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Biancaneve, il lato oscuro: la vera storia dei fratelli Grimm

Biancaneve“, dei Fratelli Grimm, è notoriamente una delle fiabe più amate del mondo, ma poco si sa del lato oscuro della sua versione originale. Molti di noi sono cresciuti con la versione Disney del 1937, dove la dolce protagonista incanta ogni creatura del bosco con la sua bontà e innocenza e la storia termina felicemente, con il bacio e l’amore di un principe. In realtà, nel racconto originale dei Grimm, mutuato dalla tradizione orale tedesca e persino “addolcito” nell’arco di sette edizioni, tra il 1812 e il 1857, lo scenario è decisamente diverso e molto più inquietante.

Maternità e Cannibalismo

Intanto, nella prima versione dei Grimm, la perfida antagonista è la madre biologica di Biancaneve, non la matrigna. Ferocemente gelosa della figlia, desidera non solo ucciderla, ma addirittura mangiare il suo cuore, fegato e polmoni, ben conditi con sale e pepe. Nel corso delle varie edizioni della fiaba, i Grimm modificarono questo dettaglio, probabilmente perché l’idea di una madre invidiosa e omicida poteva risultare traumatizzante, per i bambini. Ecco dunque che la madre divenne una matrigna, di sicuro una figura più facile da accettare, nelle sue declinzioni negative.

La matrigna malefica non si limitava, inoltre, ad avvelenare Biancaneve con una mela, ma metteva in atto ben tre tentativi di omicidio, prima cercando di stritolarla con un bustino, poi di ucciderla con un pettine avvelenato, e infine facendole mangiare una mela avvelenata, riuscendo finalmente nel suo intento.


biancaneve

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Biancaneve era una bambina

Nella versione originale di “Biancaneve”, inoltre, la protagonista aveva sette anni, all’inizio della storia. Anche questo dettaglio fu successivamente omesso e l’età della protagonista venne modificata. L’idea di una bambina di sette anni perseguitata da una madre cannibale, per di più desiderosa di mangiarle gli organi interni ben conditi, poteva risultare particolarmente spaventoso, per i giovani lettori e non solo.

Ma quale bacio? Il vero risveglio di Biancaneve

Dimenticatevi il romantico bacio del principe, con il contestuale risveglio di Biancaneve, addormentata nella bara di cristalla. Nulla di tutto questo è infatti nella fiaba dei Grimm. Nella versione originale di “Biancaneve”, infatti, il principe si invaghisce della ragazza mentre è nella bara e chiede ai nani il permesso di portarsela al castello.

Mentre i servitori trasportano il presunto cadavere attraverso il bosco, però, inciampano, scuotendo vigorosamente la bara e facendo sì che Biancaneve sputi via, in un rigurgito improvviso, il pezzo di mela avvelenata, tornando alla vita. Niente bacio che risveglia la bella, ma un giovane che si porta a casa un cadavere di cui si è invaghito e che poi accidentalmente risuscita.

Biancaneve
Il principe cerca di svegliare Bianceneve, che giace nella bara di cristallo. Di Alexander Zick (1886) – Märchen, Grot’scher Verlag, Berlin 1975, Gemeinfrei, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=6330197

La terribile punizione della regina

Nella versione della Disney, la regina cattiva muore cadendo da un dirupo. Nella versione originale dei Fratelli Grimm, la sua morte è molto più drammatica e punitiva. Durante il matrimonio di Biancaneve e del principe, infatti, la regina malvagia viene invitata alla cerimonia e resta di sasso quando riconosce nella sposa Biancaneve, che credeva morta.

Come punizione per i suoi crimini passati, è quindi costretta a indossare un paio di scarpe arroventate e a danzare fino a quando non cade a terra morta. Immagine particolarmente cruenta, sia in sé, sia perché ci mostra una Biancaneve indifferente al supplizio e quindi decisamente distante dalla creatura innocente che parlava agli uccellini nel film della Disney.

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Insomma, la transizione di “Biancaneve” dai toni oscuri dei Fratelli Grimm alla versione più edulcorata di Disney mostra chiaramente come la cultura di massa si evolva di continuo, adattandosi al cambiamento della società e dei suoi valori. Questo ha fatto sì che, nel corso del tempo, diverse storie per bambini cambiassero tono, personaggi e persino il finale. “Biancaneve” non ha fatto eccezione e al di là delle polemiche sugli ultimi adattamenti, è stata rimaneggiata letteralmente dal momento in cui è stata scritta. Questo naturalmente non esclude che si possa riscoprire la versione originale, sempre disponibile, spalancando una finestra sul passato e sulla sensibilità sociale di tempi lontani.

In questo senso, non c’è nulla di strano nel far convivere versioni diverse della stessa fiaba e chissà quante volte tutto questo si è verificato, in modo anche più estremo, quando la storia circolava solo in forma orale. “Biancaneve”, in ogni caso, rimarrà sempre parte della nostra cultura, sia nella sua versione originale che nelle sue rivisitazioni. D’altra parte, le fiabe e i racconti nati dal folklore continuano a evolversi insieme a noi, incantandoci, ispirandoci e formandoci, mentre tutto continua a cambiare.

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