La Casa sull’Albero del Muro di Berlino: storia di un indirizzo impossibile
In tantissime occasioni abbiamo parlato di cittadini della Germania Est che hanno cercato di scavalcare il muro per passare all’ovest. Le loro storie, spesso tragiche, sono note anche fuori dalla Germania e sono diventate, per molti, il simbolo di tutti coloro che tentano di attraversare una barriera. Meno nota, però, è la storia dell’uomo che, come in un celebre detto, quella barriera provò con successo ad “arredarla”. Stiamo parlando di Osman Kalin e della “Baumhaus an der Mauer”, ovvero la “Casa sull’albero del Muro”. Lungo la Bethaniendamm, fra i quartieri di Kreuzberg e Mitte, la piccola dacia che questo immigrante turco costruì, proprio a ridosso del più terribile simbolo della guerra fredda, si erge ancora, come un monumento silenzioso e poco appariscente.
La Casa sull’Albero, nella Terra di Nessuno
Era il 1983, quando Kalin si accorse di una bizzarra anomalia nella costruzione del Muro. In quella particolare sezione di Bethaniendamm, gli operai della DDR incaricati di marcare il confine con l’ovest non poterono seguire alla lettera i piani. Fu necessario, per motivi pratici, costruire un angolo retto nel muro, per adattarlo ai piani ufficiali. Tracciare esattamente il confine avrebbe richiesto un dispendio di tempo e risorse che si ritenne eccessivo e fu così che un piccolo pezzo di est si ritrovò a esistere, incredibilmente, all’ovest. Si trattava di 350 metri quadri di “terra di nessuno”: formalmente sotto la giurisdizione della DDR, ma in territorio occidentale. Secondo quanto raccontano i suoi eredi, Osman Kalin si accorse di questo fazzoletto di terreno “impossibile” e il suo primo pensiero fu quello di piantarci aglio e cipolle. E fu esattamente ciò che fece.
L’intraprendente lavoratore turco, tuttavia, non si limitò all’agricoltura. All’indirizzo che oggi è indicato come “Bethaniendamm Passage 0”, costruì addirittura una casetta a due piani, realizzata interamente con materiali di recupero. Pian piano, oltre alle cipolle e all’aglio, Kalin iniziò a piantare anche altri ortaggi e a passare sempre più tempo con la sua famiglia nella piccola dacia urbana che esisteva in una dimensione a parte rispetto ai due colossi che si scontravano globalmente intorno alla piccola oasi.
Cipolle e bottiglie di vino
Naturalmente, le guardie di frontiera notarono la bizzarra attività e decisero di investigare. Secondo il figlio di Osman, che ha rilasciato diverse interviste sulla storia di suo padre, l’interrogatorio durò appena un paio d’ore e si concluse senza conseguenze. Le guardie, infatti, volevano accertarsi che non ci fossero in corso violazioni del divieto di attraversamento e, nello specifico, che la casa sull’albero non nascondesse in realtà un tunnel destinato a permettere ai cittadini dell’est di fuggire all’ovest. Una volta verificato che Osman voleva davvero solo coltivare un orto, in una terra che di fatto non era di nessuno e formalmente non esisteva, non riuscirono a trovare alcun motivo per impedirgli di proseguire.
Inoltre Osman aveva rispettato tutte le leggi vigenti, compresa quella che vietava costruzioni più alte rispetto al Muro, in quella parte della città. Dopo un po’, diventarono suoi amici. I familiari di Kalin Osman, che è morto nel 2018 all’età di 92 anni, ricordano che, fino alla caduta del Muro, le guardie passavano regolarmente davanti alla casa sull’albero e si scambiavano cordiali saluti con il suo placido occupante. Occasionalmente, scambiavano bottiglie di vino con qualcuna delle sue cipolle.
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Una tradizione di famiglia
Con il passare del tempo, soprattutto dopo la riunificazione della Germania, la Casa sull’albero crebbe per dimensioni e livello di comfort, grazie alle piccole aggiunte che Osman realizzava, sempre con materiali di scarto e riciclati. Dotata di acqua corrente, elettricità, ufficio e camera da letto, la dacia di Kalin divenne il luogo nel quale tutta la sua famiglia sceglieva di festeggiare i compleanni e le ricorrenze e organizzare barbecue durante la bella stagione.
Oggi è facile passare davanti alla Casa sull’albero senza farci caso: si tratta, dopo tutto, di una delle tante costruzioni strampalate che si possono trovare a Kreuzberg. Inoltre, l’attenzione dei passanti è solitamente attirata dall’antistante chiesa di S. Tommaso, che architettonicamente è decisamente più complessa e significativa. Tuttavia, per i berlinesi l’importanza storica di questo luogo ne ha fatto un simbolo di resistenza creativa. Dopo la morte del suo creatore, gli eredi hanno manifestato in più occasioni il desiderio di trasformare la piccola dacia di famiglia in un museo.
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