Il pene sopra Berlino: l’incredibile murale in Rudi-Dutschke-Straße
“Il pene sopra Berlino”: in molti ormai lo definiscono così. Parliamo del sorprendente murale visibile in Rudi-Dutschke-Straße 23, proprio all’uscita della U6 Kochstraße/Checkpoint Charlie.
Sulla facciata di quella che un tempo era la sede del quotidiano Tageszeitung (TAZ), infatti, spicca un uomo totalmente nudo, a eccezione di occhiali, scarpe e calzini, il cui membro si allunga in modo periscopico per i quasi cinque piani dell’edificio, culminando con una punta che ricorda la testa di un cobra.
In alto a sinistra, un’elegante donna in rosa sembra governarne l’inarrestabile ascesa come un’incantatrice di serpenti. Sulla sommità della facciata c’è una scritta al neon, che poi è il titolo dell’opera: “Friede sei mit Dir“, che significa “La pace sia con te”.
A completare il tutto, nel segmento più basso, c’è una serie di figure: uomini, donne, animali e creature ibride sono associate a scritte altrettanto singolari, spesso riferite al membro virile o a contenuti vernacolari. Che significa tutto questo? Andiamo a risolvere il rebus, anche perché la storia è molto divertente.
Leggi anche:
Teledisko, scopri la discoteca più piccola di Berlino
Il pene sopra Berlino: cosa ha ispirato l’opera?
Almeno secondo l’opinione prevalente, l’origine di tutto sarebbe una causa legale intentata nel 2002 dall’allora direttore della BILD, Kai Diekmann, ai danni di TAZ. Alla base dell’azione, un articolo satirico di TAZ, dal contenuto totalmente inventato, in cui l’autore fingeva che Diekmann avesse subito un bizzarro intervento chirurgico di allungamento del pene. Diekmann si era sentito leso nei suoi diritti della personalità e aveva chiesto a TAZ 30.000 euro di danni, mentre TAZ aveva sostenuto di aver voluto ironizzare sul modo spregiudicato con cui BILD si occupava della vita privata di tutti.
Insomma, sullo sfondo della vicenda giudiziaria spiccava anche lo scontro culturale tra due mondi: quello rappresentato dal gigantesco tabloid da 5 milioni di copie al giorno, considerato un campione di disinvolto sensazionalismo, e quello legato al piccolo quotidiano-cooperativa di sinistra TAZ.
Il tribunale regionale di Berlino aveva negato il risarcimento a Diekmann, stabilendo che, proprio in qualità di direttore di un tabloid e quindi per la particolare natura della sua attività professionale, dovesse accettare una maggiore compressione dei suoi diritti della personalità, rispetto a un comune cittadino. Aveva però ingiunto anche a TAZ di non ristampare la controversa pagina di satira. Raccontato il probabile background dell’opera, torniamo al murale.
Il murale: un piccolo capolavoro di satira a tinte forti
Sette anni dopo, nel 2009, l’artista Peter Lenk ha realizzato, sulla facciata della storica sede di TAZ, l’opera che si può ammirare al numero di 23 di Rudi-Dutschke-Straße. L’artista non ha mai dichiarato di aver rappresentato Kai Diekmann, nel murale, ma quasi tutti ritengono che il soggetto principale sia ispirato a lui.
L’incantatrice di serpenti in alto a sinistra, invece, è presumibilmente Friede Springer, vedova del celeberrimo editore Axel Springer e oggi proprietaria principale del gigantesco gruppo editoriale omonimo, che include la stessa BILD. Anche la scritta “La pace sia con te”, in quest’ottica, è un gioco di parole perfetto. La parola “pace”, infatti, in tedesco si traduce con “Friede”, che è anche il nome della vedova Springer.
Recuperiamo, a questo punto, anche le figure che l’artista ha collocato nel segmento più in basso dell’opera. Si tratta una serie di bizzarri personaggi, alcuni dei quali protagonisti, in passato, delle cronache pubblicate dalla BILD e accompagnati da titoli in linea con lo spirito del murale: “Il boom del Viagra durante la crisi”, “La Corte Federale: ora è possibile dire Pimmel (“Pimmel” è una forma gergale per “pene”, ndr)”, “Primo goal segnato con il pene”, nonché il famosissimo “Evirato dal bassotto della suocera” (la relativa pagina di BILD, in versione cartacea, è diventata talmente famosa da essere persino venduta su Amazon).
In basso, sulla sinistra, la scritta “Più del 65% degli uomini pensa che il suo pene sia troppo piccolo”. Insomma, il tema dominante dell’opera sembra chiaro… e abbiamo il lievissimo sospetto che non sia la pace.
P.S. Se questo articolo ti è piaciuto, segui Il Mitte su Facebook!