Riprendono gli interventi alla Charité, ma crisi e “colli di bottiglia” persistono

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Vysotsky, CC BY-SA 4.0 , via Wikimedia Commons dati

Riprendono gli interventi chirurgici presso la Charité di Berlino, che erano stati sospesi poco prima delle feste di Natale per una serie di impedimenti che in gran parte ancora sussistono.

Resta infatti il problema della carenza di personale e della presenza di “colli di bottiglia” in alcune strutture del policlinico, che pure è uno dei primi d’Europa.


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Riprendono gli interventi alla Charité di Berlino

Presso il policlinico della Charitè, riprendono gli interventi chirurgici che erano stati interrotti a causa della carenza di personale medico e infermieristico, causa malattia. Il 19 dicembre, infatti, era stata annunciata la sospensione degli interventi chirurgici “elettivi”, cioè non urgenti. L’ospedale aveva deciso infatti di garantire solo le operazioni legate a patologie tumorali critiche, ictus, attacchi cardiaci, trapianti o altre emergenze e quindi solo di fronte alla necessità di intervenire per salvare la vita del paziente.

Dopo un’interruzione di quasi un mese, l’ospedale ha annunciato che anche gli interventi elettivi riprenderanno la prossima settimana. Verranno dunque portate a termine “le operazioni e misure terapeutiche rinviate a dicembre”, nonché “quelle attualmente in programma”, come confermato martedì un portavoce dell’ospedale.

Restano comunque gravi problemi: il sistema è sovraccarico

Resta comunque enorme la richiesta di assistenza medica a Berlino e il problema di un sistema sovraccarico è lungi dall’essere risolto. Lo stesso portavoce del policlinico precisa che “il volume delle emergenze alla Charité è ancora generalmente elevato” e che anche se il numero di dipendenti malati è attualmente in leggero calo, ci sono ancora dei colli di bottiglia nelle singole cliniche e questo potrebbe ancora causare dei rinvii dei trattamenti.

Sempre a dicembre, aveva fatto inoltre scalpore il caso, riportato anche da noi, di un anziano che aveva atteso 48 per un ricovero, sempre alla Charité. In quella circostanza, un portavoce del policlinico aveva parlato di reparti saturi pressoché ovunque e del fatto che anche possibili trasferimenti in altre cliniche risultassero spesso difficili.

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