Parla il virologo Christian Drosten: “La pandemia è finita, dopo l’inverno il virus non sopravviverà”

Christian Drosten
Il virologo Christian Drosten, Direttore dell'Istituto di virologia dello Charité di Berlino, Foto: EPA-EFE/ANDREAS GORA / POOL

“Ritengo che la pandemia sia finita”. Queste parole hanno un peso particolare in Germania, poiché a pronunciarle è stato Christian Drosten, virologo dello Charité e una delle voci più autorevoli in materia in Germania.

“Quest’inverno stiamo vivendo la prima ondata endemica di Sars-Cov-2” ha dichiarato Drosten in un’intervista al Tagesspiegel, spiegando che, passato questo inverno, l’immunità di gregge in Germania sarà abbastanza solida ed estesa da impedire al virus di arrivare all’estate. L’unica possibilità che questo scenario non si verifichi, sostiene Drosten, è un altro “salto”, una nuova significativa mutazione, che però il virologo ha giudicato improbabile.


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Perché i contagi aumentano in Cina

Che dire, dunque, dei numeri in rapida risalita in Cina, dopo l’abbandono delle draconiane politiche no-covid? Secondo Drosten, la differenza l’ha fatta il tasso di vaccinazione: in Cina, soprattutto fra le persone anziane, le campagne non sono state così efficaci come in Europa.  A suo avviso, la campagna di vaccinazione in Germania e in Europa è stata il passo decisivo per combattere la pandemia. La riduzione dei contatti interpersonali, sostiene il virologo dello Charité, è stata comunque necessaria durante le ondate fino alla variante Delta, che altrimenti avrebbero potuto causare molti più decessi.

La causa del picco di patologie respiratorie? Le misure di sicurezza

Secondo Drosten, sono altri i motivi per cui la situazione della sanità tedesca resterà critica ancora per qualche settimana. Altre patologie respiratorie, come il virus RS negli ospedali pediatrici, destano infatti preoccupazione, ma “Non ci sarà una moltiplicazione esponenziale di nessuno degli agenti patogeni in circolazione”. Il problema delle strutture sanitarie, sostiene il virologo, è l’organico ormai al limite, che difficilmente sarà in grado di affrontare il carico di lavoro superiore che si verifica nei mesi più freddi.

Sul perché le altre infezioni respiratorie siano improvvisamente così significative, la risposta di Drosten sorprende: è colpa, almeno in parte, delle misure di sicurezza adottate durante la pandemia, che hanno impedito alla popolazione di venire gradualmente in contatto con i patogeni che normalmente circolano in media ogni due anni. “Per ottenere una maggiore immunità contro gli agenti patogeni del raffreddore” afferma Drosten nell’intervista “negli ultimi anni sarebbero state necessarie più infezioni e meno misure di controllo”. E tuttavia, riconosce, la situazione pandemica ha impedito qualsiasi altro corso d’azione: era prioritario bloccare la circolazione del Covid 19. Anche una campagna vaccinale molto più rapida avrebbe potuto ottenere effetti simili, ma allo stato attuale delle cose, la Germania ha fatto ciò che poteva nel tempo che ha avuto a disposizione.

Christian Karagiannidis: “l’immunità della popolazione è solida”

Dello stesso avviso anche Christian Karagiannidis, Presidente della Società tedesca di terapia intensiva interna e medicina d’urgenza, che ha commentato il progressivo calo dei casi gravi e la significativa riduzione del numero di pazienti Covid nei reparti di terapia intensiva. “La situazione immunitaria della popolazione è solida”, ha dichiarato, mettendo in guardia però contro i colli di bottiglia operativi nei quali ospedali e cliniche rischiano di incorrere in date particolarmente critiche come, per esempio, la notte di Capodanno. Per questo motivo ha invitato tutti a rinunciare all’uso di petardi e fuochi d’artificio, allo scopo di ridurre i numerosi incidenti che ogni anno sono causati dai materiali pirotecnici.

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