Gli scienziati dell’Università Tecnica (TU) di Berlino stanno lavorando a un ambizioso progetto che mira a produrre celle solari con polvere lunare. L’obiettivo è rendere autonome, dal punto di vista energetico, le future missioni lunari e i veicoli, detti rover, che esploreranno il suolo del nostro satellite naturale.
Celle solari con polvere raccolta sulla luna: la ricerca degli scienziati tedeschi
Per raggiungere questo ambizioso obiettivo, i ricercatori tedeschi stanno collaborando con un’azienda di Braunschweig, per sviluppare un metodo che permetta di fondere la polvere presente sulla luna a temperature superiori ai 1500°C e trasformarla così in vetro.
Da questo materiale sarà poi possibile estrarre silicio, che a sua volta verrà utilizzato per realizzare le celle solari. Il processo richiede solo l’invio di attrezzature e macchinari, dato che il “carburante” necessario per alimentare le celle è già presente in loco, sotto forma di regolite lunare.
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Il professor Enrico Stoll, a capo del Dipartimento di Astronautica della TU e responsabile della ricerca, ammette che al momento non è possibile lavorare direttamente con campioni di polvere provenienti dalla Luna: “La NASA ha a disposizione solo 400 kg, frutto delle precedenti missioni. Per questo abbiamo riprodotto il materiale in laboratorio, utilizzando elementi terrestri. La simulazione è però molto fedele all’originale” ha commentato.
Il materiale da trasportare sulla luna sarà ridotto al minimo indispensabile: “Non possiamo portare tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Il piano prevede di inviare una sola volta i rover e le attrezzature necessarie, per poi attivare la produzione in loco delle celle solari” ha spiegato Stoll.
I tempi di realizzazione e la “rivalità” con il team di Jeff Bezos
I tempi di realizzazione, tuttavia, sono ancora molto lunghi e lo scienziato prevede che passeranno almeno 20-30 anni, prima di poter vedere risultati concreti. “All’inizio, queste celle solari avranno un’efficienza molto bassa, ma speriamo che col tempo aumenti, proprio come avviene sulla Terra” ha inoltre precisato.
Riguardo all’impresa analoga tentata dal team americano guidato da Jeff Bezos, il professore tedesco vede il “doppio binario” dell’iniziativa come una possibile fonte di stimoli positivi per tutti: “Quando diversi gruppi lavorano allo stesso progetto, è naturale che nasca una sana rivalità. Possiamo imparare gli uni dagli altri. I progressi dei nostri ‘avversari’ potrebbero aiutarci e allo stesso modo le nostre scoperte potrebbero tornare utili anche a loro” ha sottolineato.
Insomma, la corsa alla raccolta di energia solare sulla luna è aperta e il satellite naturale della Terra è percepito sempre di più come un avamposto energetico fondamentale, per rendere sostenibili le future missioni di esplorazione spaziale.
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