Settimana corta in Germania? La proposta per introdurla entro due anni
Di “settimana corta” si parla ormai da molto tempo: così come la flessibilità del lavoro da remoto, la settimana lavorativa di quattro giorni è una delle innovazioni alla quale molti dipendenti aspirano e che lascia spesso perplessi i datori di lavoro. In Germania, Die Linke ha presentato un piano per introdurre la settimana lavorativa di quattro giorni entro i prossimi due anni. Il partito ha specificato che il governo dovrebbe prevedere un supporto per i salari delle piccole aziende, così da facilitare la transizione, offrendo una compensazione salariale completa ai dipendenti che lavoreranno quattro giorni invece che cinque. La proposta è stata annunciata dalla leader del partito, Janine Wissler, in vista della festa del lavoro del 1° maggio.
La proposta: introduzione graduale della settimana corta e aiuti per le PMI
Il piano di Die Linke prevede un’implementazione graduale in tre fasi, con progetti pilota. Secondo Wissler, i lavoratori dovrebbero essere in grado di scegliere liberamente se lavorare quattro o cinque giorni alla settimana. Inoltre, ha sottolineato, la riduzione dell’orario di lavoro può migliorare la produttività e il benessere dei lavoratori.
A preoccupare i dipendenti, ovviamente, è il rischio che a una riduzione delle ore di lavoro corrisponda una riduzione dello stipendio mensile. Per questo motivo, Die Linke ha richiesto supporto finanziario statale per le aziende che decideranno di aderire alla riduzione dell’orario di lavoro, soprattutto per quelle di piccole e medie dimensioni. Questo incentivo finanziario aiuterà le aziende ad affrontare i costi dell’implementazione della settimana corta.
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Anche il sindacato IG Metall ha recentemente sostenuto l’introduzione della settimana di quattro giorni con compensazione salariale completa. In un recente sondaggio realizzato da Forsa per la testata Stern, solo il 42% degli intervistati si è dichiarato favorevole all’idea che i dipendenti lavorino meno ore per lo stesso stipendio, mentre il 55% si è detto contrario. I critici sostengono che le aziende potrebbero essere sovraccaricate finanziariamente e che il carico di lavoro non può essere facilmente distribuito su un numero inferiore di ore lavorative.
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