Berlino: poliziotto spara a una taccheggiatrice quindicenne. Polemica sull’uso delle armi da fuoco
Sta facendo discutere, a Berlino, il caso di un taccheggio che si è concluso con l’uso di un’arma da fuoco da parte della polizia. Nel primo pomeriggio di sabato, in una drogheria della catena Rossmann, alla stazione centrale, una quindicenne è stata sorpresa dalla sicurezza del negozio a rubare degli articoli dagli scaffali. Gli addetti del punto vendita sono riusciti a trattenere l’adolescente in una stanza adiacente al negozio fino all’arrivo della polizia, dopo di che la situazione è degenerata.
Non riuscendo a calmare la ragazza, che aveva con sé un coltello e si rifiutava di consegnarlo, gli agenti hanno prima usato lo spray al peperoncino, dopo di che uno di loro ha esploso un colpo di arma da fuoco ferendo gravemente alla mano l’adolescente, che ha dovuto essere condotta in ospedale. Anche diversi dipendenti di Rossmann sono stati prima soccorsi sul posto e poi accompagnati in ospedale, sia a causa dell’uso dello spray al peperoncino nello spazio chiuso del negozio sia perché, si legge nel rapporto della polizia, questa sarebbe la prassi normale quando si utilizza un’arma da fuoco.
I vigili del fuoco sono intervenuti sul posto con quasi 50 operatori di emergenza perché inizialmente la polizia aveva dato loro l’impressione che ci fossero diversi feriti gravi.
Nel frattempo, l’ufficio di polizia criminale del Land ha aperto un’indagine per stabilire se l’uso dell’arma da parte del poliziotto sia stato legittimo e proporzionato alla situazione.
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Il caso della quindicenne fa discutere: quando è legittimo l’uso delle armi da fuoco?
A far discutere è quello che su molti media tedeschi, non solo locali, è stato considerato un ennesimo utilizzo sproporzionato della forza da parte della polizia in situazioni di non reale pericolo. I critici sostengono che un gruppo di agenti di polizia non dovrebbero avere difficoltà eccessive nel disarmare una quindicenne armata di coltello senza ricorrere all’uso delle armi da fuoco, soprattutto se l’adolescente in questione è stata trattenuta con successo fino a quel momento da un semplice addetto alla sicurezza ed è già temporaneamente accecata dallo spray al peperoncino. Le forze di polizia tedesche, in teoria, sono addestrate a risolvere le situazioni sempre con il minor uso possibile della forza. Nello specifico, la sezione 93 del Codice Penale di Berlino stabilisce che “le armi da fuoco possono essere utilizzate solo se altre misure di coercizione diretta sono già state infruttuose o si presentano come destinate all’insuccesso”. L’uso di armi da fuoco contro le persone, inoltre è “consentito solo se lo scopo non può essere raggiunto utilizzando le armi contro oggetti”.
Benjamin Jendro, portavoce del sindacato di polizia di Berlino, ha dichiarato: “A nessun poliziotto piace sparare. Tuttavia, i nostri colleghi si trovano purtroppo in situazioni eccezionali in cui devono prendere decisioni in pochi istanti e in cui anche l’uso dell’arma da fuoco come ultima risorsa non può più essere evitato. Si tratta di una tensione psicologica estrema che nessuno vuole sperimentare”.
Questo è l’ultimo di una serie di episodi che hanno fatto discutere circa l’uso delle armi da fuoco da parte della polizia tedesca in situazioni nelle quali l’avversario non rappresenta un pericolo reale né per gli agenti né per terzi. È rimasto tristemente celebre, per esempio, il caso di Mouhamed Dramé, il rifugiato sedicenne con problemi psichiatrici ucciso durante un’operazione di polizia a Dortmund nel 2022, per la cui morte sono stati incriminati cinque agenti.
Una ricerca della Süddeutsche Zeitung ha contato almeno 133 casi di persone uccise da agenti di polizia dal 2010 a oggi e i risultati suggeriscono che l’uso delle armi da fuoco quando l’antagonista è equipaggiato solo con armi da taglio sia piuttosto frequente. Otto delle nove persone uccise dalla polizia tedesca nel 2022, per esempio, portavano armi da taglio.
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