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Germania, Atlante della felicità: infelicissimi a Berlino, felicissimi nello Schleswig-Holstein

Il livello medio di felicità in Germania, anche dopo la conclusione dell’emergenza Covid19, non è ancora tornato ai livelli del 2019 e oltretutto a Berlino, in particolare, si continua a essere molto più infelici che altrove. Questi i dati emersi dall’ultimo “Atlante della felicità“, pubblicato giovedì dall’Università di Friburgo con il supporto della Süddeutsche Klassenlotterie (SKL).

I risultati sono il frutto di interviste condotte presso circa 11.400 persone di età superiore ai 16 anni, tra agosto 2022 e giugno 2023.

Pubblicato il nuovo “Atlante della felicità” in Germania: promossi e bocciati

Valutando la loro felicità su una scala da 0 a 10, gli intervistati hanno riportato una media di 6,92 punti e cioè 0,22 punti in meno rispetto al 2019 (7,14). Non si è ancora tornati, quindi, alla felicità prepandemica, almeno quella percepita e dichiarata in questo contesto.

Berlino non sorride affatto e si attesta al 14esimo posto su 16 Länder, con 6,62 punti. Nonostante un leggero miglioramento di 0,09 punti percentuali, quindi, solo nel Saarland e nel Meclemburgo-Pomerania Anteriore (che occupa il fondo della classifica) la gente è più triste che nella capitale tedesca, che conferma il trend negativo dell’anno scorso. Sul podio delle persone più felici, invece, si colloca lo Schleswig-Holstein (7,21 punti), che guadagna l’invidiabile primato di Land con il più tasso alto di serotonina dell’intera Repubblica Federale.

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Ci si aspettava maggiore “felicità”, dopo la fine della pandemia

A livello nazionale, l’indice di felicità mostra un incremento di 0.06 punti rispetto all’indagine condotta tra gennaio e ottobre 2022 e riportata nel precedente Atlante. Un aumento minimo, che si immaginava molto maggiore, dopo la fine dell’emergenza sanitaria. “Il modesto aumento della felicità dimostra che alcune limitazioni causate dalla pandemia hanno ancora un impatto, anche se quasi tutte le restrizioni sono state eliminate” si legge nella prefazione dell’Atlante.

In realtà, diversi altri eventi hanno influito negativamente sulla percezione della felicità, in primis l’inflazione e la guerra in Ucraina, peraltro verificatisi subito dopo l’incubo del Covid19. Questo ha infatti caricato una situazione già compromessa di nuove e pesanti pressioni, che hanno portato il senso di sfiducia collettivo oltre il limite di sopportazione.


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Le persone estremamente infelici sono sempre le stesse. Cos’è invece migliorato

Resta comunque invariata la percentuale delle persone che si autodefiniscono “estremamente infelici”, totalizzando un punteggio tra 0 e 4. Le donne, inoltre, risultano più insoddisfatte della loro vita rispetto agli uomini di pari età, con una differenza di 0.06 punti, ma il divario si riduce rispetto al 2020, quando la differenza era di 0.19 punti.

Sono aumentate infine la soddisfazione registrata in ambito familiare, con un incremento di 0,06 punti e un punteggio complessivo di 7,48, nonché, sorprendentemente e nonostante l’inflazione, la soddisfazione relativa al reddito, con un incremento di 0,15 punti (6,64). Secondo lo studio, quest’ultimo risultato potrebbe essere dovuto a una sorta di “meccanismo di assuefazione”.

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