La nave ONG tedesca Sea-Eye 4 fermata in Italia. Rischia una multa per salvataggio multiplo

Sea-Eye 4
La nave SEA-EYE 4 Foto: © Maik Lüdemann & sea-eye.org

Le autorità italiane hanno imposto un fermo amministrativo alla nave di tedesca Sea-Eye 4 dopo che i soccorritori avevano prestato assistenza a due imbarcazioni di rifugiati nel Mediterraneo. L’accusa è di non aver raggiunto immediatamente il porto di Ortona, assegnato dopo la prima operazione di salvataggio, ma di aver invece proseguito per una seconda missione di salvataggio. La Sea-Eye 4 sarà trattenuta per 20 giorni, e l’organizzazione umanitaria Sea-Eye rischia una multa.

La Sea-Eye 4 avrebbe violato il decreto Piantedosi, completando un’altra missione di salvataggio prima di dirigersi al porto assegnato

Le attività della Sea-Eye 4 sono state considerate una violazione del Decreto Piantedosi sui salvataggi in mare. Secondo tale decreto, dopo aver effettuato un salvataggio in mare, ogni imbarcazione è tenuta a richiedere immediatamente un porto di sbarco al Centro di coordinamento marittimo e a raggiungerlo immediatamente. Il decreto vieta esplicitamente di compiere ulteriori operazioni di salvataggio multiple. Nel motivare il decreto, il governo italiano ha sostenuto la necessità di distinguere tra i cosiddetti salvataggi “occasionali”, a cui sono tenute tutte le imbarcazioni in caso di presenza di naufraghi, e le operazioni sistematiche di soccorso condotte dalle organizzazioni non governative, che, secondo il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, potrebbero fungere da incentivo alle partenze dalle coste africane.

Tuttavia, secondo quanto riportato dalle ONG, spesso i porti designati sono molto distanti, il che limita fortemente le attività dei soccorritori.

Sea-Eye chiede aiuto al Ministero degli Esteri tedesco

Domenica, una volta attraccata nel porto di Ortona, la Sea-Eye 4 ha fatto pervenire una richiesta di aiuto al Ministero degli Esteri tedesco guidato da Annalena Baerbock (Verdi). La guardia costiera italiana aveva fermato la nave tedesca venerdì sera, dopo che i soccorritori avevano prestato assistenza a un totale di 49 rifugiati.


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Sea-Eye ha ora chiesto il sostegno in una lettera alla ministra Baerbock, nella quale la ONG prega le autorità tedesche di fare tutto il possibile per far revocare immediatamente il fermo amministrativo della Sea-Eye 4 e anche quello della nave MareGo, anch’essa battente bandiera tedesca e sottoposta a fermo amministrativo per motivi simili, e di evitare che le relative ONG siano multate. Nella lettera si sottolinea l’importanza di una pronta ripresa dei salvataggi in mare e si chiede al ministero di fare pressioni sul governo italiano in tal senso.

In risposta alla richiesta, Baerbock ha dichiarato di seguire attentamente l’operato dei soccorritori marittimi e di essere in contatto con le organizzazioni per seguire in tempo reale gli sviluppi della situazione nel mediterraneo.

Die Linke: “dall’Italia politica perfida che criminalizza i soccorritori”

Le risposte politiche alla vicenda, in Germania, non si sono fatte attendere e hanno suscitato aspre critiche al governo italiano, soprattutto da parte dei Verdi e di Die Linke. La Portavoce per le politiche sui rifugiati del Gruppo parlamentare di Die Linke , Clara Bünger, in particolare, ha definito il recente inasprimento delle leggi che regolano questa materia in Italia il culmine di una “politica perfida” che monitora, ostacola e criminalizza i soccorritori civili in mare. Le migliaia di morti nel Mediterraneo, ha dichiarato Bünger alla Berliner Zeitung, sono il risultato delle decisioni politiche degli Stati membri dell’UE. Die Linke si oppone a tali restrizioni e sostiene che i soccorsi in mare debbano essere garantiti.

Per i Verdi, la situazione è particolarmente delicata, visto il loro ruolo all’interno dell’attuale governo tedesco. Il partito, che ha lungamente sostenuto una politica migratoria più umana, deve ora affrontere un dibattito interno relativo alle riforme delle norme in materia di asilo e accoglienza proposte dalla Commissione europea. Nonostante il recente accordo del governo federale sulle procedure di asilo alle frontiere esterne dell’UE, i Verdi insistono sull’importanza di eccezioni che rendano più semplici le procedure di accoglienza per i bambini e le famiglie, anche se all’interno del partito sussistono opinioni diverse.

Per la Ministra degli Esteri Baerbock, è cruciale evitare ulteriori ostacoli al salvataggio in mare. Nel luglio 2019, Baerbock, allora ancora leader del partito dei Verdi durante il govreno Merkel, aveva chiesto al ministro degli Esteri dell’eopca Heiko Maas (SPD) di intervenire nel caso della capitana e soccorritrice Carola Rackete, arrestata in Italia.

I Verdi sono fortemente legati a questa causa. Il deputato Julian Pahlke, attivo per diverse organizzazioni umanitarie prima di entrare nel Bundestag, ha definito il salvataggio in mare una conquista di civiltà regolamentata dal diritto internazionale e ha sottolineato l’importanza di proteggere le organizzazioni umanitarie e i loro volontari, affermando “È uno scandalo che [i volontari] vengano puniti per le operazioni di soccorso”.

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