitori della caccia controllata, che vedono nella caccia un mezzo per gestire le popolazioni animali e per finanziare la conservazione e anche il supporto delle comunità rurali che spesso incontrano le maggiori difficoltà nella convivenza con tali specie.


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Nonostante l’ampia copertura mediatica e l’interesse suscitato, ovviamente, è altamente improbabile che la proposta di trasferire 20.000 elefanti in Germania si concretizzi. Le differenze climatiche, ambientali e logistiche rendono l’idea poco praticabile. Nel frattempo, il Ministero dell’Ambiente tedesco ha fatto sapere che non c’è stato ancora nessun contatto formale da parte delle autorità del Botswana in merito alla possibile importazione di 20.000 elefanti.

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