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Leader AfD Turingia: “Fascista io? Lo dicevano anche dei combattenti per la libertà sotto la DDR!”

Si è a malapena placata la tempesta causata dalle dichiarazioni di Björn Höcke sui bambini disabili che il leader di AfD in Turingia torna a far parlare di sé. In un’intervista, che un eufemismo giornalistico comune potrebbe definire controversa, alla testata svizzera Blick, Höcke ha scelto di condividere la sua prospettiva sullo scenario europeo, in particolare sui rapporti con la Russia, e sull’Ufficio Federale per la Protezione della Costituzione, nonché sulle ripetute accuse di fascismo che hanno accompagnato tutta la sua carriera politica e, più in generale, sul termine “fascista”.

I “muri” degli altri partiti contro AfD non reggeranno, parola di Höcke

La Germania, sostiene Höcke, è sull’orlo del fallimento come Paese industrializzato. Fra le cause principali, neanche a dirlo, l’immigrazione, che metterebbe a dura prova il sistema di sicurezza sociale. Sul futuro della politica tedesca, tuttavia, Höcke è ottimista, almeno dal punto di vista delle possibilità del suo partito. Dopo i recenti sondaggi, infatti, ritiene che le barriere che gli altri partiti tedeschi pongono da sempre alle collaborazioni o coalizioni con AfD siano destinate a non durare. Le prime, sottolinea, si stanno già sgretolando a livello comunale. Questa particolare dichiarazione conferma quanto ipotizzato da molti commentatori a livello nazionale, ovvero che le dichiarazioni del leader della CDU Friedrich Merz su una possibile apertura a collaborazioni con AfD nella politica locale e territoriale siano state accolte con estrema soddisfazione dal partito di ultradestra, come un segnale di possibile accesso al potere politico nel Paese.

Fascista? “Un termine di lotta usato dall’establishment politico per zittire l’opposizione”

Alle domande sulle accuse di fascismo rivolte a lui personalmente e alla classificazione dell’AfD come “sicuramente di estrema destra” da parte dell’Ufficio federale per la protezione della Costituzione, Höcke dà alcune delle risposte più controverse dell’intera intervista. Perché gli si dia del fascista, sostiene, è qualcosa che proprio non capisce. La parola “fascista”, afferma, è “un termine di lotta usato dall’establishment politico”. Ma Höcke si sente in buona compagnia: “Le autorità della DDR avevano già bollato come fascisti i combattenti per la libertà della rivolta popolare del 17 giugno 1953”.


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Quanto all’Ufficio per la Protezione della Costituzione (Verfassungsschutz), Höcke lo definisce uno “strumento di lotta della classe dirigente” e afferma di ritenere che le autorità che lo guidano siano manipolate dal Ministro degli Interni e che l’opposizione al governo sia regolarmente spiata e minacciata in Germania più che in qualsiasi altro Paese democratico.

Politica estera: il leader di AfD difende Putin “i media occidentali vogliono farne il nuovo Hitler”

Alcune delle dichiarazioni che più hanno fatto discutere, nel contesto dell’intervista a Blick, sono quelle in cui il leader di AfD esprime le proprie posizioni sulla Russia e sulla sua politica estera. Egli difende la necessità di interrompere immediatamente le forniture di armi all’Ucraina e sostiene che la Russia non sia l’unica responsabile del conflitto. Quando gli viene fatto notare che Putin potrebbe mettere fine alla guerra in qualsiasi momento, Höcke ribatte “So che i media occidentali vogliono fare di Putin il nuovo Hitler. Ma bisogna riconoscere che c’è stato uno sviluppo sbagliato lungo decenni nella preparazione della guerra”.

Una cooperazione economico-politica con la Russia, sostiene avrebbe reso la Germania “imbattibile”. Ed è quella la strada che vorrebbe perseguire in politica estera, a favore di un allontanamento dall’asse atlantico, poiché “Gli interessi dell’America non sono gli interessi dell’Europa”, afferma – sottintendendo, forse per la prima volta, che gli interessi dell’Europa possano in qualche modo essere assimilati a quelli della Germania. Höcke arriva a citare la dichiarazione di Putin secondo cui Russia e Germania dovrebbero dare un “contributo comune alla costruzione della casa europea”.

Fonte: Blick

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