L’inchiesta di Correctiv in tribunale: i giornalisti difendono il resoconto dell’incontro di Potsdam
In Germania, la pubblicazione dell’inchiesta di Correctiv sull’incontro di Potsdam nel quale si sarebbero discussi i piani per la cosiddetta “Rimigrazione” ha scatenato il dibattito sulle posizioni della destra nazionale e in particolare di AfD e di alcune frange della CDU e dell’Unione dei Valori, portando anche a vaste manifestazioni di piazza, nelle quali milioni di persone si sono schierate contro l’idea dei rimpatri di massa. Fino a questo momento, però, non si erano registrate azioni specificamente contro la redazione che ha realizzato l’inchiesta, per quanto i partecipanti all’incontro avessero negato, in modo pressoché unanime, di aver discusso progetti di espulsione da applicare in base a “criteri razzisti” come il colore della pelle o l’origine delle persone con un background migratorio, come invece emergerebbe dall’articolo pubblicato il 10 gennaio.
Uno dei presenti all’incontro contesta le accuse di razzismo e porta i redattori in gribunale
Ora uno dei presenti, l’esperto di diritto costituzionale Ulrich Vosgerau, ha deciso di portare in tribunale la redazione Correctiv, con l’accusa di aver attribuito in modo non veritiero, a lui come agli altri partecipanti, sentimenti o intenti di tipo discriminatorio e razzista. Vosgerau ha dapprima incaricato l’avvocato Carsten Brennecke, dello studio legale Höcker, di inviare una diffida alla redazione di Correctiv. Poiché Correctiv non ha modificato i passaggi del testo incriminato, l’avvocato ha poi presentato una richiesta di ingiunzione temporanea per conto di Vosgerau presso il Tribunale regionale di Amburgo. La richiesta di Vosgerau include anche le dichiarazioni giurate di sette partecipanti all’incontro di Potsdam come strumento di credibilità.
Secondo tali dichiarazioni, nel corso dell’incontro non si è mai discusso dell’espulsione di cittadini tedeschi né di come le persone possano o debbano essere espulse dalla Germania sulla base di criteri razzisti. L’attivista del movimento identitario Martin Sellner, relatore della conferenza “incriminata”, avrebbe infatti sottolineato l’importanza che tutte le misure da implementare siano sempre “assolutamente legali e costituzionali”, ribadendo la necessità di aderire ai principi dello stato di diritto. Vosgerau, oltre a contestare il fatto che Correctiv abbia attribuito le critiche al voto per corrispondenza da lui presentate a Potsdam a un sentimento razzista, rifiuta anche l’accusa di aver discusso l’espulsione forzata di cittadini con passaporto tedesco, anche in questo caso in base a criteri razzisti.
I redattori di Correctiv rispondono con dichiarazioni giurate a difesa dell’inchiesta
Correctiv, tuttavia, ha scelto di non arretrare di un passo e di difendere in blocco il contenuto dell’inchiesta e ha risposto alle accuse presentando a propria volta otto dichiarazioni giurate al tribunale distrettuale di Amburgo, a garanzia dell’accuratezza dell’inchiesta, così come è stata pubblicata. Sette membri della redazione e l’amministratore delegato David Schraven hanno affermato sotto giuramento di avere la certezza che le fonti di Correctiv riflettano accuratamente il contenuto dell’evento così come è stato descritto nell’articolo, difendendo la validità e l’integrità del loro lavoro giornalistico.
L’importanza di questo passo non va sottovalutata, dal momento che rilasciare dichiarazioni giurate false è un reato. “Garantiamo l’accuratezza della nostra ricerca con la nostra libertà personale”, ha dichiarato l’amministratore delegato di Correctiv David Schraven, sottolineando il peso di questa scelta.
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Cosa succederebbe se il tribunale desse ragione ai querelanti?
Il caso è ora una questione di affermazioni incompatibili, dal momento che Correctiv ha dichiarato di voler proteggere le proprie fonti e che quindi l’unico modo inequivocabile per dirimere la controversia sarebbe il ricorso a una registrazione audio, che Correctiv dichiara di non aver effettuato. Vale la pena di precisare che, qualora i querelanti dovessero avere la meglio in tribunale e poi anche in un successivo appello, ciò non comporterebbe la cancellazione dell’articolo “Piano segreto contro la Germania”, ma solo l’obbligo di apportare alcune modifiche alle formulazioni nei paragrafi relativi ai querelanti, in modo da rispettare la decisione del tribunale.
Oltre a Vosgerau, anche un imprenditore nominato nell’articolo ha presentato una richiesta di ingiunzione temporanea contro Correctiv. Questo imprenditore viene citato nella ricerca come finanziatore dell’incontro di Potsdam, ma non desidera che il suo nome appaia sulla stampa. Anche lui è rappresentato dall’avvocato Carsten Brennecke.
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