Narova, esce l’ep “La fine del gran casino”. Release concert il 2 febbraio, al Madame Claude

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Narova

Abbiamo conosciuto Narova in occasione dell’Italian Market Berlin, a giugno del 2022. Nel frattempo diverse cose sono accadute, nella vita del cantautore pugliese. In occasione dell’imminente pubblicazione del suo ep di esordio e della relativa presentazione live a Berlino, abbiamo parlato di musica e progetti.


I-Taki Maki

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Ciao Nicola, l’ultima volta ti abbiamo visto esibirti all’Italian Market Berlin. Cosa è successo nel frattempo?

Ciao Lucia e ancora grazie per avermi dato l’occasione di esibirmi al Festival. Da allora ne sono accadute di cose: ho finalmente presentato il progetto Narova in Italia per lo splendido Stand Alone Festival, il primo festival interamente organizzato dalla Sac Recordings, l’etichetta con la quale sto collaborando, ho diviso il palco qui a Berlino con nuovi musicisti davvero originali e in gamba, ho scritto un paio di nuove canzoni, ho cambiato batteristi e sale prove con la rapidità con la quale si cambiano i calzini dopo un allenamento di boxe, ho suonato per l’ultima serata di divertimento di un bar che chiudeva battenti per sempre (ciao Mamadou!), ho tagliato il ciuffo che mi sballonzolava in testa da più due anni… insomma, una somma di piccole cose, tanto per fare una citazione musicale.

Sta per uscire il tuo ep di esordio. Ti va di parlarcene?

Il titolo del mio ep è “La fine del gran casino”. A dirla tutta è ormai datato, è stato prodotto più di un anno fa, ma solo adesso vedrà la luce, a causa di diversi motivi che non sto a spiegarti e della mia proverbiale pigrizia. Come tu stessa hai notato è una citazione da uno dei racconti più belli letti in tutta la mia vita, scritto da Stephen King. Per chi non l’avesse ancora letto: che cazzo state aspettando?

Ci tengo però a dire che, nonostante vi sia una possible correlazione tra le emozioni e i sentimenti che animano i personaggi del racconto e le emozioni e i sentimenti che mi hanno portato a scrivere le canzoni dell’ep, la cosa non è una forzatura e non è stata premeditata. Semplicemente, mentre scrivevo “Moby Dick”, l’ultima traccia cantata del disco, prima dell’epilogo, nella mia testa tutto diventava più chiaro ed è stato quasi automatico incasellare queste canzoni una dietro l’altra, dando al tutto quel titolo.

Narova
Narova

Dal 20 gennaio il singolo Moby Dick è online, disponibile su tutte le piattaforme di streaming. Da venerdì 27 gennaio l’ep completo sarà ufficialmente online. Manca pochissimo.

“La -MIA- fine del gran casino” è un concept che narra di una casa, a Berlino, dove ho vissuto tanti anni e che dopo tanti anni, per diversi motivi, ho lasciato. Quello che è accaduto in quella casa, e quello che avrei volute accadesse e che poi non è stato, il distacco e quindi la morte interiore e quindi la necessaria rinascita, la mia vecchia pelle e quella nuova che ancora non so quanto mi calza e chissà se lo saprò mai… tutto questo l’ho espresso in maniera più o meno criptica, in forma di canzoni.

Anche il supporto fisico del disco non è lasciato al caso: la foto di copertina è diventata una cartolina che contiene un piccolo qr code: scannerizzandolo si accede ai canali per l’ascolto in streaming. La cartolina la si trova ai nostri concerti e qualche meritevole, chissà… potrebbe trovarla anche nella cassetta della posta.

