Crippa (Lega): “la Germania 80 anni fa usava l’esercito, ora i clandestini per destabilizzarci”. Sgarbi: “80 anni fa eravamo alleati”
Le invettive contro la Germania dei politici e dei giornalisti italiani vicini al governo di Giorgia Meloni continuano. Dopo “stai a casa tua. Stai nella Foresta Nera” rivolto dal giornalista televisivo e “first gentleman” Andrea Giambruno al ministro Karl Lauterbach, che aveva parlato di caldo anomalo durante una vacanza in italia, e dopo la lettera aperta della stessa Meloni a Olaf Scholz, è il turno del vicesegretario della Lega, Andrea Crippa.
In un’intervista ad Affariitaliani.it, Crippa ha infatti accusato il governo tedesco di strumentalizzare la crisi dei rifugiati per destabilizzare il governo italiano e ha paragonato la Germania di oggi a quella di ottant’anni fa e quindi alla Germania nazista.
Il vicesegretario leghista Crippa sulla Germania: “Ottant’anni fa usavano l’esercito, oggi i clandestini”
Crippa ha dichiarato che la Germania starebbe finanziando le ONG per aumentare il flusso di immigrati clandestini in Italia, con l’obiettivo di erodere il consenso del centrodestra nel Paese.
“Stanno cercando di destabilizzare il governo attraverso il finanziamento delle ong per riempirci di clandestini” sono le esatte parole pronunciate da Crippa, che ha poi suscitato polemiche con un paragone storico particolarmente infelice: “ottant’anni fa il governo tedesco decise di invadere gli stati con l’esercito, ma gli andò male, ora finanziano l’invasione dei clandestini per destabilizzare i governi che non piacciono ai socialdemocratici”. L’inesorabile Crippa ha poi concluso, compiaciuto, dichiarando che i tedeschi “falliranno come fallirono ottant’anni fa“.
Nell’intervista, il vicesegretario leghista ha prodotto altre considerazioni, chiedendosi perché la Germania o “qualcuno a sinistra” non favorisca l’immigrazione moldava, considerando il bassissimo reddito pro capite della popolazione, “inferiore a quello di gran parte dei paesi del Nord Africa”. La domanda è retorica, perché Crippa ha le idee chiarissime. “Evidentemente perché il moldavo, in quanto europeo, è affine alla nostra cultura e quindi non è congeniale al tentativo di mescolare il più possibile per diluire la nostra identità“.
L’immigrato africano sarebbe invece “più funzionale al disegno e in più crea una competizione al ribasso nel mondo del lavoro che favorisce la disoccupazione dei giovani italiani, creando tensione sociale”. Crippa riesce a infilare nel discorso l’intero repertorio della narrativa sovranista. C’è un po’ tutto: la Germania cattiva, l’immigrazione buona e quella pericolosa, la distruzione delle identità nazionali e l’allusione al fatto che dietro tutto questo ci sarebbe un preciso disegno internazionale.
Le dichiarazioni di Crippa aggiungono benzina al fuoco già alto del dibattito politico sull’immigrazione, mentre Giorgia Meloni, impegnata in una discussione sul tema con il presidente francese Emmanuel Macron, non ha ancora commentato pubblicamente le esternazioni del vicesegretario della Lega. Intanto, l’intervento a gamba tesa di Crippa ha innescato una serie di prevedibili reazioni in Italia, con critiche provenienti soprattutto da ambienti vicini all’opposizione.
Il “fuoco amico” di Vittorio Sgarbi: “Ottant’anni fa eravamo alleati della Germania”
A stupire, però, è soprattutto il “fuoco amico” rappresentato dalle dichiarazioni di Vittorio Sgarbi, critico d’arte e sottosegretario di Stato al ministero della cultura e quindi figura sicuramente non ostile a Giorgia Meloni o alla sua compagine di governo. Sgarbi ha infatti precisato, nella trasmissione televisiva “Tagadà”, che il paragone di Crippa tra la Germania di oggi e quella di ottant’anni fa “non è vero, anche perché noi eravamo alleati della Germania, quindi c’è una ricostruzione storica impropria”.
Andrea Crippa, va detto, non è nuovo a esternazioni considerate fuori luogo. Recentemente, ad esempio, sempre in un’intervista ad Affariitaliani.it, ha chiesto pubblicamente al ministro della cultura Sangiuliano di cacciare il direttore del Museo Egizio di Torino, Christian Greco. La colpa di Greco? Per Crippa, aver praticato uno sconto “solo per i cittadini musulmani”, nel 2018. In realtà, il direttore del museo egizio aveva ai tempi lanciato una campagna di promozione intitolata “Fortunato chi parla arabo”, con l’obiettivo di “consentire ai cittadini di lingua araba di essere sempre più parte della comunità con cui hanno scelto di vivere e condividere il futuro”.
Il gusto di Crippa per le polemiche
Il vicesegretario della Lega ha però definito Greco “un direttore di sinistra, che ha gestito il Museo Egizio di Torino in modo ideologico e razzista contro gli italiani e i cittadini di religione cristiana“. Lo ha inoltre accusato di aver “fatto sconti solo per i musulmani e mai per chi professa altre religioni” e ha concluso con un perentorio “va cacciato subito“.
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A contestarlo, anche in quel caso, è stato Vittorio Sgarbi, che rischia di diventare la nemesi del numero due della Lega. “Crippa lo conosco, è un bravo ragazzo, ma se mi avesse chiamato prima di parlare, gli avrei spiegato che le sue accuse sono assurde” ha commentato Sgarbi in un’intervista al Corriere della Sera, spiegando che l’idea dello sconto a chi parla arabo era stata una “precisa scelta di marketing”, legata alla totale assenza di visitatori di lingua araba, rispetto alla massiccia presenza di americani, inglesi, francesi e italiani. “Meglio avere 10 visitatori in più che zero, no?” aveva chiosato il critico d’arte.
Sgarbi ha aggiunto che “già nel 2018, Crippa trasse così in inganno la Meloni, a cui però, già allora, spiegai che non c’era un trattamento di favore rispetto agli italiani”. E a proposito della presidente del consiglio, cosa farà, dopo che la sua lettera aperta a Scholz è stata seguita a stretto giro dalle dichiarazioni del vicesegretario della Lega, che rischiano di incrinare ulteriormente i rapporti con Berlino e compromettere le trattative con la Germania?
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