Gassi alla chiesa ricostruita, che ci ricorda lo spirito dell’accoglienza

di Elena e Paolo Brasioli. Disegni di Paolo Brasioli

Oggi, Gassi verso qualcosa che “prende il posto” di qualcosa che non c’è più! Ma, proprio mediante questa opera, sicuramente il tutto è ancora più presente come memoria emozionale nelle nostre conoscenze e coscienze! Si tratta, infatti, di una memoria urbana che in tedesco è conosciuta come “Rekonstruktion der Böhmischen Bethlehemskirche” ossia la ricostruzione della Chiesa Boema di Betlemme. È di fatto una scultura pubblica, opera dell’artista concettuale e scultore spagnolo Juan Garaizabal (1971), che occupa il centro della piazza denominata appunto Bethlehemkirchplatz nel distretto di Mitte.

Questa mirabile struttura volumetrica fu costruita nel giugno del 2012 sull’impronta, realizzata a pavimento con un macromosaico, che ricorda il luogo esatto nel quale si trovava lo scomparso luogo di culto, proprio nelle sue dimensioni originali! Infatti, questa antica chiesa, costruita tra gli anni 1733 e 1735 nella “Friedrichstadt”, nell’attuale Distretto di Mitte, rappresentava uno dei capitoli più grandiosi nelle relazioni tra Prussia e Boemia.

Costruzione e distruzione della Chiesa Boema di Betlemme

Proprio grazie all’Imperatore Federico Guglielmo I (1688-1740) i Boemi, che erano stati espatriati per motivi religiosi dalla loro patria, furono accolti nel centro di Berlino. Così come lo furono del resto i rifugiati di altre origini come gli Ugonotti francesi o i Calvinisti olandesi. Fu questo, pertanto, un alto simbolo di tolleranza e apertura sociale, vera essenza dello Stato Prussiano. Ma poi, la chiesa, molto attiva per oltre due secoli, nel 1943 fu danneggiata dalle bombe angloamericane e, nel 1963, i resti furono demoliti e rimossi completamente e il suo spazio fu incorporato nelle installazioni militari e di controllo del Checkpoint Charlie nella parte della DDR.

La ricostruzione: un’opera temporanea che diventa permanente

Per la realizzazione della scultura monumentale che oggi ammiriamo, sono stati impiegati 800 metri lineali di tubo d’acciaio di sezione quadrata (12×12 cm) e ben 300 metri lineali di sistema d’illuminazione LED. La sua struttura disegna magicamente nell’aria le linee della silhouette della costruzione scomparsa, ricreando un volume esatto in forma di evanescente bozzetto. Di notte l’illuminazione risalta specifiche zone da dove originariamente entrava la luce.

Misura 25 metri (lato Ovest a Est) x 15 metri (lato Nord a Sud) x 31 metri d’altezza e pesa ben 40 tonnellate. Prevista e pianificata in origine come installazione temporanea per un periodo di soli 4 mesi, poi protratti a un anno, e nel dicembre del 2013 le autorità del Municipio e del Distretto ben decisero di concederle lo status di opera permanente. La Fondazione artistica “Lux-Bethlehem”, che rappresenta venti delle Istituzioni pubbliche e private che promossero la consolidazione della struttura come monumento pubblico permanente, garantisce ancora oggi la il mantenimento, finanziandolo attraverso diverse iniziative benefiche.


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Dunque è chiaro che questa bellissima scultura monumentale è dedicata alla libertà di coscienza e alle immigrazioni, ed il ruolo della Berlino di ieri e di oggi, quale città di accoglienza e tolleranza con ampio spirito europeista, gioca un ruolo fondamentale nell’ identità di questa opera evocativa. E del resto l’autore asserisce che egli stesso è un migrante spagnolo a Berlino, luogo dove considera di avere raggiunto la propria piena libertà artistica. La sua “Memoria Urbana di Berlino” è davvero un sentito tributo al coraggio dei migranti Bohemi, e di tutti gli immigrati in generale, e, ancor più essa materializza il sentito ringraziamento alla generosità e alla grande magnanimità dei Prussiani nel passato e dei Berlinesi nel presente.

Con questo suo intervento l’artista costruisce una testimonianza, mirabile tecnicamente, che con la sua iconica comunicativa, ben rappresenta la capacità diffusa della città nell’evidenziare la pura e positiva essenza del passato e proiettarla oggi con forza, per esperirla nel futuro. Grazie a questa suggestiva opera la presenza della chiesa Bohemia recupera la sua fisicità simbolica e diviene davvero un luogo di incontro, riflessione e riconciliazione tornando a brillare con luce di speranza nelle notti berlinesi, mediante quell’incisivo e totale coinvolgimento che sempre e solo la buona arte, come questa appunto, sa trasmettere e comunicare! Fantastisch!

L’autore: Architetto Paolo Brasioli – Quattro | architectura

Provenendo da una famiglia di artisti veneti, Paolo Brasioli è stato influenzato presto dal ricco patrimonio culturale e artistico italiano. Fondamentale è stata l’influenza di suo padre, Alfredo Brasioli, rinomato fumettista, illustratore e grafico italiano.

Il suo lavoro fino ad oggi si è concentrato sulla costruzione di hotel di alta qualità e sull’interior design per abitazioni, hotel e strutture di gastronomia e benessere, così come sulla creazione di mobili, lampade, accessori e arte.

Ha lavorato con rinomate compagnie e gruppi alberghieri come Best Western, Crowne Plaza, Falkensteiner, Hilton, Hyatt, Le Meridien, Leonardo Hotels, Marriott, NH Hotels, Rocco Forte Hotels e Sheraton. Molte delle sue creazioni sono state esposte in rinomate fiere d’arte e di design.

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