In Germania, l’età pensionabile è fissata a 67 anni. Eppure, negli ultimi anni, un numero crescente di persone ha smesso di lavorare fra i 63 e i 64 anni. Circa un terzo dei “baby boomer” (la generazione che si trova vicina alla pensione in questo momento) sceglie di lasciare il mercato del lavoro qualche anno prima del dovuto, anche a costo di accettare una riduzione della pensione stessa. Contro le pensioni anticipate si è espresso nel fine settimana il Cancelliere tedesco Olaf Scholz (SPD), in una dichiarazione resa ai giornali del Funke Mediengruppe e al quotidiano francese Ouest-France. “È importante aumentare la percentuale di coloro che possono davvero lavorare fino all’età della pensione” ha detto Scholz.
Non è previsto un aumento dell’età pensionabile
Il problema specifico legato a questa fascia della forza lavoro sta nell’alto livello di qualificazione che la rende difficile da sostituire. Per questo e per timore dell’instabilità che questo trend in crescita comporta, economisti e rappresentanti dell’industria hanno chiesto anche l’aumento dell’età pensionabile a 70 anni – misura che la coalizione di governo ha però escluso.
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Le pensioni anticipate privano il mercato del lavoro di professionisti esperti e qualificati
Al fenomeno delle pensioni anticipate ha contribuito anche la possibilità, introdotta nel 2014 per chi ha versato una certa quantità di contributi, di andare in pensione già a 63 anni senza riduzioni delle aliquote. Secondo il Bundesinstitut für Bevölkerungsforschung (BiB – l’istituto federale per la ricerca demografica), questa tendenza desta preoccupazione dal punto di vista delle politiche finanziarie e del mercato del lavoro, poiché grava sul sistema pensionistico e al tempo stesso priva il mercato del lavoro di lavoratori esperti e qualificati.
Incentivi per le donne e gli immigrati nel mondo del lavoro
Per contrastare il fenomeno, sostiene Elke Loichinger del BiB, occorre offrire incentivi validi e interessanti prima che i lavoratori decidano di ritirarsi, piuttosto che cercare di convincerli a non farlo quando ormai hanno preso la loro decisione. Scholz, invece, si è concentrato su un’espansione del mercato del lavoro con focus sulle donne e sugli immigrati. Il cancelliere ha fatto riferimento alle previsioni secondo le quali in Germania mancheranno probabilmente sette milioni di lavoratori qualificati entro il 2035 e ha sottolineato l’importanza di attrarre manodopera qualificata dall’estero – difendendo contestualmente le riforme delle politiche migratorie proposte dalla Ministra dell’Interno Nancy Faeser (SPD).
Scholz ha parlato anche di espandere l’offerta di asili nido a tempo pieno, centri diurni e tempo pieno scolastico per favorire l’ingresso e la permanenza delle donne nel mercato del lavoro.
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