Olaf Scholz in Brasile incontra il presidente Lula. Ma non ottiene quello che si aspetta
La seconda tappa del viaggio sudamericano del cancelliere tedesco Olaf Scholz (SPD) lo ha portato in Brasile, per un incontro con il neo-insediato presidente Luiz Inácio Lula da Silva. Quella di Scholz è stata la prima visita di un capo di governo estero a Lula, dopo l’elezione che, a ottobre scorso, lo ha visto vincitore al ballottaggio contro Jair Bolsonaro.
Scholz: “I democratici devono restare uniti”
Il Cancelliere ha anche fatto riferimento agli attacchi subiti dalle istituzioni governative di Brasilia l’8 gennaio scorso, quando migliaia di sostenitori di Bolsonaro hanno preso d’assalto il quartiere governativo, in quella che sembrava quasi una ripetizione dell’assalto a Capitol Hill, Washington, dopo l’elezione di Joe Biden. Rispetto ai sostenitori di Trump, quelli di Bolsonaro sono riusciti a recare danni maggiori agli edifici governativi, introducendosi nei palazzi del Congresso, della Corte Suprema e del governo – il Palácio do Planalto. I danni alle strutture sono ancora visibili.
Nel commentare l’accaduto, Scholz ha ribadito al Presidente Lula il suo sostegno nella difesa della democrazia. “I democratici devono restare uniti”, ha detto “Questo è un promemoria che ci ricorda che dobbiamo fare tutto il possibile per difendere la democrazia”.
Scholz non ha fatto mistero del sentimento positivo dell’attuale governo tedesco rispetto al risultato delle elezioni brasiliane, sbilanciandosi fino ad abbracciare Lula e a dichiarare “ci siete mancati”. Inoltre, la Cancelliera ha annunciato per l’autunno la ripresa delle consultazioni governative tra Germania e Brasile, sospese dopo la loro prima edizione nel 2015, durante tutto il mandato di Bolsonaro. L’incontro fra i due leader, tuttavia, non è andato affatto come Scholz sembrava sperare.
Lula dice no al “club del clima” di Scholz
Anche in Brasile, come in Cile, Scholz ha parlato di protezione del clima – tema da sempre molto caro a Lula, che nella propria piattaforma ha sempre avuto l’obiettivo di limitare la deforestazione in Amazzonia. A tal proposito, la Ministra tedesca dello Sviluppo Svenja Schulze (SPD) ha dichiarato in una conferenza stampa congiunta con la Ministra brasiliana dell’Ambiente Marina Silva che il Brasile è “il polmone” del mondo e che, se questo polmone è in difficoltà, è dovere di tutti gli altri Paesi aiutarlo. In questo contesto si inquadra la partnership per la protezione del clima fra i due Paesi.
Scholz ha annunciato l’intenzione della Germania di partecipare a diversi progetti in Brasile e l’ambasciata tedesca ha specificato via Twitter che l’importo totale del sostegno tedesco sarà pari a circa 200 milioni di euro.
I contrasti arrivano però quando Scholz propone a Lula di entrare nel cosiddetto “club del clima”, un’alleanza che ha già proposto con successo ai presidenti di Cile e Argentina. Lula declina l’invito, lamentandosi dei requisiti della legge tedesca e di quelli europei in materia di importazioni, i quali permettono di importare dal Brasile solo quei prodotti per la cui produzione si può dimostrare l’assenza di qualsiasi collegamento con il disboscamento della foresta pluviale. Proprio a causa della disputa su questi dettagli, l’accordo di libero scambio dell’UE con il Mercosur non è ancora in vigore.
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Nonostante la partecipazione degli altri due Paesi, il rifiuto di Lula pesa, dal momento che il Brasile è la più importante e più grande economia di tutto il continente.
Le critiche di Lula sulla posizione in Ucraina e la proposta di mediazione neutrale con Cina e India
Il secondo rifiuto importante Scholz lo ha incassato rispetto alla richiesta di supporto per l’impegno in Ucraina. Scholz ha infatti chiesto al presidente brasiliano un supporto per la costruzione di munizioni per i carri armati antiaerei Gepard che la Germania ha dato all’Ucraina, che la Germania non riesce al momento a produrre nella quantità richiesta. “Il Brasile è un Paese di pace” ha risposto Lula motivando il rifiuto “Ed è per questo che non vuole partecipare a questa guerra, nemmeno indirettamente”.
I due leader hanno contrapposto le rispettive visioni del conflitto che infuria nel cuore dell’Europa. Mentre Scholz imputa l’intera responsabilità del conflitto – tanto del suo inizio quanto della sua continuazione – alla Russia di Putin, Lula aveva già dichiarato nel 2022 di ritenere Zelensky altrettanto responsabile. “Penso che la Russia abbia fatto un errore a invadere il territorio di un altro Stato” ha dichiarato Lula, ma “come dice un proverbio brasiliano, se uno non vuole, due non litigano”. Lula ha anche attribuito all’Ucraina la responsabilità del fallimento dei negoziati di pace – che Scholz attribuisce invece al rifiuto di Putin di considerare altre condizioni per la pace che non siano la cessione della Crimea e di buona parte dell’Ucraina orientale.
Secondo il presidente brasiliano, la soluzione al conflitto sarebbe un “club della pace”, formato da un “gruppo di Paesi sufficientemente forte e rispettato” con mediatori neutrali come Cina e India. Su questo punto, evidentemente, i due leader non hanno raggiunto un punto di vista condiviso.
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