Il disco è stato prodotto anche grazie a Eduard Modestow che ha suonato basso e synth e David Dessert, finissimo chitarrista e anche bravissimo illustratore. Il sound editing è stato fatto egregiamente da Federica Paoles, la chitarrista che era sul palco con me all’Italian Markt Berlin e abbiamo mixato e masterizzato il tutto al Golden Hour Studio di Eduard. Le grafiche (anche quelle non lasciate al caso: sono mie fotografie scattate nella casa succitata) sono frutto del lavoro paziente di Antonio Marrone. Il video del singolo “Moby Dick”, infine, è del pluripremiato regista Antonio Stea ed è stato girato tra Berlino e Rostock. A brevissimo sarà disponibile su Youtube e ne sono orgogliosissimo, è davvero un bel video che ben esprime il concetto della canzone e di tutto l’ep. Lasciami ringraziare queste persone ancora una volta, una a una: grazie David, Eduard e Federica, grazie “Antonii”. A vita.

Narova con Federica Paoles

Porterai il tuo ep in giro, dopo l’uscita? E con che formazione?

Ovviamente c’è tantissima voglia di presentare l’ep al pubblico, suonandolo. Per l’occasione stiamo ricreando un suono capace di ripresentarne le atmosfere in maniera pratica e semplice. Ci esibiremo con chitarra acustiche, elettriche ed effetti, tastiera e il violoncello della “grande bionda” Imke Brandes. Ovviamente ci sarà la mia voce e anche qualche featuring a sorpresa.

Per adesso posso ufficialmente invitarvi al Madame Claude, giovedì 2 Febbraio, per il release concert, e al Kikisol, a Wedding, giovedì 23 Febbraio.

Altre date stanno per arrivare ufficialmente, e ci sarà anche qualche secret concert in giro per Berlino. Per rimanere aggiornati basta seguire Narova sui vari account social.

Suoni e vivi a Berlino. Come giudichi la scena musicale della capitale tedesca?

Semplicemente, “spietatamente suggestiva”. La varietà dell’offerta concertistica o semplicemente musicale, qui a Berlino, forse non ha paragoni. Non esiste genere musicale che a Berlino non riesca a vedersi rappresentato dai suoi massimi e minimi esecutori, dalla techno alla musica rock alternative, passando per la cumbia e la musica classica. Basta uscire di casa e un concerto bello, di qualsiasi genere e di qualsiasi portata, lo si trova. Sempre.

Il fatto è che vivere una vita da spettatore 24/7 comporta un dispendio economico e di energie comunque non indifferente. E purtroppo l’unico modo per non rinunciarvi mai è farne parte, da musicista o da addetto dietro le quinte.

Stesso discorso per chi prova in questa città a crescere come musicista: sicuramente ci sono tanti spazi che permettono a tutti di esibirsi e di essere ascoltati. Al contempo la concorrenza è tanta e spietatissima e il collo dell’imbuto che porta al “successo”, qualsiasi cosa voglia dire, è stretto e lungo. A volte mi sembra sia quasi una metafora della vita.

Narova

Cosa ti ha spinto a venire a vivere qui e in generale qual è stato il tuo percorso, artistico e di vita?

Mah, bella domanda a cui ancora non so dare precisamente una risposta. Forse la noia della vita di un piccolo paese della provincia di Bari (per carità, paese bellissimo e imprescindibile per la mia formazione, ma effettivamente non abbastanza per l ́evoluzione della parabola della mia vita) e l’amore per la musica e i suoi modi di darsi.

Effettivamente suonicchiavo nel mio paese, ero in contatto con una scena musicale bellissima (ho sempre pensato a Bari come la California musicale italiana) ma volevo qualcosa che ancora non sapevo descrivere. E quindi più di 10 anni fa mi imbarcai su un volo di sola andata e appena sbarcato è cominciata una nuova vita, che è finita e poi ne è cominciata un’altra e poi un’altra ancora… e poi ho scritto “ La fine del gran casino”. Me ne sono reso conto, come dicevo, solo a posteriori. E a posteriori ho deciso di pubblicarla, prima di cominciare a lavorare alle nuove canzoni. E forse è per questo che sono venuto a vivere qui: per vivere alcune cose, morirne e raccontarle.

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