Razzismo, foto di Hitler e svastiche nella chat di gruppo della polizia: indagine in Germania
La Procura di Essen, in Nord Reno-Westfalia, ha aperto un’indagine su otto agenti di polizia appartenenti ai dipartimenti di Recklinghausen, Kleve e Borken, accusati di aver condiviso messaggi estremisti di destra e contenuti razzisti in varie chat di gruppo. Alcuni dei messaggi erano particolarmente disturbanti.
Ennesima chat di gruppo della polizia con contenuti razzisti
Non è la prima volta che, all’interno delle forze di polizia, si verificano casi di questo genere. Già in altre città della Germania si erano aperti procedimenti contro agenti di pubblica sicurezza che, nelle chat private condivise con i colleghi, si lasciavano andare a esternazioni apertamente razziste, che teorizzavano atti violenti o inneggiavano addirittura al nazismo. Gli agenti coinvolti in quest’ultima indagine hanno un’età compresa tra i 22 e i 25 anni. I documenti dell’inchiesta, resi pubblici dal “Kölner Stadt-Anzeiger“, dipingono un quadro inquietante delle loro visioni del mondo.
Professione: “Prendere a schiaffi i Kanake”
In particolare, uno degli agenti ha descritto la sua attività professionale come “prendere a sberle i Kanake”. Kanake è un insulto razzista piuttosto difficile da tradurre in italiano. Negli ultimi anni si usa specificamente ai turchi e alle persone di provenienza mediorientale, nord-africana e talvolta balcanica. Tuttavia, risulta da diverse fonti che, negli anni ’60 e ’70, venisse usato anche per insultare i lavoratori immigrati dell’Europa meridionale, come Italiani, Greci e Spagnoli. Le persone con un background migratorio di origine mediorientale e i turchi-tedeschi sono, da diversi anni a questa parte, quelle che più spesso sono fatte oggetto di insulti che utilizzano questo termine. È un termine estremamente offensivo e volgare, considerato inammissibile in contesti di comunicazione civile.
Leggi anche:
Pedopornografia e chat neonaziste: lo scandalo che travolge la polizia dell’Assia
Le conversazioni in questi gruppi di chat non si limitavano solo alle offese razziste: sembra che gli agenti condividessero anche svastiche e immagini che glorificavano Adolf Hitler. Alcuni messaggi facevano ironia sulla tragedia dell’Olocausto, deridendo il destino degli ebrei uccisi nelle camere a gas durante il Terzo Reich.
Una lacuna legale
Le rivelazioni di questo caso hanno portato il Ministro della Giustizia del Nord Reno-Westfalia, Benjamin Limbach (Verdi), e il ministro dell’Interno del Land, Herbert Reul (CDU), a proporre un piano per colmare una lacuna nella legge. Secondo questo piano, i post con contenuti estremisti di destra e xenofobi pubblicati da funzionari pubblici saranno considerati punibili, anche se condivisi in gruppi chiusi. Finora, gli autori di tali messaggi nelle chat rimanevano impuniti se i messaggi non erano condivisi pubblicamente.
P.S. Se questo articolo ti è piaciuto, segui Il Mitte su Facebook!