Racial profiling in Germania? Analisi sui controlli di polizia

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In Germania, uno studio recente pubblicato dal Consiglio di esperti per l’integrazione e la migrazione (SVR) suggerisce che le persone percepite come straniere dai loro concittadini siano più spesso soggette a controlli di polizia rispetto a coloro che non sono percepiti come non tedeschi. La tendenza, da parte delle forze dell’ordine, a rivolgere maggior attenzione alle persone che si percepiscono come straniere – per esempio per via dei tratti somatici, del colore della pelle o dell’abbigliamento – è nota come “racial profiling” e costituisce una violazione del divieto costituzionale di discriminazione.

Di questo tema si è occupata di recente anche la trasmissione “Auf Der Couch” di ZDF. L’autore dello studio, Maximilian Müller, ha sottolineato che i dati evidenziano uno squilibrio nei controlli di polizia negli spazi pubblici (lo studio non ha tenuto conto, per esempio, delle perquisizioni in case private nel corso di specifiche indagini). La questione, tuttavia, potrebbe essere più complessa di quanto non sembri.

Polizia tedesca e racial profiling: una questione complessa

Secondo lo studio, il 18,4% degli uomini tra i 15 e i 34 anni, percepiti come stranieri a causa del loro aspetto esteriore, ha riferito di essere stato fermato dalla polizia negli ultimi dodici mesi, contro l’11,9% dei giovani e degli adulti che non vengono percepiti come non tedeschi. Ai fini dello studio, sono stati considerati solo coloro la cui percepita appartenenza etnica o nazionale si lega esclusivamente all’aspetto fisico, dal momento che, prima di iniziare un contatto, la polizia non può valutare elementi come il cognome o l’accento.

Le difficoltà di valutazione, sottolinea Alex Wittlif dell’SVR, co-autore dello studio, si presenta per esempio quando si prende in considerazione il fatto che i controlli di polizia si svolgono più di frequente nei cosiddetti “punti caldi della criminalità”, i quali tendono a essere situati in “quartieri socialmente svantaggiati, con un’alta percentuale di immigrati e di loro discendenti”.


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Di racial profiling, per esempio, si potrebbe parlare qualora un controllo di polizia diretto a un gruppo di giovani, in una zona “problematica” della città, si concentrasse solo sulle persone percepite come straniere per via del colore della pelle e qualora gli agenti, nello stesso contesto, non controllassero coloro che invece percepiscono a prima vista come tedeschi o europei.

Onde evitare fenomeni di questo tipo, si sta discutendo di introdurre la possibilità di richiedere una ricevuta di controllo agli agenti di polizia per evitare o contestare controlli ingiustificati o percepiti come istanze di profilazione razziale. La coalizione di governo sembra concorde su questa misura, ma al momento non c’è ancora una decisione definitiva. L’SVR suggerisce l’introduzione di queste ricevute di controllo anche per la polizia dei Länder, oltre che per la polizia federale, come già accade a Brema. Tuttavia, il sindacato di polizia (GdP) ritiene questa misura superflua e teme un aumento degli oneri amministrativi.

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