“Omosessuali e transessuali contro Dio”: abbazia tedesca si dissocia dall’omelia di Natale

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L’abbazia benedettina di Tholey, nel Saarland, ha preso le distanze in modo netto da un’omelia pronunciata alla vigilia di Natale dal cappellano, padre Joachim Wernersbach a Wittichenau, in Sassonia. Nel sermone, che ha suscitato le ire di alcuni fedeli e anche una petizione di protesta che ha raccolto oltre 500 firme, Wernersbach ha espresso posizioni che sono state giudicate omofobe, transfobiche e misogine – caratteristiche che anche l’abate e il vescovo di Görlitz sembrano ritenere poco attinenti allo spirito natalizio.

Padre Joachim Wernersbach, che lavora come cappellano temporaneo a Wittichenau dal luglio 2021 ma viene appunto dal Saarland, si era espresso con termini durissimi contro l’omosessualità e la transessualità (il video completo del sermone è stato nel frattempo rimosso da Youtube).

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L’abbazia benedettina di Tholey.
Stefan Oemisch, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

Il sermone contro le persone lgbtq, la salute riproduttiva e la “wokeness”

“Ci sono tante strane tendenze moderne. Si parla di genere e di transgender, di transumanesimo e di salute riproduttiva, di wokeness e di LGBTIQ, di diversità e di identità, di generi multipli e di riassegnazione di genere, oltre che di questa nuova devastante comprensione della rivelazione da parte del Cammino Sinodale”.

Secondo il cappellano di Wittichenau, tali termini “mancano di bellezza” e “Non sono in armonia, non sono in sintonia con l’ordine divino inimmaginabilmente bello. È scoppiata una grande dissonanza nel nostro Paese”. In una parte precedente dell’omelia, l’ecclesiastico aveva anche fatto riferimento alla “santità della famiglia” e dichiarato “Auguro soprattutto a coloro che credono nella famiglia tradizionale una gioia straordinaria, perché non si lasceranno influenzare e non seguiranno o addirittura omaggeranno le dannose tendenze moderne”.

In un altro punto del video ormai rimosso il sacerdote dichiara “È proprio per questo che Gesù è venuto nel mondo, non vuole che finiamo nell’Assurdistan, in un mondo che non vuole più sapere nulla di Dio. Non lasciatevi influenzare dalle sciocchezze che la gente cerca di propinarvi”.

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La petizione di due fedeli

Il sermone ha suscitato indignazione fra i fedeli e ha spinto due frequentatrici della chiesa di Wittichenau a lanciare una petizione per esprimere il loro disappunto per le dichiarazioni dell’ecclesiastico. La petizione, che nel frattempo è stata chiusa, ha raccolto in breve tempo oltre 500 firme.

Theresia Kliemank, che insieme ad Antonia Lippitsch ha lanciato l’iniziativa, ha dichiarato a T-online di essere consapevole che in diverse istanze il sacerdote non ha fatto altro che riproporre le posizioni della Chiesa cattolica, “Tuttavia, queste affermazioni non trovano posto in una messa di Natale. Inoltre, in alcuni punti il sermone si spinge davvero oltre i limiti ed è in parte molto discriminatorio ed escludente”.

D’altra parte il percorso delle posizioni ufficiali della Chiesa Cattolica sui temi relativi al genere e alla sessualità è tutt’altro che lineare. Lo stesso Papa Francesco I, che di recente ha incontrato sei persone trans e ha dichiarato di non voler “giudicare gli omosessuali”, ha comunque dichiarato nel 2015, nel libro intervista dei vaticanisti Andrea Tornielli e Giacomo Galeazzi “Papa Francesco: questa economia uccide” quanto segue: “Pensiamo alle armi atomiche alla possibilità di annientare in pochi istanti un numero molto alto di esseri umani. Pensiamo anche alle manipolazioni genetiche, alla manipolazione della vita o alla teoria gender, che non riconoscono l’ordine del creato. Con questa attitudine l’uomo commette un nuovo peccato contro Dio il Creatore”.

Papa Francesco I.
Benhur Arcayan, Public domain, via Wikimedia Commons

L’abbazia e il vescovo: “dichiarazioni escludenti e discriminatorie”

Fra le due posizioni di Bergoglio, evidentemente, l’abate Mauritius Choriol dell’abbazia di Tholey (nel Saarland, da cui proviene padre Wernersbach) e il vescovo di Görlitz, Wolfgang Ipolt preferiscono la prima, infatti hanno preso le distanze dalle dichiarazioni del cappellano di Wittichenau.

“Abbiamo ricevuto la notizia della pubblicazione del contenuto della predica del nostro confratello don Joachim Wernersbach alla vigilia di Natale nella chiesa parrocchiale di Wittichenau. Rifiutiamo espressamente l’immagine dell’uomo e le affermazioni sulla storia della creazione che egli ha tracciato in questo sermone. Ci rammarichiamo per la rabbia, la sofferenza e lo sgomento che ciò ha causato” è la posizione ufficiale espressa martedì dall’abbazia.


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“Le valutazioni fatte dal nostro confratello e la mancanza di empatia pastorale non solo contraddicono la realtà sociale, ma per molti aspetti discriminano ampie fasce della società, ad esempio nell’immagine della donna, nella concezione della famiglia e anche nei confronti dei compagni queer e della comunità LGBT.

Questo vale anche senza pregiudicare il valido insegnamento cattolico” prosegue la dichiarazione ufficiale dell’istituzione religiosa, che dichiara di rifarsi all’affermazione del Pontefice “Chi sono io per condannare l’omosessualità?” e di considerarla lo standard con cui trattare tutte le persone.

Il vescovo di Görlitz Wolfgang Ipolt.
Pofex at the German-language Wikipedia, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons

Martedì pomeriggio, il vescovo Ipolt ha espresso una chiara critica alla predica di Natale. “Padre Joachim ha indubbiamente fatto commenti avventati e irresponsabili. Questo ha offeso i credenti e ha portato a una petizione al consiglio parrocchiale” e ha anche specificato che in una funzione natalizia non c’è motivo di fare commenti critici su questioni di morale sessuale della Chiesa o sullo stile di vita di singole persone. Inoltre, il vescovo ha invitato padre Wernersbach a una colloquio a Görlitz e ha chiesto che il benedettino si scusi per singole dichiarazioni eventualmente offensive o fuorvianti.

L’Abbazia di Tholey ha inoltre annunciato un’inchiesta ecclesiastica interna sul sermone, per analizzarne il testo. Nel frattempo, a padre Wernersbach è stato temporaneamente proibito di esercitare qualsiasi tipo di attività pastorale nella zona circostante l’abbazia.

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