Una posizione netta, quella della presidente della commissione difesa del Bundestag, Marie-Agnes Strack-Zimmermann (FDP), che con Stern ha parlato di un Vladimir Putin “indebolito in modo duraturo” dalla recente rivolta del gruppo mercenario Wagner. Durata appena 24 ore e risolta con la mediazione di Alexander Lukashenko, la rivolta guidata da Yevgeny Prigozhin, fermatosi a 200 km da Mosca, secondo l’esponente liberale ha incrinato non poco il mito della stabilità del presidente russo.
Un Putin indebolito dalla rivolta di Prigozhin: la ricostruzione di Strack-Zimmermann
Strack-Zimmermann ritiene che gli sviluppi di questo corto circuito interno possano avvicinare la fine della guerra in Ucraina. “Per la prima volta, la porta della pace si sta aprendo” ha dichiarato la presidente della commissione difesa, argomentando con una buona dose di ottimismo e considerazioni legate al movimento di opinione russo e al termometro fondamentale dei media vicini al Cremlino.
A questo proposito, la politica liberale fa un esempio relativo al caporedattore di Russia Today, che ha dichiarato: “Abbiamo bisogno di territori in cui la gente non vuole vivere con noi? Non ne sono sicuro”. Una frase, questa, che tende a colpire l’attenzione e incrina le certezze che hanno finora accompagnato le rivendicazioni russe sul territorio ucraino.
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“È piuttosto interessante. Forse sta succedendo qualcosa, al Cremlino” ha commentato Strack-Zimmermann, che ha parlato anche di un ulteriore fattore di indebolimento, di natura più strettamente economico-finanziaria e legato alle pesanti sanzioni occidentali che la Russia subisce dall’inizio della guerra.
“Molti oligarchi russi non se ne staranno con le mani in mano a guardare il loro denaro che rimane congelato, sparisce o viene destinato alla ricostruzione dell’Ucraina” ha infatti dichiarato l’esponente dell’FDP.
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