Visitare Berlino: il Pergamon Museum e le sue meraviglie

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Gryffindor, Public domain, via Wikimedia Commons

Il Pergamon Museum è uno dei Musei più importanti di Berlino, ma anche un’attrazione internazionale per i suoi straordinari tesori archeologici.
Sito all’interno dell’Isola dei Musei (che consigliamo caldamente di visitare), è strutturato in modo da costituire, di fatto, tre musei in uno.

All’interno del Pergamon Museum sono infatti visitabili il Museo di Arte Antica, il Museo del Vicino Oriente e il Museo di Arte Islamica.

Cosa troverete al Pergamon Museum

Tra gli elementi più preziosi del Museo di Arte Antica, spicca indubbiamente come un capolavoro dell’arte ellenistica l’Altare di Pergamo, che dà il nome all’intero museo e che risale al II sec. a.c..
L’altare rappresenta una battaglia tra dei e giganti e purtroppo è al momento inaccessibile per restauri.
Sarà tuttavia di nuovo visitabile verso la fine del 2019.

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Gryffindor, Public domain, via Wikimedia Commons

I visitatori, però, hanno la possibilità di consolarsi ammirando la Porta del Mercato di Mileto, monumentale reperto archeologico del II sec. d.c..
Proprio di fronte alla Porta, è possibile osservare un pavimento a mosaico, che originariamente faceva parte di una sala da pranzo. Il mosaico, rinvenuto a Mileto, all’interno di una casa romana, mostra una lieta immagine del cantore Orfeo, circondato da animali incantati dalla sua lira.
È molto facile, circondati e quasi avvolti da tutto questo, evocare un mondo ormai scomparso e immaginare un’antica folla brulicare attraverso la Porta, nel giorno del mercato cittadino.

All’interno del Museo del Vicino Oriente, un corridoio processionale blu, decorato da temibili leoni dorati, conduce direttamente a una delle otto porte di Babilonia, la Porta di Ishtar.
Adornata da immagini di animali feroci che simboleggiano gli dei maggiori di Babilonia, questa porta, composta da maioliche smaltate in lapislazzulo, è stata a lungo considerata una delle Sette meraviglie del mondo antico.
Secondo la mitologia babilonese la dea Ishtar, a cui è dedicata l’opera, era la dea della guerra e dell’amore e poteva pertanto avere un volto benevolo o terrificante.

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Kurt Kaiser, CC0, via Wikimedia Commons

Sono davvero moltissimi i reperti che vi lasceranno senza fiato all’interno del Museo di Arte Islamica, dedicato all’archeologia e all’arte di diversi popoli dell’area islamica, dall’VIII fino al XIX secolo.
L’area geografica considerata si estende dal Mediterraneo all’India e i pezzi esposti vanno da sculture in avorio e gioielli a manoscritti miniati, da pregiatissimi tappeti a elementi architettonici.

Tra gli elementi più importanti possiamo segnalare senz’altro:

La facciata del palazzo di Mchatta, (attualmente in Giordania), la cui costruzione è attribuita al Califfo omayyade al-Walīd II, nel 744 d.c..
Si ritiene che il palazzo, che doveva essere uno è uno dei castelli arabi omayyadi di Siria e Giordania, non sia stato completato e che la facciata sia stata usata dai viaggiatori per ripararsi da occasionali tempeste di sabbia.
Questa notazione conferisce un cupo fascino alla costruzione interrotta, che è lunga 33 metri di lunghezza, alta 5 e che è provvista due torri. È inoltre decorata da rosette tutte diverse tra loro e da animali veri e fantastici.

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Gary Todd from Xinzheng, China, CC0, via Wikimedia Commons

Bellissima anche la Stanza di Aleppo, risalente al periodo ottomano. Vivacemente dipinta di colori brillanti, con una predominanza del rosso, apparteneva alla casa di un mercante ed è decorata con frasi arabe e persiane e con immagini di uomini, piante e figure legate alla fantasia o alla religione.


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Degne di nota anche la Cupola dell’Alhambra, donata al museo di Berlino proprio dal celebre complesso palaziale di Granada, e il miḥrāb di Kachan, bellissima nicchia per la preghiera.

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