Caso Scurati, la stampa tedesca: “I problemi di Meloni con il giorno della liberazione”

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Giorgia Meloni. Photo credits: EPA-EFE/OLIVIER HOSLET

Anche in Germania i media dicono la loro all’indomani del “caso Scurati”, che ha visto la Rai “disinvitare” lo scrittore, che sabato 20 avrebbe dovuto tenere un monologo sul 25 aprile.

I problemi di Meloni con il giorno della liberazione” titola l’emittente tedesca RND, ma non è la sola voce mediatica tedesca. Anche Faz parla infatti di “Accuse di censura contro la tv pubblica italiana“, mentre TAZ titola “Nessun antifascismo in RAI: Ciò che Meloni non vuole sentire“.


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Celebrazione di Acca Larentia, Roma, 07 gennaio 1978. Photo credits: EPA-EFE/ALESSANDRO DI MEO
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Anche in Germania si parla del “caso Scurati”

Ricapitoliamo la questione. Antonio Scurati, giornalista e scrittore noto anche per la trilogia “M.”, in cui traccia il percorso dall’ascesa di Mussolini fino all’ingresso dell’Italia nella Seconda Guerra Mondiale, era stato invitato a tenere un discorso sul 25 aprile, all’interno della trasmissione “Che succederà”, condotta da Serena Bortone su Raitre.

Sabato, però, Serena Bortone ha scritto un post su Instagram, dichiarando di aver scoperto il giorno prima della messa in onda, “con sgomento e per puro caso”, che il contratto di Scurati era stato annullato e di non essere riuscita a ottenere spiegazioni plausibili sulle ragioni.

Il monologo dello scrittore e il riferimento a Giorgia Meloni

Il testo di Scurati inizia con l’assassinio del deputato socialista Giacomo Matteotti da parte dei sicari del Duce a Roma esattamente 100 anni fa, nel 1924, e prosegue ricordando il massacro delle Fosse Ardeatine. Scurati sottolinea inoltre come il fascismo sia stato, dall’inizio alla fine e in modo inequivocabile, “un fenomeno inguaribile di violenza politica omicida sistematica”. Qui lo scrittore fa una domanda e pone una questione che per molti sarebbero la vera causa della sua esclusione dal programma: “Vogliono gli eredi di quella storia finalmente riconoscerlo?”.

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La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni tiene il primo Consiglio dei Ministri a Palazzo Chigi a Roma, 23 ottobre 2022.
Foto: EPA-EFE/ETTORE FERRARI

Da qui, un riferimento diretto di Scurati alla presidente del consiglio Giorgia Meloni e al fatto sia sempre piuttosto cauta quando si parla del regime nazifascista, limitandosi a prendere le distanze da efferatezze come il trattamento riservato agli ebrei, “scaricando sui soli nazisti” le stragi compiute “con la complicità dei fascisti repubblichini” e disconoscendo il ruolo della resistenza fino al punto da “non nominare mai la parola antifascismo”. In questo modo, per Scurati, la presidente Meloni non avrebbe ripudiato il suo “passato neo-fascista” e i suoi legami politici con il Movimento Sociale Italiano (MSI), nato nel dopoguerra per volontà dei sostenitori di Mussolini.

La risposta del direttore dell’Approfondimento Rai

Paolo Corsini, direttore dell’Approfondimento Rai, si è affrettato a precisare che la Rai non avrebbe messo in atto alcuna censura e che la partecipazione di Scurati al programma sarebbe legata a questioni “economiche e contrattuali”, spiegando che Scurati aveva chiesto un compenso di 1.800 euro, quando la Rai si era già accordata per 1.500.

Una motivazione definita “non particolarmente plausibile” dalle testata tedesca Taz, che ricorda come Corsini avesse già sollevato qualche clamore per il suo ruolo di moderatore all’interno del festival “Atreju”, kermesse organizzata da Gioventù Nazionale, la sezione giovanile di Fratelli d’Italia, durante la quale il direttore dell’Approfondimento Rai avrebbe pronunciato frasi che farebbero pensare a una sua militanza nel partito di Giorgia Meloni.

Serena Bortone legge il testo di Scurati, mentre l’opinione pubblica si solleva

Intanto, l’annuncio del “disinvito” di Scurati ha generato una forte indignazione e non solo nell’opposizione politica. La stessa conduttrice del programma, Serena Bortone, ha deciso di leggere lei stessa il monologo dello scrittore, che nel frattempo è diventato virale sui social media.

Numerosi siti web lo hanno infatti rilanciato, mentre molti noti scrittori l’hanno letto in un video pubblicato su Youtube. Numerosi sindaci di tutta Italia, infine, hanno annunciato che reciteranno il monologo nelle piazze il 25 aprile, in segno di protesta.

L’intervento di Giorgia Meloni e il contrattacco di Scurati

Alla fine, la stessa Giorgia Meloni ha deciso di pubblicare il monologo di Scurati sulla sua pagina Facebook, per mostrare di non essere contro la censura e ha rilanciato l’argomento sollevato da Corsini. Ha infatti parlato di caso “montato” dalla sinistra e ribadito che la Rai si sarebbe semplicemente rifiutata di pagare 1800 euro per un minuto di monologo.

Scurati ha risposto che il post Meloni è falso e ha parlato di “aggressione diffamatoria“, sostenendo che la decisione di cancellare il suo monologo non si legherebbe a ragioni economiche, ma editoriali e sarebbe cioè stata preso allo scopo di “mettere a tacere” i pensieri dello scrittore sul fascismo e il post-fascismo.

Il problema di una parte dell’Italia con il 25 aprile

Oltre a riportare la questione, la stampa tedesca sottolinea che la destra italiana “non ha mai affrontato in maniera approfondita la storia recente del Paese“, come precisa RND, che aggiunge inoltre che, lungi dal fare i conti col passato, tenda a “banalizzare i crimini del regime di Mussolini o ad attribuirli agli alleati tedeschi“. Sottolinea inoltre come, nelle scuole dell’obbligo, il fascismo venga trattato “solo marginalmente”. Il Tagesschau parla apertamente di “Telemeloni” e Suddeutsche Zeitung ha pubblicato l’intero monologo di Scurati.

Taz parla infine espressamente di “atto di censura“, compiacendosi del fatto che, paradossalmente, il monologo abbia conquistato piena evidenza su tutti i media e di come Scurati non sia stato affatto messo a tacere. “Almeno, gli scudieri di Meloni alla Rai non sono riusciti a raggiungere questo obiettivo” è la chiosa di Taz.

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