La travagliata storia del Bode Museum di Berlino
Contributo e fotografie a cura di Stefano Comi (Sito ufficiale, Pagina Facebook)
Passeggiata al Bode Museum – L’origine dei musei di Berlino è da ricercare a metà del sedicesimo secolo quando il Principe elettore del Brandeburgo, Joachim II, organizzò una sala dell’arte nella quale raccoglieva opere provenienti da ogni parte d’Europa. Andata quasi completamente distrutta durante la guerra dei trent’anni, venne ricostruita dal suo successore, ma bisognerà aspettare l’ascesa al trono di Friedrich Wilhelm III di Prussia all’inizio del diciannovesimo secolo perché le raccolte, ormai numerose, vengano destinate a un museo pubblico e quindi fuori dal palazzo, accessibile a tutta la cittadinanza.
I primi musei sull’isola
Dopo la sconfitta di Napoleone era desiderio della casata degli Hohenzollern di trasformare il carattere militare dello Stato prussiano in uno Stato promotore dell’arte e della cultura e nel 1822 si diede l’incarico all’architetto Karl Friedrich Schinkel di costruire, proprio di fronte al palazzo di Berlino (oggi Humboldt Forum) il primo museo, oggi Altes Museum. Con l’apertura del Altes Museum inizia la storia della Museum Insel.
Sarà Friedrich Wilhelm IV, il re amante dell’arte e dello stile italiano, a dichiarare l’intera isola “Città aperta per l’arte e la scienza”. Al primo museo seguirà il Neues Museum, la Nationalgalerie e, a cavallo fra il diciannovesimo e ventesimo secolo, il Bode Museum, al quale seguirà di lì a poco il Pergamonmuseum.
Il Bode-Museum in stile del neo-barocco, prende il nome dall’architetto Wilhelm von Bode, già direttore della Pinacoteca e della raccolta di sculture e più tardi direttore generale dei musei reali di Berlino. Già l’edificio è una vera opera d’arte, con le maestose scalinate e le due cupole che lo sovrastano. La bravura di von Bode gli meriterà il titolo nobiliare.
L’arte degenerata
Purtroppo i guai per il museo cominceranno pochi anni dopo, quando il regime nazista nel 1937 farà sequestrare centinaia di opere dichiarate “Entartete Kunst” (arte degenerata) che verranno in parte distrutte, in parte rivendute all’estero in cambio di valuta. Anche la guerra danneggerà gravemente il museo e ciò che non riuscirono a fare i bombardamenti, lo fecero gli occupanti sovietici che sequestrarono migliaia di opere e, nonostante la restituzione di una gran parte di queste nel 1958, sono migliaia quelle ancora in Russia.
A guerra finita, le autorità della ex-DDR diedero inizio al restauro a tappe dell’edificio lasciandolo però aperto al pubblico, raccogliendo anche le opere del museo egizio, reperti della preistoria, quadri e sculture e una larga raccolta numismatica.
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La rinascita del Bode Museum
Sarà però dopo la riunione delle due Germanie che verranno individuati dei gravi errori nella ricostruzione e il museo resterà chiuso dal 1997 al 1998 per la necessaria ristrutturazione di tutto il complesso architettonico. Oggi il museo è una delle attrazioni principali della vasta offerta culturale dell’isola. Fra le altre opere è possibile ammirare 22 affreschi di Gianbattista Tiepolo che Wilhelm von Bode aveva acquistato in Italia dal Palazzo Volpato Panigai e che a lungo si credevano perse.
Ma qui sono raccolte anche opere del Mantegna, di Gian Lorenzo Bernini, una splendida scultura di ballerina del Canova, un mosaico trasportato qui da Ravenna, e opere di altri artisti italiani del rinascimento. Opere tardo gotiche francesi e spagnole, il rinascimento e neo-barocco tedesco, olandese e austriaco, opere del classicismo tedesco e francese, molte sculture in bronzo italiane di piccole dimensioni e un ricchissimo reparto numismatico del quale faceva parte anche il “Big Maple Leaf”, una moneta unica di cento chili d’oro di proprietà privata che si trovava qui a prestito e che con un audace colpo venne rubata nella notte del 27 marzo 2017.
È interessante rilevare, che nel Bode-Museum si trovano opere pittoriche e sculture i cui connotati altamente erotici sono evidenti solo con una attenta osservazione. Una guida sul tema “Spielarten der Liebe” (varietà dell’amore) e “Frauen” (donne) raccolti sotto il titolo “Zweiter Blick” (secondo sguardo), aiuta ad effettuare un percorso alla scoperta di opere altrimenti facilmente ignorate.
Come arrivare al Bode-Museum: Bus 100, bus 200. Sconsigliata l’automobile. Caffè e dolci all’interno del museo.
Buona passeggiata
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