Continua la polemica sul Festival di Wiesbaden, in Assia, scatenata dalla presenza della controversa cantante lirica russa Anna Netrebko, considerata una supporter del Cremlino.
Il festival si terrà a maggio e da settimane si registrano contestazioni legate alla scelta di un’artista che è considerata non solo un’importante voce della lirica, ma anche della propaganda putiniana.
Caso Anna Netrebko: gli artisti ucraini si ritirano dal festival di Wiesbaden
Contro la scelta del Festival di Wiesbaden di scritturare Netrebko, ci sono state prese di posizioni chiare ed estreme, interne allo stesso organico dei partecipanti. A fine gennaio hanno infatti ritirato la partecipazione l’Orchestra nazionale ucraina, il Coro nazionale e il Teatro Taras Shevchenko di Kharkiv.
C’è stato poi il “caso Pussy Riot“. All’inizio della settimana scorsa, il teatro di Stato di Wiesbaden ha infatti annunciato che a sostituire gli artisti ucraini sarebbero state le Pussy Riot, band di dissidenti russe che hanno pagato duramente, anche con il carcere, la loro ostinata dissidenza nei confronti di Putin e che dall’inizio della guerra hanno lasciato il Paese per un lungo tour in occidente. Lo stesso giorno, però, la band ha annunciato su Twitter che non si esibirà a Wiesbaden, proprio a causa della presenza di Anna Netrebko.
— 𝖕𝖚𝖘𝖘𝖞 𝖗𝖎𝖔𝖙💦 (@pussyrrriot) February 13, 2023
Le Pussy riot hanno dichiarato di non essere state a conoscenza della presenza della controversa artista russa a Wiesbaden e neanche di essere state contattate come sostitute degli artisti ucraini. “In queste circostanze, non vogliamo partecipare. Annulliamo il nostro spettacolo a Wiesbaden in solidarietà con gli artisti ucraini” ha commentato la band.
Il direttore del festival difende la scelta di Anna Netrebko e parla di “isteria morale”
A difendere a spada tratta la scelta di aver scritturato Anna Netrebko, è invece il direttore del Teatro, Uwe Eric Laufenberg, che lunedì ha presentato il programma del festival e ha affrontato l’argomento in conferenza stampa. In base a quanto riportato dal Wiesbaden Kurier, Laufenberg ha parlato di “isteria morale” e ha rivendicato la presenza dell’artista russa all’interno del programma. Lo aveva fatto anche alla fine di gennaio. con questa dichiarazione: “Ci siamo chiaramente opposti alla guerra di aggressione di Putin e anche all’intero operato del suo regime, ma questo non può significare una condanna di tutto il popolo russo e di tutta la cultura russa. La cultura vive sempre di valori umani, che sono al di sopra delle nazioni”.
Al centro delle attuali polemiche, però, non c’è la mera nazionalità di Netrebko, che è peraltro la stessa delle Pussy Riot, ma il fatto che l’artista è considerata vicina alla propaganda di Putin.
Pussy Riot: “Netrebko dava concerti al Cremlino mentre ci rinchiudevano”
Le stesse Pussy Riot hanno pronunciato, in questo senso, dichiarazioni precise. “Netrebko dava concerti al Cremlino mentre ci rinchiudevano” ha dichiarato a DW la cantante Maria Alyokhina, riferendosi all’incarcerazione dei membri del gruppo nel 2012 e 2013. Alyokhina ha aggiunto che la Netrebk ha “onorato il regime di Putin con un sacco di soldi”, che è stata “uno dei volti della campagne presidenziali di Putin nel 2021 e nel 2018” che “ha anche trasferito ingenti somme di denaro nel Donetsk occupato“.
Gli artisti ucraini: “Si può filosofeggiare solo in tempo di pace”
Laufenberg ha inoltre affermato di ritenere che sia stata la politica ucraina a costringere i musicisti a cancellare la loro partecipazione a Wiesbaden, ma il direttore dell’Opera Nazionale Ucraina e dell’Orchestra Filarmonica Nazionale Ucraina, Mykola Diadiura, ha respinto vigorosamente l’affermazione, dicendo che non c’è stata alcuna pressione e che l’orchestra ha provato senza elettricità e senza riscaldamento a causa delle conseguenze degli attacchi missilistici russi in Ucraina.
“Vogliono che reagiamo in modo diverso? Si può discutere e filosofeggiare così solo in tempo di pace, ma siamo in guerra. Questa è la nostra posizione” ha ribadito Diadiura.
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A maggio sarà presente a Wiesbaden anche un altro ospite controverso, anche se parliamo, in questo caso, di un tema infinitamente più leggero. È infatti atteso al festival di maggio anche Marco Goecke, il coreografo di Hannover che si è recentemente guadagnato l’attenzione della stampa per aver spalmato escrementi di cane in faccia a una critica della FAZ, che ne aveva stroncato uno spettacolo.
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