In Europa si torna nuovamente a parlare di Kanye West, ma questa volta a far notizia non sono le sue dichiarazioni stravaganti né il suo fare la fila come qualunque essere umano per comprare un kebab. A far discutere, questa volta, è la sua presunta rivalutazione da parte del marchio che aveva preso le distanze dalle sue uscite più controverse dello scorso anno. Sotto accusa è in particolare il CEO di Adidas, che si è mostrato possibilista e indulgente nei confronti di West. Il Comitato Internazionale di Auschwitz ha espresso una dura condanna nei confronti dell’amministratore delegato del brand, Bjørn Gulden, accusato di aver minimizzato e relativizzato le dichiarazioni antisemite di Kanye West, per via delle quali il brand aveva interrotto ormai diversi mesi fa la collaborazione con l’artista. Tale relativizzazione è stata definita intollerabile e cinica dal vicepresidente esecutivo del comitato, Christoph Heubner.
La difesa del CEO: “Kanye è una delle persone più creative del mondo”
Adidas, la cui collaborazione con il rapper che oggi si fa chiamare Ye era stata estremamente proficua per entrambe le parti, si era unita, nel 2022, alla condanna unanime contro West per suoi ripetuti commenti antisemiti e razzisti espressi via Twitter, che includevano l’auspicio della “morte del popolo ebraico”. Tuttavia, recentemente, durante una partecipazione a un podcast, Gulden ha difeso West definendolo “una delle persone più creative al mondo” e sostenendo che l’artista non intendesse ciò che ha effettivamente detto.
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Il Comitato di Auschwitz ha stroncato questa visione di Gulden, definendo la posizione dell’azienda “imbarazzante e disastrosa”. Le parole di elogio di Gulden per West sono state giudicate insensibili e incomprensibili rispetto alle ripetute espressioni antisemite del rapper.
Adidas difende la rottura con Kanye: “È stata la cosa giusta”
Un portavoce di Adidas, nel frattempo, ha dichiarato che la posizione assunta dal gruppo lo scorso ottobre “non è cambiata” e che l’interruzione della collaborazione con Kanye West era e rimane la scelta più giusta. All’epoca, l’azienda aveva rescisso tutti i contratti con West motivandoli con li fatto di “non tollerare l’antisemitismo o qualsiasi altro tipo di discorso di odio” e definendo le posizioni espresse dall’artista “inaccettabili, odiose e pericolose”, nonché in contrasto con i valori ai quali Adidas Adidas desiderava aderire, ovvero diversità, inclusione, rispetto e correttezza.
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