FKK, la “cultura del corpo libero”: il nudismo tedesco che gli italiani non capiscono

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La Freikörperkultur, o FKK, si traduce in italiano con “cultura del corpo libero” e fa profondamente parte dell’identità tedesca. Questo tipo di nudismo, diffusissimo in Germania, appare strano a molti italiani e alcuni addirittura se ne lamentano nei gruppi online dedicati agli expat, specie quando è praticato in contesti come i parchi cittadini.

Per i tedeschi, però, l’FKK è molto di più che semplice nudismo: è l’espressione di un rapporto con il corpo finalmente liberato da pregiudizi, timori e vincoli. Giovane o vecchio, convenzionalmente bello o meno, il corpo nudo è vissuto, negli spazi destinati al naturismo, in modo spontaneo e senza complessi.

La “cultura del corpo libero”: non solo nudismo

Gli albori del fenomeno risalgono alla Germania di fine ottocento, quando i tedeschi cominciarono a sperimentare il nudismo come forma di contrapposizione vitalistica alla “muffa borghese” da cui le nuove generazioni si sentivano oppresse. Quest’attitudine si presentava inoltre connessa al salutismo, al rispetto per i principi fondamentali di igiene e corretta alimentazione e all’amore per la natura, come fonte di benessere ed equilibrio psicofisico.

Non aveva inoltre alcuna connotazione sessuale e non si legava a pratiche erotiche, anche se recentemente alcuni club FKK hanno cominciato a ospitare forme di “intrattenimento per adulti”. Per questo, chi vuole sottolineare la distanza tra la filosofia del corpo libero e la sessualità, a volte non usa più la sigla FKK per definirsi, invece, “naturista tradizionale” o semplicemente “nudista”. Ma torniamo alle origini del movimento.

Sylt, 1920: la prima spiaggia nudista tedesca

Un primo passo significativo nella storia di questa pratica ci fu quando Adolf Koch, nel 1920, lanciò sull’isola di Sylt, la prima spiaggia nudista tedesca. Pedagogo e insegnante di educazione fisica, Koch iniziò a interessarsi al naturismo intorno al 1919, per poi aprire più di dieci strutture in cui si praticava l’atletica nudi e può essere considerato senza dubbio un pioniere dell’FKK. Era infatti convinto che il benessere del corpo e della mente potesse essere raggiunto anche e soprattutto attraverso l’espressione della nudità.


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Con l’avvento del nazismo, tuttavia, le cose cambiarono molto. Il rigido moralismo del regime di Hitler, infatti, era assolutamente incompatibile con i valori promossi dalla Freikörperkultur e per questo molte organizzazioni nudiste furono sciolte e l’esposizione del corpo nudo in pubblico venne vietata.

La rinascita dell’FKK nel dopoguerra e il nudismo nella DDR

Malgrado la censura esercitata a lungo dalla dittatura nazista, l’amore dei tedeschi verso il nudismo seppe risorgere velocemente nel secondo dopoguerra, sia nella Germania est che nella Germania ovest, anche se ebbe una maggiore diffusione nell’area socialista.

Inizialmente il governo della DDR era contrario all’FKK, al punto da tentare in vari modi di vietarla, ma il nudismo dilagò in modo talmente inarrestabile che alla fine il regime si trovò costretto ad accettarlo. Nel corso degli anni, questa pratica divenne parte integrante della cultura estiva della DDR. Sulle spiagge, nei parchi e nelle località turistiche, i tedeschi dell’est esprimevano in questo modo tutta la loro vitalità. E anche una libertà che non poteva essere soppressa.

Sassonia, 1952. Deutsche Fotothek‎, CC BY-SA 3.0 DE <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/de/deed.en>, via Wikimedia Commons

Il naturismo nella Germania contemporanea e a Berlino

Oggi, l’FKK continua ad essere parte integrante del panorama socioculturale tedesco e gli spazi in cui praticarla sono numerosi: campeggi per famiglie, stabilimenti, ma anche semplicemente spiagge, parchi e laghi.

In Germania, ci sono moltissimi luoghi in cui il nudismo è permesso o tollerato e Berlino, ovviamente, non poteva mancare! Per chi vuole dedicarsi a questa pratica nella capitale, le opzioni sono diverse. La spiaggia di Wannsee, che offre un’area apposita, è una delle più popolari, mentre sono spesso frequentati da turisti anche laghi come il Teufelssee, il Grunewaldsee e il Müggelsee. Anche in noti parchi cittadini, come il Volkspark Friedrichshain e il celeberrimo Tiergarten, le persone possono prendere il sole e fare sport o yoga completamente nude. Questo avviene in particolare vicino al Kleiner Teich, un piccolo lago all’interno del Volkspark Friedrichshain, e vicino al lago Lietzensee, per quanto riguarda il Tiergarten.

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Bundesarchiv, Bild 183-1988-0905-402 / Bartocha, Benno / CC-BY-SA 3.0, CC BY-SA 3.0 DE <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/de/deed.en>, via Wikimedia Commons

Insomma, se state passeggiando sull’erba, d’estate, e intercettate un austero signore che pedala nudo in bicicletta (non è un esempio inventato, ci è successo davvero!), non temete, non avete le traveggole e non vi trovate di fronte a un pazzo: si tratta semplicemente di “cultura del corpo libero”. Anzi, vi consigliamo di provare a capirne la logica.

Anche se non intendete denudarvi, infatti, il messaggio che è alla base di questa pratica è incredibilmente potente e può risultare salutare anche per voi: il corpo è l’espressione naturale e sincera dell’essere umano e non deve essere motivo di vergogna, né oggetto di giudizio, ma uno strumento di liberazione. In ultima istanza, in modo pacifico e rilassato, l’uomo nudo in bicicletta sta facendo la rivoluzione.

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