Germania al secondo posto per emissioni CO2 in Europa: colpa del carbone

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La Germania torna a chiudere in passivo il suo bilancio sulle emissioni. La scorsa settimana, infatti, il carbone, la materia prima con il peggior impatto climatico, ha rappresentato la principale fonte di energia per la produzione elettrica tedesca.

A un anno e mezzo dalla chiusura delle centrali nucleari, e quindi nell’impossibilità di avvalersi di questa fonte alternativa, la Germania ha scelto dunque di puntare sull’elettricità importata dall’estero, in estate, e sul carbone, in inverno.

Le ragioni della dipendenza della Germania dal carbone

Il Prof. Clemens Fuest, presidente dell’Istituto Ifo di Monaco, sostiene che la produzione di “energia sporca” in Germania sia inevitabile, a causa della scelta del governo di abbandonare l’energia nucleare e della riluttanza a produrre gas sul suolo tedesco.

“Ci affidiamo ad altre nazioni per estrarre materie prime dannose per il clima. La nostra politica preferisce lasciare i problemi ad altri e importare questa energia” è il duro commento di Fuest.


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La Germania registra il secondo tasso più alto di emissioni di CO2 in Europa

L’inquinamento da carbonio è una conseguenza diretta di questa dipendenza dal carbone. Da lunedì a sabato scorso, con 500 grammi per kWh, la Germania ha registrato il secondo tasso più alto di emissioni di CO2 per kWh dell’Unione Europea, preceduta solo dalla Polonia, che fa un uso massiccio di carbone.

Il Prof. Manuel Frondel, economista dell’energia dell’Istituto Leibniz per la ricerca economica, ha fotografato una realtà che inchioda la Germania a questa risorsa ancora per molto tempo. “Non possiamo evitare di continuare a usare il carbone, nei prossimi anni. È la nostra ultima risorsa. Le centrali a gas naturale capaci di produrre idrogeno non sono ancora state costruite e non sarà possibile farlo prima del 2030. Quindi dovremo affidarci al carbone, per i prossimi anni” è la riflessione dello studioso.

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Olaf Kosinsky, CC BY-SA 3.0 DE <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/de/deed.en>, via Wikimedia Commons

L’attacco dell’opposizione, che critica il carbone e sostiene il nucleare

Questa carenza di energia elettrica ha inoltre portato alla riapertura di due tra le centrali a lignite più sporche d’Europa, quella di Jänschwalde (Brandeburgo) e quella Niederaussem (Nord Reno-Westfalia).

L’opposizione attacca frontalmente Habeck, con Jens Spahn (CDU) che accusa apertamente il governo. “I semafori stanno pianificando il prossimo inverno del carbone. La strategia elettrica di Habeck sta fallendo sotto gli occhi di tutti. Invece di centrali nucleari pulite, le vecchie centrali a carbone vengono nuovamente potenziate. Questa coalizione sta danneggiando inutilmente il clima e l’ambiente”.

Ancora una volta torna il dilemma relativo all’energia nucleare, a cui la Germania ha deciso di rinunciare, ma che invece sembra essere l’asso nella manica delle nazioni che se ne avvalgono e che sono vicine alla neutralità climatica (come ad esempio la Francia o la Svezia).

Risultati positivi per l’energia solare ed eolica

Sebbene la situazione del carbone resti critica, ci sono però buone notizie per quanto riguarda l’impiego di energia solare ed eolica. L’espansione dell’energia solare ha infatti superato ampiamente gli obiettivi prefissati, con un aumento del 38% rispetto al benchmark (ci si aspettava di installare almeno 9.000 megawatt, per la fine di ottobre, ma i megawatt sono stati ben 12.420).

Domenica, inoltre, il vento ha superato il carbone come principale fonte energetica. Tuttavia, l’espansione dell’industria eolica è ancora molto lontana dall’obiettivo della svolta energetica e non riesce neanche a conquistare i traguardi di breve periodo. Ad oggi, infatti, l’espansione dell’energia eolica è inferiore di quasi il 20%, rispetto agli obiettivi del 2023.

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