A Berlino e nel Brandeburgo manca la manodopera in tutti i settori
A Berlino e nel Brandeburgo scarseggia la manodopera, tanto per i lavori qualificati quanto per quelli non qualificati. La situazione, per molte aziende, si sta facendo talmente seria da obbligare i gestori a ridurre l’orario di lavoro, per mancanza di personale. Secondo quando riportato da RBB, entro il 2035 in tutta la regione potrebbero esserci fino a mezzo milione di posti di lavoro vacanti in molteplici settori.
Da cosa dipende la carenza di manodopera?
Da cosa dipende questo fenomeno? In moltissimi casi si tratta di assenze per malattia per le quali non si trovano adeguate sostituzioni, ma c’è anche un problema più radicato, legato alla difficoltà di sostituire i lavoratori che vanno in pensione. Dai tecnici degli impianti di riscaldamento a quelli per la riparazione dei cellulari, dagli educatori di asili nido al personale della ristorazione e dell’accoglienza: i datori di lavoro lanciano l’allarme impiego in più di un settore. “I lavoratori qualificati mancano da 20 anni. Ora mancano anche quelli non qualificati” ha dichiarato Detlef Gottschling della Camera di Commercio e dell’Industria (IHK) di Potsdam.
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Il problema si registra in tutta la Germania: 100 miliardi di Euro di mancati utili e perdita di gettito fiscale
Il problema, però, non è solo regionale: il rapporto sul mercato del lavoro qualificato (Fachkräftereport) della Camera dell’Industria e del Commercio tedesca (DIHK) pubblicato giovedì fa riferimento a due milioni di posti di lavoro vacanti in tutta la Germania, con il 50% delle aziende intervistate che dichiara di avere difficoltà a trovare professionisti qualificati anche nei settori più popolari del momento, come quello dell’energia e dell’elaborazione dati. Dal rapporto emerge una perdita di PIL di 100 miliardi di Euro. Alla perdita di utili generati, ovviamente, si accompagna anche una perdita di gettito fiscale per le casse dello Stato.
Il rovescio della precarietà: i baby boomer vanno in pensione e i giovani non pensano al posto fisso
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la Camera di Commercio di Berlino non sembra puntare in modo particolare sull’attrattiva della capitale, neppure per coprire i posti di lavoro non qualificati nei prossimi dieci anni. Non è detto, infatti, che si possa contare sull’afflusso di 400.000 giovani e non è necessariamente detto che quelli che arrivano siano interessati a restare a lungo termine, specialmente se si trasferiscono per motivi di studio.
Per questo motivo, molte aziende puntano sulla formazione e la riqualificazione del personale già esistente e occupano alcuni dei posti vacanti con tirocinanti che non sempre hanno già acquisito le competenze per svolgere a pieno le mansioni richieste.
È questo, per esempio, il caso dei 56 asili nido gestiti da Kindergarten City a Berlino, la cui responsabile pedagogica Katja Grenner ha parlato a RBB della difficoltà di sostituire i dipendenti che vanno in pensione con i nuovi arrivati. Non è solo un problema di numeri. Secondo Grenner, si tratta anche di un’attitudine diversa al lavoro. Chi va in pensione oggi appartiene a una generazione – quella dei cosiddetti “baby boomer” – che aveva un concetto del lavoro legato alla vocazione per la vita o comunque all’idea di un posto che si occupa a lungo termine o, meglio ancora, in modo permanente. Le nuove generazioni, invece, sono le generazioni della flessibilità e della precarietà e tendono a considerare il lavoro come una fase della vita, alla quale naturalmente può seguirne un’altra. Non è necessariamente detto che permanere a lungo termine nello stesso luogo di lavoro sia nei loro piani.
I sindacati, per contro, accusano i datori di lavoro di non investire abbastanza in formazione e aggiornamento del personale.
Le aziende di grandi dimensioni, come quelle dei trasporti, soffrono meno di questa crisi, poiché possono contare, oltre che sulla reputazione, anche sui mezzi per campagne di reclutamento attive, creative e ben visibili, che spesso le piccole aziende con meno di 50 dipendenti non possono permettersi.
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