Baerbock fa infuriare la Cina: critiche alla definizione di “dittatore” per Xi Jinping
La Ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock (Verdi) ha scatenato l’indignazione del governo cinese, definendo il presidente Xi Jinping un “dittatore”. Tale affermazione, che Baerbock ha fatto durante un’intervista rilasciata a Fox News, in occasione della sua recente visita negli USA, è stata definita dalle autorità cinesi “assurda” e “un’aperta provocazione politica”. Il governo cinese ha espresso forte insoddisfazione per questa presa di posizione.
La portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Mao Ning, ha dichiarato che l’etichetta di “dittatore” è offensiva per la dignità della Cina. Una protesta formale è stata anche avviata attraverso i canali diplomatici.
L’intervista a Fox News
La dichiarazione di Baerbock era emersa tangenzialmente, nella speculazione sugli scenari mondiali in relazione alla posizione attuale della Russia e al potere del presidente Vladimir Putin. Se Putin vincesse la guerra in Ucraina, si chiedeva Baerbock ai microfoni di Fox News, “che tipo di segnale politico si manderebbe ad altri dittatori, come per esempio il presidente cinese Xi Jinping?”
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Questa affermazione arriva poco dopo che il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, aveva utilizzato parole molto simili per descrivere il leader cinese, scatenando, anche in quel caso l’indignazione del governo di Pechino.
Xi Jinping potrebbe essere presidente a vita
Xi Jinping, leader del partito comunista cinese, partito che governa il Paese ininterrottamente dal 1949. Gli altri otto partiti politici ufficialmente riconosciuti in Cina, hanno un ruolo consultivo e sono formalmente riconosciuti come parte dell’amministrazione con funzioni subordinate al Partito Comunista Cinese, che esercita il potere dello Stato. Nel 2018, Xi Jinping ha decretato l’eliminazione del limite massimo di due mandati presidenziali, garantendosi, almeno potenzialmente, la possibilità di governare per tutta la vita e iniziando quest’anno il terzo mandato. Se effettivamente dovesse governare fino alla morte, sarebbe il primo leader cinese dopo Mao Zedong a non cedere mai il potere.
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