Libri, i Consigli del Mitte: “La notte del professor Andersen”, di Dag Solstad

La notte del professor Andersen
La notte del professor Andersen

Torna la rubrica letteraria di Maria Mazzocchia e torna “in grande spolvero” con un suggerimento sintonizzato con il clima natalizio… ovviamente, in senso anti-convenzionale, atipico e noir. Come piace a lei e a noi! Buona lettura!

“La notte del professor Andersen”, Dag Solstad

La rubrica letteraria di oggi è in dedicata alle festività natalizie in arrivo. Facciamo, infatti, un viaggio tra le pagine di “La notte del professor Andersen”, romanzo dell’autore norvegese Dag Solstad, ritenuto uno dei maggiori autori scandinavi contemporanei.

La narrazione si apre con un’istantanea della solitudine del nostro protagonista e con una prima riflessione sul significato della festa più amata e odiata al mondo.

“Era la sera della vigilia e il professor Andersen aveva un albero di Natale in salotto. Lo stava guardando. […] Guardò la tavola apparecchiata con cura in sala da pranzo. Per uno. […] «È strano quanto il Natale sia radicato in noi», pensò”.

Ma chi è il professor Andersen? Un cinquantenne benestante, divorziato, docente di letteratura all’università di Oslo il quale, seppur lontano dall’affetto di moglie, figli e nipoti, non rinuncia a festeggiare con solennità la vigilia di Natale.

Sebbene viva solo, ha provveduto nei giorni precedenti le festività a decorare albero e finestre e per quella sera così speciale ha indossato un abito elegante, apparecchiato accuratamente la tavola e preparato la cena come da tradizione.


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Vigilia di Natale con killer!

Immerso nei suoi pensieri e nell’analizzare quella “semplicità infantile” che obbliga persino un uomo come lui ad abbandonarsi alla sacralità e necessità di quel rito collettivo, la sua attenzione viene catturata da quello che avviene nella casa di fronte. Il professore stenta a credere ai suoi occhi, tenta di convincersi di essersi sbagliato, ma alla fine è costretto ad ammettere di essere stato testimone di un assassinio.

Turbato, afferra il telefono per chiamare la polizia ma tentenna e infine rinuncia.

Rimanda al giorno dopo.

Poi al giorno successivo.

E a quello dopo ancora.

Il professore resta così impantanato nella sua apatia morale, senza sapersi spiegare la totale mancanza di risolutezza, la completa indifferenza nei confronti di un avvenimento così sconcertante. Soprattutto senza sapersi spiegare la fascinazione nei confronti dell’assassino, che spera un giorno di incontrare di persona.

Il romanzo di Solstad racconta di un’indagine, pur non essendo affatto un giallo. Sotto la lente non finisce il delitto in sé, bensì la crisi esistenziale del protagonista, testimone ostile a compiere il suo dovere morale, che con il suo comportamento costringe il lettore a chiedersi cosa possa portare a una scelta del genere e quale sia il ruolo dei valori nella società contemporanea.

Un romanzo esistenziale che si legge in pochi giorni, perfetto sia per rendere meno noiose le giornate di chi trascorrerà le festività in solitudine, sia per chi invece vorrà rilassarsi ritagliandosi del tempo per sé, dopo le ore chiassose trascorse con amici e parenti.

Photo by Klaus Wartz

L’Autrice

Maria Mazzocchia è una sociologa e musicista italiana residente a Berlino, batterista e cantante del duo Alternative-Rock I-Taki Maki, nonché autrice del romanzo corale distopico dal titolo “Come tutti gli uomini fanno“, primo classificato del Premio Letterario Metamorfosi 2020 e tra i vincitori del Premio Nazionale Letteratura Italiana Contemporanea 2020 Laura Capone Editore. Lo scritto si ispira alle liriche e alle musiche delle canzoni racchiuse negli ultimi due concept album de I-Taki Maki, A Place to Leave (2018) e Misfit Children (2020). Ogni capitolo porta il nome di una canzone e si apre con il testo della stessa.

Da gennaio 2021 collabora con il quotidiano Il Mitte Berlino, intervenendo con contributi sul tema dei diritti umani e curando la rubrica letteraria “Libri – I consigli del Mitte”.